Il 30 aprile, in ogni città del mondo, anche nella più piccola, si celebra la Giornata Internazionale del Jazz. Una ricorrenza promossa da Unesco che, dal 2011, ci fa ascoltare tutti insieme, almeno per un giorno, lo stesso genere musicale.
Il Jazz è una delle correnti più affermate ‘900.
Nato a New Orleans negli anni ’20, si è presto diffuso in tutto il mondo. Pur non essendo più di tendenza, raccoglie attorno a sé moltissimi appassionati.
Per la sua capacità di rendere omaggio all’ improvvisazione e alla creatività artistica, non è un genere di facile definizione. Come ha scritto Alessandro Baricco “Quando non sai cos’è, allora è Jazz”.
Una musica che, a Venezia, ha una sua nicchia e un suo luogo.
Federico Nalesso, titolare e gestore del Venice Jazz Club, vicino Campo Santa Margherita, ci ha trasportato in uno scenario fatto di buona musica e grandi interpreti.
Una musica che può coinvolgere tutti
“Metterei in ogni campiello una persona a suonare –esordisce – Venezia è una città complessa, dove questo genere si è dovuto adattare agli spazi ristretti di un luogo unico e diverso rispetto a tutti gli altri. Ha dovuto riscoprire il suo lato più privato e contenuto, meno teatrale. Tuttavia, proprio in laguna – racconta Nalesso – l’origine della passione per questo stile ha un nome e un cognome: Circolo Culturale Il Suono Improvviso”.
Un luogo di cultori e professionisti del Jazz e un laboratorio in cui, dal 1983, ” in chiave jazzistica, si continua a interpretare l’intimo legame che unisce la città lagunare alla materia sonora, fluida e impermanente come l’elemento acqueo”.
Come tutti i generi, anche il Jazz ha mille sfumature, da quello più classico e riconosciuto, fino al Free Jazz più innovativo e difficile per i profani. Anche se oggi può sembrare un po’ vintage rispetto alla musica di tendenza, questo stile riesce a coesistere con gli altri generi (rock o pop che siano) mischiandosi a essi.
Lo stesso Federico ci conferma che “I jazzisti più famosi hanno sempre suonato anche con i cantanti pop”.
“Non è un semplice piano bar ma un vero concerto”
Federico Nalesso ha dedicato il suo locale al jazz. “Il mio è “un bar dedicato alla musica, che mette il concerto prima dell’aspetto gastronomico – spiega – . Per questo ho riunito una band di musicisti jazz che si esibisce esclusivamente qui. E’ l’unico locale insonorizzato della città, era in passato una piccola discoteca. Oggi ha trovato una propria identità solida nella musica e si rivolge a chi, in città, cerca il Jazz”.
Questo lo rende una piccola perla nel panorama cittadino, soprattutto perché esprime un esigenza di spettacolo diversa dall’opera dei teatri, dalla musica sacra che spesso troviamo esibita con concerti nelle chiese o dal comune piano bar.
Se Roma e Milano sono considerate le città principali in cui si è sviluppata questa forma artistica in Italia, anche Venezia, proprio tramite il Venice Jazz Club, è stata palcoscenico di presenze importanti come Roberto Gatto e Ares Tavolazzi.
Il Jazz per ripartire
La Giornata Internazionale del Jazz quest’anno, ovviamente, dovrà essere vissuta in un modo diverso rispetto al passato, quando è stata festeggiata con festival e manifestazioni. Tuttavia, il messaggio che può portare è ancora più grande e significativo.
“È un momento per fare la conta e pianificare il futuro, il momento per far rinascere la città –dice Federico Nalesso -. Questo periodo difficile, soprattutto per una città legata al turismo come Venezia, potrebbe tradursi in una rinascita. Siamo la città di Vivaldi e di Galuppi, la musica è una parte fondamentale della vita di questa città. Proprio le caratteristiche principali del jazz, improvvisazione e creatività, potrebbero essere la chiave per costruire il futuro”.
Fare musica per strada o all’aperto, quindi, un po’ come si è fatto in questa quarantena, durante la quale ci siamo ritrovati a cantare e suonare sui balconi. “Il metodo è semplice – conclude Nalesso – ci sono tante idee e tanti giovani pronti a mettersi in gioco per far ritornare Venezia meglio di com’era prima”.
Ad essere sincero non pensavo che una citta’ come Venezia fosse cosi’ dedita al jazz musica che amo tanto e che venga sempre valutata sempre di più anche se ormai da tantissimo tempo non e’ più di “nicchia”.A Federico Nalesso un saluto particolare e un invito a diffondere sempre di piu”questa musica meravigliosa.
Come compositore e jazzista non posso che rallegrarmi per questa iniziativa e per il jazz diffuso anche a Venezia, città che definisco molto jazz. Posso inoltre dire per la mia esperienza compositiva che si può suonare con un occhio alle tendenze pur rimanendo fedeli e profondamente legati agli stilemi portanti di questo genere. Improvvisare é l’anima della musica jazz, lo si capisce quando ogni volta che risuoni un tuo brano é come se lo stessi ricomponendo di nuovo.
X me sono tutti i giorni dell’anno ‘intrisi’ di jazz. Negli anni passati mio suocero, a Rimini, con la mia collaborazione, organizzò almeno una decina di rassegne del jazz italiano. Ricordo che a casa nostra ospitammo Pieranunzi, Manusardi, Cazzola, Vaggi. Ci sarebbe altro da dire ma mi fermo qui.
Si sentiva la mancanza, in questa meravigliosa città, di un locale dove poter ascoltare questa musica altrettanto meravigliosa.Finita la quarantena, ed appena mi sarà permesso, farò tappa in questo locale in cui , mi auguro, si possa fare e diffondere jazz per molti anni.Un ringraziamento ed un augurio vanno a Federico.Menotti Pergoli