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Un mondo in un'isola: San Servolo

Un mondo in un'isola: San Servolo
San Servolo

C’è un’isola, a Venezia, che racchiude più attrattive di quanto si possa immaginare.
Incanta dal punto di vista naturalistico, seduce le menti dal punto di vista culturale, interessa dal punto di vista storico, scientifico e religioso, ammalia dal punto di vista architettonico e meraviglia per la vitalità che si respira in un luogo, di fatto, inabitato se non per la cinquantina di studenti che vi alloggiano durante l’anno accademico.
Quella di San Servolo è non a caso riconosciuta come una delle più belle isole della laguna di Venezia.
Dal suo curatissimo parco regala suggestivi scorci delle isole vicine: San Lazzaro degli Armeni, San Clemente e il Lido.

Vista da San Servolo

L’isola dei matti

I veneziani la chiamano ancor oggi “l’isola dei matti”, ricordando come, dal 1725, con il ricovero del primo “pazzosotto la direzione dei religiosi Ospitalieri di S. Giovanni di Dio detti Fatebenefratelli, l’isola divenne sede manicomiale. A testimonianza di ciò è oggi il “Museo della Follia”, percorso attraverso la storia della cura della pazzia negli ultimi tre secoli a Venezia.
Inaugurato nel 2006, insieme a un chiostro e a un’ incantevole chiesa del ‘700, costituisce parte dell’offerta culturale permanente di quest’isola che, nell’arco di un quarto di secolo, è stata oggetto di un imponente intervento prima di tutela, poi di recupero e infine di ristrutturazione.

Chiesa di San Servolo e terrazza panoramica

Un’altra importante attrattiva culturale permanente è invece legata al VID, Venice Innovation Design.
Nata come sede di un convento benedettino, San Servolo ospita inoltre da oltre un decennio diversi Padiglioni Nazionali della Biennale d’Arte e di Architettura, variegati eventi collaterali, mostre temporanee di fotografia, pittura e sculture, festival musicali e rassegne video.

Uno degli eventi a San Servolo

Una cittadella dello studio e della ricerca

L’ex “isola dei matti”, da luogo di segregazione sociale si è infatti trasformata in cittadella dello studio e della ricerca, grazie alla presenza di diversi enti: Venice International University, Fondazione Franco e Franca Basaglia, Collegio Internazionale dell’Università Ca’ Foscari Accademia di Belle Arti di Venezia (sezione staccata) e San Servolo – Servizi Metropolitani di Venezia, società in house della Città Metropolitana di Venezia San Servolo srl che, oltre al Centro Congressi ed Eventi, composto da numerose sale meeting tecnologicamente all’avanguardia, gestisce in isola anche una struttura ricettiva suddivisa in 5 edifici intitolati ai venti, un ristorante e una caffetteria.

Un parco cosmopolita

Il tutto è inserito in uno dei più bei parchi di Venezia, un ampio spazio verde contraddistinto da palme delle Canarie, agavi americane, tigli europei, platani, pini d’Aleppo ed un ulivo secolare. Ed è proprio il parco lo spazio, aperto e agibile, che più si presta al libero utilizzo dei cittadini: vi si svolgono infatti pranzi e cene di nozze e, normalmente da aprile a ottobre, previa prenotazione, è anche possibile usufruire dell’attrezzato spazio barbeque sull’erba. A disposizione dei più piccoli lo spazio giochi per bambini usufruibile liberamente. Disponibile, su richiesta, anche l’utilizzo dei campi da tennis, pallacanestro e calcetto.

Il Museo della Follia

All’isola di San Servolo furono internate e talvolta morirono migliaia di persone.
Basti pensare che sono ben 24.500 le cartelle cliniche dei malati ricoverati nel periodo compreso tra il 1842 ed il 1978. Il paziente più piccolo aveva l’età di quattro anni.
L’attività manicomiale era iniziata però nel 1725 con i religiosi Ospitalieri di S. Giovanni di Dio detti Fatebenefratelli. La loro opera è proseguita nei secoli, con vari cambiamenti nella gestione, fino ad arrivare, con la Legge 180/78 (detta “Legge Basaglia” dal nome del proponente Franco Basaglia) alla chiusura dei manicomi lasciando alla Provincia di Venezia – oggi Città Metropolitana di Venezia – un patrimonio storico unico (cartelle cliniche, documentazione amministrativa, registri, ecc.), fonte di memoria storica per San Servolo, per la città di Venezia e per la medicina psichiatrica dagli albori fino ai giorni nostri.

All’interno del Museo sono esposti anche gli strumenti utilizzati nelle varie epoche per fronteggiare la pazzia: catene, manette, camicie di forza e docce forzate, con cui si tenevano a bada i malati nell’800, strumenti per la cura della malattia mentale come le apparecchiature per l’elettroshock, ma anche per la musicoterapia, che fu sperimentata per la prima volta a San Servolo dal direttore del manicomio Cesare Vigna, grande amico del compositore Giuseppe Verdi.
Non mancano in mostra le foto del “prima” e del “dopo” dei malati poi dimessi perché ritenuti guariti, fotografie accluse nelle cartelle cliniche.

Design in progress

A partire dal 2018 l’isola è anche sede espositiva permanente di opere realizzate da architetti di fama e prestigiose aziende italiane, in gran parte venete, che hanno fatto del parco di San Servolo una sorta di laboratorio di design in progress in cui gli spazi sono stati ridisegnati e personalizzati, custodendo nel tempo la firma del proprio forgiatore.

Idroterapia

“Il mondo delle aziende oggi è un interlocutore fondamentale nel percorso di “svecchiamento” e valorizzazione del bene pubblico – spiega Andrea Berro, amministratore unico di San Servolo srl – L’idea di VID nasce proprio dalla volontà di fare sintesi tra pubblico e privato. Le aziende aderenti alla prima edizione del progetto hanno acquisito un proprio show room permanente portando a compimento, con investimenti propri, gli interventi di restyle riguardanti l’arredamento, l’illuminazione, in particolare della reception, della caffetteria e di alcune delle 173 camere della struttura ricettiva presente in isola. Purtroppo, a causa dell’emergenza Coronavirus la seconda edizione del VID, progettata a maggio, in occasione della Biennale di Architettura 2020, è stata rimandata a data da destinarsi. Avevamo già predisposto il bando di gara per il coinvolgimento delle aziende intenzionate a mettere la propria firma in isola anche per quest’edizione. San Servolo – conclude Berro – offre numerosi settori di intervento, ognuno dei quali si configura come un vero e proprio “laboratorio d’idee” per le aziende, che vengono citate per due anni su ogni supporto grafico (dépliant, cataloghi, comunicazioni, ecc.) e multimediale (web, video, ecc.), realizzato da San Servolo srl”.

 

 

 

2 commenti su “Un mondo in un’isola: San Servolo

  1. Grazie per l’informazione, non sapevo di questa isola. molto interessante.


  2. Verena Fritz-Schlegel

    Appartengo alla prima generazione di studenti a passare un semestre di studi a San Servolo nel 1998. Indescriptible. Un amore per tutta la vita. Grazie mille di quest’articolo.


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