La nuova stagione orogranata in ventuno punti. Dalla “A” di Abbonati, alla “G” di Garris. Dalla “P” di Playoff, alla “Z” di Zero (multe). Le sfide, gli spunti, le curiosità di un’annata che si annuncia ricca come non mai.
Scusate il gioco di parole. Anzi, di lettere. Le abbiamo messe in fila, per capire che stagione ci aspetta. E non è una licenza poetica, dato la stessa parola Reyer è un gioco, essendo un termine palindromo che si legge da sinistra a destra e viceversa. Non resta allora che cominciare e sfogliare il dizionario della nuova Reyer 2009/2010.
ABBONATI Oltre 3.500 tessere sottoscritte, tra “Fidelity” e “All Matches”. Una straordinaria dimostrazione d’entusiasmo, che fa tornare ai fasti del campionato ‘80/’81 della Carrera di Dalipagic e Haywood. La formula “Fidelity” è stata capita, piace ed è un’eccezione per l’intero panorama cestistico italiano. E il “tutto esaurito” potrebbe diventare una norma.
BALLARDINI Più di ogni altra rappresenta la volontà di rifarsi dalla finale persa con Taranto. Si è conquistata il ruolo di riferimento offensivo della squadra. Quando si innesca è spettacolo puro. Chi non ha negli occhi la sua prestazione in gara-1 di finale? Con un po’ di freddezza in più, potrà essere decisiva fino alla linea del traguardo.
CAPITANI Andrade e Causin. Mery e “Caus” posseggono il codice genetico dello “spirito Reyer”. Il loro compito è farlo decifrare anche a compagne e compagni. Nei momenti difficili, nei passaggi a vuoto, loro ci saranno. Come sempre. Anche se la sfortunata capitana potrà farlo solo dalla tribuna, a seguito dell’infortunio al ginocchio, la sua presenza siamo certi che si farà sentire ugualmente.
DELL’AGNELLO Ha scelto la Reyer per misurare le proprie ambizioni. La Reyer lo ha scelto per dare forma alle proprie. Non poteva esserci connubio migliore, tra la proverbiale grinta di “Sandrokan” e lo “spirito Reyer”. Con il suo patrimonio di esperienza è chiamato a dare un’impronta forte non solo al gruppo, ma a tutto l’ambiente. Sarà lui il nuovo “Paròn”?
EQUILIBRIO Vabbé direte, la solita solfa del “campionato equilibrato come non mai” e bla bla bla. Il fatto che al momento non ci sia una nuova Varese, non vuol dire che qualcuno non proverà la fuga in testa. Come non è detto che in coda qualcuno non si stacchi prematuramente. Ma ci tocca ricordare che la pancia della scorsa Legadue si è chiusa con nove squadre nella miseria di quattro punti. Meglio starne fuori. Sopra, s’intende.
FAVORITI Qui più che la scaramanzia, è meglio scomodare la storia. Alla Reyer non piace partire con i favori del pronostico. È accertato. Ma il mercato del maschile ha dato nell’occhio e allora ecco avversari vicini e lontani, giù a mettere pressione, a seminare bucce di banana, sperando sotto sotto nell’inciampo. Quest’anno servono piedi, mani e anche occhi, per terra.
GARRIS Le chiavi di Palazzo Ducale le hanno date a lui, non si discute. Adesso sta a Garris decidere quando uscire allo scoperto e trascinarsi dietro tutta la squadra. Per lui la Reyer ha fatto un’eccezione: trent’anni dopo si affida di nuovo ad un play “Made in USA”. Nel ’79 era toccato all’italo-americano Joe De Santis. Allora la promozione fu solo sfiorata. Ma siamo convinti che, di Vico e della ciclicità storica, al nostro non interessi molto.
HARPER Ovvero fattore H. Come Hayden, lo scorso anno. La “bambolona atomica”, capace di disastrare le difese avversarie, così come i nervi di tecnico, compagne e tifosi. Anche per questo è arrivata Harper. Meno esuberanza (fisica e non), ma più sostanza (miglior rimbalzista dell’ultima Eurolega). In più, con lei l’attacco potrà finalmente correre a briglia sciolta. Ché se c’è da far legna, dalla panchina è pronta ad alzarsi l’interminabile Paparazzo.
IMMORTALI Quelli senza tempo. Quelli che la storia l’hanno fatta per davvero. Sergio Stefanini era tra questi. Ci ha lasciati in piena estate, eravamo distratti. Ed è toccato a Sandro Gamba spiegarci la sua grandezza. L’eroe dei due scudetti. Il primo lungo della pallacanestro italiana e forse d’Europa. Siamo certi che la Reyer troverà il modo di ricordare degnamente il suo primo grande eroe.
