Il premier Giuseppe Conte, nelle ultime ore, lo ha garantito: “Quest’estate potremo andare al mare”.
Un primo spiraglio verso l’avvio della stagione estiva, che adesso però deve tradursi in fatti concreti.
Ovvero nella codificazione delle regole che renderanno possibile usufruire delle nostre spiagge rispettando i limiti imposti dalla convivenza col coronavirus.
Soprattutto, dovrà concretizzarsi in una data certa a partire dalla quale il Governo consentirà l’apertura. Passaggi fondamentali per consentire, prima di tutto ai gestori, di iniziare ad allestire gli stabilimenti in conformità alle nuove disposizioni.
Nuove disposizioni: qualche anticipazione
Pur ancor senza un’ufficialità, qualche anticipazione sulle indicazioni del Comitato tecnico scientifico ha iniziato a trapelare. Uno dei temi più caldi è quello del distanziamento, in particolare negli stabilimenti organizzati con le classiche postazioni con ombrellone e lettini.
L’idea sembra essere quella di uno spazio di rispetto di 5 metri tra postazione e postazione, dimezzando di conseguenza le capienze ordinarie. E tutto il materiale andrà sanificato quando l’utilizzatore tornerà a casa. Così come i servizi igienici richiederanno l’intervento costante di un addetto alla sanificazione.
Pranzo take away o delivery
Cambierà molto anche la ristorazione, visto che il servizio non dovrebbe essere più possibile al banco, ma avverrà portando le consumazioni direttamente sulla spiaggia stessa.
Le formule potrebbero essere quella della “consegna a ombrellone” o del fai da te, andando a prendere il cibo per consumarlo nella propria postazione.
Gli esperti del Comitato sono poi divisi sulla possibilità di concedere i bagni con il mare mosso da “bandiera rossa”. C’è infatti chi sostiene che una situazione del genere possa creare a riva un aerosol potenzialmente contagioso. Praticamente certo, invece, che non si potranno fare le tipiche attività sportive da bagnasciuga, dal beach volley al calcetto.
Le spiagge libere
Uno dei temi più controversi resta quello delle spiagge libere.
Chi dovrà intervenire, nei tratti a libera fruizione, per garantire il rispetto delle norme anti contagio?
In realtà, l’orientamento prevalente sembra rendere la situazione delle spiagge libere meno complicata rispetto alle spiagge organizzate. Fin dai primi chiarimenti del Governo sui DPCM, le spiagge sono state parificate a parchi e giardini. E così dovrebbe essere anche quest’estate.
Andrà rispettato anche qui il distanziamento sociale di 5 metri tra persona e persona. Che, come logico, non sarà necessario tra conviventi. E dovrebbero essere le forze dell’ordine, a partire dalla Polizia locale, a vigilare e sanzionare eventuali trasgressori.
Al momento, tuttavia, gli enti locali ancora non hanno ricevuto nessuna comunicazione.
Bonus vacanza e sanità al servizio del turismo
Il Presidente del Consiglio ha anche auspicato che “sarebbe bello che gli Italiani trascorressero le ferie in Italia”.
Per favorire il turismo interno, alla nazione o anche alla regione di appartenenza, il decreto prevede dei “bonus vacanza”. Ancora non si conoscono i termini precisi ma dalle prime dichiarazioni si tratta di un bonus fino a i 500 euro legato al reddito e al numero delle persone che compongono un singolo nucleo familiare.
La certificazione dell’Ulss 3 per il rispetto delle norme
Nel frattempo, l’Ulss 3 Serenissima sta supportando gli operatori balneari, al fine di percorrere tutte le strade praticabili e sicure verso la riapertura delle spiagge. Gli specialisti sanitari, in particolare quelli del Dipartimento di Prevenzione, nei giorni scorsi hanno incontrato gli operatori turistici di Sottomarina, confrontandosi in videoconferenza con albergatori e gestori di tutte le spiagge veneziane.
La stessa Ulss si è impegnata a certificare il rispetto delle normative che saranno adottate, a garanzia della qualità del servizio.
I temi al centro del confronto sono sempre gli stessi: accessi, distanziamento, servizi igienici e docce, somministrazione di cibo e bevande, aree gioco, pernottamenti.
Un ombrellone prenotato via Facebook
Le idee, intanto, non mancano. Arriva ad esempio da Chioggia quella portata avanti da un giovane (25 anni) programmatore informatico, Marco Mantovan: consentire di prenotare l’ombrellone direttamente da Facebook. La prenotazione online è uno degli aspetti che sicuramente caratterizzerà l’offerta turistica ai tempi del coronavirus. E il progetto di Mantovan può aiutare gli stabilimenti più piccoli a risolvere il problema dell’allestimento di un complesso sistema di prenotazione informatica. Perché, garantisce Mantovan, si riduce di circa 5 volte l’investimento per un sito web e di 20 volte quello per un’app mobile apposita.
Una chatbox per le vancanze al mare
Il meccanismo infatti si basa sulla chat di Facebook e sul pagamento tramite PayPal. E richiede solo 3 “click” o “tap”. Basteranno 4 ore, a ogni stabilimento, per installare la chatbox Leo sulla propria pagina del social network. L’assistente virtuale, a questo punto, risponderà automaticamente, h24 e 7 giorni su 7, al messaggio inviato in chat dal cliente. E gli invierà una serie di pulsanti interattivi per effettuare la sua prenotazione.
Si potrà acquistare un voucher, nominale o da regalare, per le date scelte, senza l’obbligo di scelta dell’ombrellone, che verrà effettuata dal gestore. Se qualcuno però è affezionato al proprio posto, può prenotare direttamente fila e numero dell’ombrellone. Il beneficio sarà anche per il gestore, che avrà a disposizione, in un semplice foglio Excel consultabile anche dallo smartphone, la situazione delle prenotazioni, di modo da poterle gestire in tempo reale.
Il progetto Leo
La declinazione balneare è solo lo sviluppo più recente del progetto Leo, avviato da Mantovan un anno e mezzo fa. Progetto che è stato scelto da Facebook Italia come caso di studio di digitalizzazione delle Pubbliche Amministrazioni. “Con il Comune di Chioggia – spiega il programmatore – utilizziamo la chatbox come supporto turistico, sostitituendo in pratica l’ufficio informazioni. E a breve il servizio sarà esteso ad altri Comuni come Lignano Sabbiadoro, Verona, Soave, Forlì e Sabaudia”. L‘assistente virtuale Leo viene già utilizzato anche da una serie di soggetti privati: università telematiche, ristoranti, pizzerie, centri fitness, noleggi imbarcazioni, scuole giuda e centri estetici.
“A chiederci di prevedere una versione per gli stabilimenti balneari – conclude Mantovan – è stato un nostro cliente. Da lì abbiamo esteso il progetto e, a breve, ci accorderemo con un partner regionale, prima di estenderlo a livello nazionale. L’unico step mancante, anche per noi, è al momento quello del DPCM che definirà le norme per la fruizione delle spiagge”.
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