Nidi, centri infanzia, centri estivi, grest.
La colonna portante del supporto alle famiglie per l’assistenza ai figli da 0 a 14 anni sono uno dei temi “caldi” in vista sia della ripartenza lavorativa che dell’estate.
Saranno riaperti il 15 giugno come previsto dall’ ultimo DPCM o prima?
“Con la nostra ordinanza vogliamo anticipare i tempi il più possibile, vedendo se la cosa è fattibile già dal 25 maggio o quantomeno dal 1 giugno – ha dichiarato l’assessore al Sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin – Il DPCM prende in considerazione con quelle date solo la fascia d’età tra i 3 e i 14 anni, dimenticando i più piccoli, tra 0 e 3 anni”.
Tra DPCM e ordinanza
In realtà, le linee guida che regolano i rapporti tra insegnanti e bambini tra i 0 e i 14 anni, in Veneto, sono pronte e sono state condivise negli incontri tecnici tra tutte le Regioni. “Venerdì sera – ricorda l’assessore – il Governo ci ha però chiesto di ritirarle, volendoci ancora riflettere sopra. Ma le linee guida alla fine previste dal ministro della Famiglia Bonetti si sono concentrate solo sulla fascia dai 3 anni in su. Per i bambini più piccoli, invece, si parla genericamente delle strutture attrezzate nei parchi”.
Per questo la Regione ha deciso di riprendere l’intera partita in mano, prevedendo un nuovo passaggio anche con tutti i soggetti e le associazioni coinvolte. “Nell’ordinanza – conclude Lanzarin – vogliamo inserire le linee guida per tutti i bambini da 0 a 14 anni, comprendendo quindi centri estivi e grest. Ricordiamo che non si parla di attività didattiche, ma solo di attività ludico-ricreative. E che le linee guida per le aree giochi attrezzate, in quartieri e parchi, sono altra cosa, che pure stiamo elaborando”.
Nuovi fondi per nidi e scuole materne
La Giunta regionale ha intanto stanziato nuove risorse per aiutare la riapertura di nidi e scuole materne non statali. Si tratta di 4,5 milioni di fondi aggiuntivi, che vanno ad aggiungersi ai 31 milioni già stanziati per il 2020 per scuole paritarie e servizi educativi per i bambini tra 0 e 6 anni.
Da fine febbraio, infatti, a molte scuole sono venute meno le entrate assicurate dalle rette sostenute dalle famiglie. Nel contempo, gli oneri strutturali e il costo del personale hanno continuato a correre, gravando sui bilanci e oggi alcune rischiano di non poter riaprire.
Pronti al via anche a Venezia
Anche per gli asili nido e le scuole materne gestite dal Comune di Venezia la situazione è di attesa.
“Noi – fa il punto l’assessore alle Politiche educative, Paolo Romor – ci stiamo preparando su tutti i fronti: dai nidi per i bambini tra 0 e 3 anni, ai centri per l’infanzia per i bambini tra 3 e 6 anni, ai centri estivi per bambini tra 3 e 11 anni. Vogliamo infatti essere pronti nel momento in cui arriverà il via libera. Al momento, di più non possiamo fare”.
L’orizzonte temporale fissato dal primo cittadino di Venezia è quello del 3 giugno.
“È necessario che asili nido, scuole materne e centri estivi riaprano al più presto, per dare assistenza ai genitori, tanto più adesso che in molti hanno ripreso a lavorare -ha detto il sindaco Brugnaro – Noi siamo pronti. Abbiamo già previsto i piani di sanificazione scuola per scuola, preallertato gli insegnanti e i conti ci tornano nonostante i numeri di capacità ridotta che sono presumibili. Però, anche su questo, possiamo solo aspettare di vedere messe nero su bianco le regole, a partire dal droplet”.
Centri estivi: il Morosini punta al 15 giugno
Parlando di centri estivi, un importante servizio è quello fornito dal Centro Morosini di Malamocco, sull’isola del Lido di Venezia.
“Se avessi la bacchetta magica – commenta la presidente, Anna Brondino – avrei già aperto a inizio maggio, compatibilmente con gli impegni dei bambini legati alle videolezioni… La nostra idea è quella di partire dal 15 giugno, come da calendario, tant’è che abbiamo pronti sia le brochure per i bambini che i turni. Ma al momento possiamo solo attendere le linee guida della Regione e capire quante risorse in più avremo a disposizione, visto che al momento possiamo contare solo sulle nostre forze”.
Anche per il Centro Morosini, infatti, le nuove regole si tradurranno in un aggravio dei costi. “Normalmente – prosegue la presidente – abbiamo un educatore ogni 12 bambini. Adesso si parla di uno ogni 7 e questo vuol dire in pratica raddoppiare i costi”. Lo stesso vale per i trasporti dei bambini dalla terraferma, uno dei servizi più utili messi a disposizione dal Centro per chi, da Mestre, vuol far trascorrere ai propri figli le giornate in riva al mare.
“Con il distanziamento -sottolinea Brondino- serviranno 2 autobus invece di uno solo. E la spesa passerebbe dai 60 mila euro serviti lo scorso anno per i trasporti di terra e sull’acqua, ad almeno 120 mila euro“.
Residenziali, servizio cibo e grest: problemi irrisolti
Tra i temi non affrontati dal nuovo DPCM risultano i centri estivi residenziali, “Ma anche il servizio cibo, visto che molti dei nostri bambini consumano merende e pranzi, al Centro -spiega Brondino- Anche su questi temi, aspettiamo quindi con ansia le linee guida”. Infine, il terzo settore. “Va ricordato che i grest si basano soprattutto sul volontariato e i costi da affrontare, anche solo per le sanificazioni, non sono indifferenti. Già noi ci rendiamo conto di non poter chiedere in questo momento alle famiglie uno sforzo economico superiore ai 280 euro -dice la presidente del centro Morosini – Ma come fanno le parrocchie a sostenere queste spese in più? Noi poi possiamo fare una graduatoria sulla base dell’Isee; ma chi si prenderà, in una parrocchia, l’onere di dire quali famiglie sono ammesse e quali no? E poi gli spazi. Al Centro Morosini, ne abbiamo a disposizione molti, per cui credo che il distanziamento sociale non sarà un problema. Ma penso ad esempio a una parrocchia come Santa Maria Elisabetta del Lido: dove metterà i 200 bambini dello scorso anno?”.
Intanto, il Centro Morosini ha già preso una decisione: per il 2020, la sede di Lorenzago non sarà aperta ai bambini. “Se apriremo, la dedicheremo solo agli anziani. È troppo rischioso e improponibile metterli insieme, nella stessa struttura, ai bambini. Per i più piccoli ci concentreremo allora solo sulla spiaggia, anche perché offre più spazi per il loro sfogo e ci sono meno rischi, rispetto alla montagna, di una giornata di pioggia in cui tenerli al chiuso in spazi ridotti”.