Prima il fitness e le prime bracciate nell’acqua di una piscina. Poi pilates, zumba e met, la cosiddetta nuova disciplina “bruciagrassi”. Non è il programma di un dietologo per smaltire i chili in più accumulati con la sedentarietà forzata della quarantena. Sono alcune delle attività motorie che, con la riapertura di palestre e piscine decisa dall’ultimo DPCM, hanno potuto ripartire i battenti da lunedì 25 maggio. C’è voglia di muoversi tra le persone. Nel veneziano, gli sportivi non si sono fatti attendere.
Cus Venezia: buona la prima
Tra i primi ad aprire, a Venezia, sono stati gli impianti del Cus, il Centro Sportivo Universitario.
“Pur avendo iniziato con solo mezza giornata – commenta il presidente Massimo Zanotto – siamo soddisfatti. Abbiamo ricevuto una trentina di prenotazioni, come ci aspettavamo. Ma anche, a sorpresa, nuove richieste, a conferma della voglia di muoversi che c’è tra la gente. E ricordiamo che siamo partiti solo con la cosiddetta “palestra fitness”, con i macchinari da muscolazione e da cardiofitness”. A questa sezione possono accedere al massimo 20 utenti in contemporanea.
Già dal secondo giorno, martedì 26, così, è stata ampliata l’offerta. Sia per gli orari che per le attività.
“In palestra abbiamo calcolato uno spazio di 10 metri quadri a persona, concedendo dunque l’accesso contemporaneo al solo istruttore con 15 persone – continua Zanotto – Ma stiamo ragionando, in considerazione della bella stagione, di sfruttare anche gli ulteriori 170 metri quadri della terrazza. Compatibilmente con il tempo, potremmo quindi portare qualche attività all’esterno”.
Misure anticontagio: una buona accoglienza
Anche qui, come nella maggior parte delle strutture sportive, in ottemperanza delle misure di tutela previste, sono stati allestiti percorsi di accesso e uscita diversificati, posizionati distributori di gel igienizzante per le mani e contenitori appositi per rifiuti potenzialmente “a rischio” come fazzoletti di carta e mascherine. Le sedute di allenamento vanno prenotate e chi entra in palestra viene registrato e sottoposto alla misurazione della temperatura con termoscanner. Quanto al distanziamento interpersonale, sono stati ridotti i posti negli spogliatoi, il numero delle docce e di alcune macchine in palestra.
“Sono limitazioni – ricorda il presidente – prese per la salute di chi frequenta i nostri impianti. Del resto, già a partire dal secondo decreto avevamo iniziato a predisporre alcuni accorgimenti, come quelli relativi alle docce e agli spazi per garantire le distanze. Adesso li abbiamo semplicemente incrementati. Ad esempio, per agevolare pulizie e sanificazioni, nella sala fitness gli strumenti sono stati collocati in punti diversi. Siamo in ogni caso pronti ad eventuali adattamenti in base alle criticità che si dovessero presentare. E chiediamo anche agli utenti, che hanno comunque risposto bene alle nuove norme, la massima collaborazione”.
Piscine: partenza più faticosa
Se per gran parte delle palestre il 25 maggio è stata la data di ripartenza, altrettanto non si può dire per le piscine. L’attività è ad esempio ripresa a Sacca Fisola. Tirando le somme al termine della prima giornata, l’afflusso nell’impianto non è stato eccessivo, ma comunque buono, soprattutto per quanto riguarda il nuoto libero. I gestori hanno predisposto tutte le misure necessarie, dalla sistemazione degli arredi per garantire le distanze di sicurezza alla sanificazione, dalla registrazione all’ingresso alla consegna di appositi sacchettini agli utenti per deporre oggetti e vestiti all’interno della propria borsa.
La piscina di Sacca Fisola è riuscita ad adeguarsi abbastanza agevolmente alle nuove normative grazie alla buona disponibilità di spazi. E anche il secondo giorno di apertura, martedì mattina, ha registrato un buon numero di presenze.
Il discorso, però, non è così semplice in molti altri impianti. “Noi – evidenzia ad esempio Davide Giorgi, presidente delle piscine del Terraglio e di Sant’Alvise – ancora non abbiamo riaperto. La gente preme per tornare a nuotare, ma applicare le linee guida significherebbe per noi dimezzare la capacità, mettendo a serio rischio l’equilibrio economico. Siamo in attesa di essere riconvocati dall’Amministrazione comunale, con cui abbiamo avviato un dialogo su questi temi, per capire come risolvere la questione, trovando una soluzione che ci consenta di svolgere l’attività senza pregiudizio economico”.
Tra palestre, piscine e centri estivi
Il problema della gestibilità economica legata a numeri troppo contingentati sono condivisi anche dalla piscina Ranazzurra del Lido di Venezia. “Come gli anni scorsi – dichiara il gestore, David Salvatori – ci auguriamo di ripartire a settembre, quando speriamo di avere normative meno restrittive, perché altrimenti il rischio è di avere grossi problemi”. La palestra comunque riuscirà ad aprire l’1 Giugno, proponendo attività e corsi a numero contenuto e con norme specifiche, per garantire la massima sicurezza per gli utenti.
“Stiamo poi valutando e studiando – anticipa Salvatori – se e come proporre anche quest’anno a giugno l’offerta di un paio di settimane di centri estivi per i bambini, nei quali utilizzare anche la piscina. Questo sia per venire incontro alle famiglie, sia per testare l’impianto e vedere come si possono organizzare flussi e spostamenti. Essendo attività organizzate, frequentate da non molti bambini, sarebbe più facile tenere sotto controllo le attività lavorando in sicurezza. E potremmo così saggiare concretamente, partendo con questa sperimentazione con numeri ridotti, la reazione dell’impianto all’applicazione delle norme particolari previste per fronteggiare il contagio”.
Le linee guida dello sport
Nelle palestre e nelle piscine si applicano innanzitutto le regole generali per l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere. Queste sono state fissate nell’allegato 17 del DPCM del 17 maggio e nelle linee guida elaborate dall’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio.
Per l’accesso e lo svolgimento delle attività nelle piscine (escluse quelle usate per scopi di cura, di riabilitazione e termale e quelle alimentate ad acqua di mare) sono però previste particolari disposizioni di sicurezza.
In particolare, quanto al distanziamento, le persone sedute su sdraio e lettini a bordo vasca devono restare ad almeno 1,5 metri l’una dall’altra. Lo spazio che deve essere garantito a ciascuno in acqua o nelle aree solarium e verdi è invece di 7 metri quadri. Gli indumenti e gli oggetti personali vanno riposti nella borsa personale, anche se all’interno degli armadietti, che però non possono essere condivisi.