Gli abitanti di Vo Euganeo, al termine della quarantena, saranno sottoposti a un nuovo tampone.
Il confronto tra quello che viene definito “tempo zero” , cioè il momento in cui sono stati raccolti i primi campioni e il “tempo 1” (il dopo quarantena) potrebbe infatti offrire agli scienziati la possibilità di individuare informazioni inedite sul Coronavirus.
Tra queste il tasso di trasmissione e quello di mortalità, il tempo di raddoppiamento delle infezioni e la durata effettiva dell’infezione.
Ma può consentire anche di tracciare la curva di regressione della malattia e di capire il rapporto “tra i positivi al campione non sintomatici e i sintomatici”.
Il primo studio di questo tipo sul Covid-19
Si tratta del primo studio al mondo che andrà a comparare le fasi di pre e post malattia e sarà effettuato dai medici del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova.
Ad annunciarlo è stato il presidente della regione Veneto Luca Zaia nell’ambito dell’incontro con la stampa previsto all’Unità di Crisi nella sede regionale della Protezione Civile a Marghera.
Lo screening di massa non sarà ovviamente obbligatorio ma l’auspicio è quello di trovare ampia collaborazione tra i cittadini interessati.
“Questo studio potrebbe determinare una grande svolta nella lotta a questo virus, che tanto prima sarà battuto quanto prima riusciremo a conoscerlo a fondo – ha spiegato il governatore – Ringrazio a nome di tutti gli abitanti di Vò che daranno la loro adesione su base volontaria – ha continuato – e li assicuro che non sono cavie, ma protagonisti di una svolta preziosa, per loro e per tutta la popolazione”.
Gli obiettivi
L’obiettivo non è solo quello di studiare la storia naturale del virus e di definire le classi di rischio di contagio e mortalità ma anche quello di realizzare un modello matematico che dia base scientifica alle scelte sanitarie.
“Abbiamo creduto subito alla validità e all’importanza innovativa della proposta di studio avanzata dall’Università di Padova – ha detto l’assessore veneto alla Sanità Manuela Lanzarin -. Per questo abbiamo stanziato 150 mila euro per sostenere questo lavoro, istituendo una nuova linea di spesa denominata Emergenza Covid-19”.
La speranza è anche quella di ottenere risultati e conseguenti linee guida che possano essere utili anche in altre zone rosse in modo tale da contribuire al blocco dei contagi.