LETTONIA Sono le spie venute dal freddo, per giustiziare le altrui difese. A “mano armata” dal Baltico, alla laguna. Gunta Basko e Kristaps Janicenoks: in comune, documento d’identità e licenza di colpire. La nuova frontiera dei frombolieri si sposta sempre più a Est. Una volta erano i “plavi”. Da un po’ di anni tocca a loro, ai “nuovi europei” far sognare chi di punti ne ha visti mettere anche 70. Da una sola persona, in un un’unica partita.
MEDIA Non è stato solo il mercato scoppiettante ad attirare le attenzioni dei media verso la Reyer. È l’insieme di tante cose: da “Reyer-baby”, al record di abbonamenti, dal recupero della Misericordia, ad “Adotta un tifoso”. Iniziative originali, mai fini a sé stesse, che stanno contribuendo ad elaborare un modello di società sportiva non convenzionale. Chi ha fiuto per le notizie, ha già sentito odore di novità.
NOVITÀ Tante, intriganti, frenetiche. Ben sette i volti nuovi della formazione maschile. Più la guida tecnica. Tre quelli della squadra femminile (per Fassina e Dalmasson si può parlare piuttosto di ritorni). Un insolito pacchetto lunghi tutto italiano per gli uomini. Una panchina profondissima per le ragazze. Soluzioni tutte da scoprire. Impossibile annoiarsi.
OROGRANATA Inconfondibili. Alla vista, ma anche al suono. La nobiltà dell’oro e la popolarità del rosso veneziano, che trovi ovunque, dal Gonfalone, ai ritratti del Tiziano. I colori della Reyer non passano mai di moda, anzi. E che gioia ritrovarli sempre più spesso sulle magliette di ragazze e ragazzi, in via Palazzo, come in Strada Nuova.
PLAYOFF Stavolta non possono sfuggire. L’anno scorso entrarci sarebbe stato un premio forse eccessivo. Quest’anno deve essere solo una vittoria di tappa. Anche in volata, ma di giustezza. Per poi affrontare il tappone dolomitico al meglio delle “cinque”, o giù di lì. Per le ragazze, invece, sarà questione di piazzamento. Magari per rimandare, questa volta, il derby con Schio alla finale.
QUALITÀ Più della quantità, la qualità. La Reyer, come raramente in passato, punta decisamente sul buono, più che sul tanto. Parliamo della regìa di Garris, del talento naturale di Janicenoks, del fosforo di Cirone, dell’atletismo di Ballardini, del piede perno di Rinaldi. I palati fini non avranno che l’imbarazzo della scelta.
RITORNO Ogni ritorno comporta una dose di rischio. Sarà così anche per Dalmasson. La trama è la stessa, ma cambia il genere. Il salto dal maschile al femminile non è cosa da poco. Poterlo fare in seno ad una stessa società può essere un vantaggio. E poi l’esempio di Michelini, che proprio a Venezia scoprì il femminile, dimostra che si può fare.
SCUDETTO Quella parola scomoda, detta a mezza bocca per alcuni anni su sponda femminile, non è più tabù. La finale, pur amara, persa contro Taranto ha rimosso ogni residua ritrosia. Il profumo di tricolore è stato troppo inebriante per dire che tutto è come prima. Diventare grandi vuol dire non aver più paura dei propri sogni.
TALIERCIO Sono lontani i tempi quando i tifosi avversari si permettevano di sbeffeggiare il palasport male in arnese di una squadra malandata (eravamo all’inizio degli anni ‘90). Da un paio d’anni ormai è tirato a lucido. Più luminoso, più popolato e più stretto che mai. Avrà messo il vestito buono in vista dell’addio?
UMANA Un abbinamento ormai storico, che eguaglia il record della Canon, sulle maglie orogranata per sette stagioni. Per il settore maschile si tratta del quarto anno, per quello femminile del settimo. Ma è soprattutto un abbinamento vincente: una promozione dalla B alla Legadue nel maschile; una Coppa Italia, una Supercoppa italiana, una finale scudetto e quattro semifinali, più svariati titoli giovanili, nel femminile. E siamo solo all’inizio.
VIVAIO È forse la nota lieta per certi versi più inattesa del 2009. Investire sui settori giovanili richiede programmazione e soprattutto pazienza. Anche qui la Reyer si è mossa puntando ad unire il territorio. E la formula sta già pagando: la splendida cavalcata dell’under 17 maschile arrivata alle porte della finale nazionale, come ormai fanno da anni le formazioni giovanili femminili della Reyer, ne è l’esempio più lampante.
ZERO Come zero ammende. È l’obbiettivo della società per fare ancora meglio nella Coppa Disciplina di Legadue. Non è impossibile, visto che l’anno scorso venne comminata una sola multa alla società orogranata. Una competizione vinta a mani basse, grazie ad un pubblico caloroso, ma sempre corretto. Abbinarla all’ “altra coppa”, non sarebbe male.
DI ALESSANDRO TOMASUTTI
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ALFABETO REYER
17 Dicembre 2009