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"Casa con papà": un progetto per padri in crisi dopo la separazione

"Casa con papà": un progetto per padri in crisi dopo la separazione

A Mestre due appartamenti accoglieranno gli uomini divorziati in difficoltà

Le coppie separate sono sempre più numerose e, tra le difficoltà legate alle nuove situazioni familiari, c’è quella dei padri separati, che tanto spesso si trovano in gravi difficoltà economiche da non riuscire più nemmeno a garantire, a se stessi e ai propri figli, un tetto sulla testa.
E’ nato per far fronte a questo problema “Casa con papà“, un progetto che tende la mano ai padri in difficoltà a tutela di un rapporto stabile e continuativo dei figli con entrambi i genitori.
Di cosa si tratta?
Per un periodo di tre anni, due case di proprietà Ipav saranno concesse in comodato d’uso gratuito all’Associazione nazionale Padri separati che a sua volta le utilizzerà per ospitare i padri nella fase critica post separazione.
Un primo passo per rispondere alle esigenze, per fortuna spesso transitorie, manifestate da un numero sempre maggiore di padri del nostro territorio.

I dati

Secondo i dati Istat elaborati da Adico di Mestre, il 2019, nel Comune di Venezia, ha fatto registrare 3.974 padri separati.  Un numero elevato che, rispetto al 2015, ha conosciuto un incremento del 30%. Nel veneziano, le coppie che si lasciano e divorziano sono soprattutto quelle con un’età media compresa tra i 50 e 54 anni.

«Rileviamo che la crisi nelle coppie – sottolinea Carlo Garofolini, presidente di Adico – è purtroppo sempre più frequente, ma anche che molti vivono da separati in casa perché lasciarsi è troppo costoso, soprattutto per gli uomini».

“Casa con papà”: insieme anche dopo

Contro le difficoltà economiche dei padri separati arrivano quindi a Mestre le prime due case messe a loro disposizione.
E’ quanto stabilito dall’accordo firmato da Ipav (Istituzioni pubbliche di Assistenza veneziane), Comune di Venezia e Associazione nazionale Padri separati.

Da sinistra Simone Venturini assessore alla Coesione sociale del Comune di Venezia; Tiziana Franchi presidente dell’associazione Padri separati; Luigi Polesel presidente di Ipav

Sono due gli immobili che da aprile saranno a disposizione dei padri separati in difficoltà. Si trovano a Mestre, in via Costa.
Si tratta di due appartamenti arredati composti ciascuno da due camere, due servizi igienici, un salotto e una cucina dove sarà possibile ricevere anche i figli.

Il progetto “Casa con papà” è rivolto a cittadini residenti nel territorio comunale di Venezia e potranno essere segnalati anche dal personale dei Servizi sociali.
Durante il periodo di accoglienza, della durata di sei mesi di norma, gli ospiti avranno a loro carico la sola compartecipazione alle spese vive.
Ai padri ospiti nelle due case sarà messa a disposizione l’intera rete di servizi comunali.

Un aiuto concreto per i padri divorziati

Ci sono gli affitti da pagare e il mutuo, il mantenimento per i figli e magari per l’ex moglie che non lavora.
La rottura del legame coniugale mette spesso in grande difficoltà gli uomini, proprio per questi costi. In molti casi insostenibili.

«L’obiettivo del progetto “Casa con papà” – spiega Simone Venturini, assessore alla Coesione sociale del Comune di Venezia – è assistere i padri che, a seguito di una sentenza di divorzio, si trovano in difficoltà e non riescono a pagare l’affitto, pur a fronte di uno stipendio, perché devono coprire gli oneri economici derivanti dalla separazione. Al di là di questa prima risposta riguardo l’aspetto residenziale, svilupperemo un percorso di rafforzamento dei dispositivi di aiuto, con un monitoraggio periodico, per accompagnare le persone verso una situazione migliorativa».

Un commento su ““Casa con papà”: un progetto per padri in crisi dopo la separazione

  1. È un iniziativa veramente lodevole, ma perché non lottare affinché la magistratura smetti di privilegiare sempre la donna? La stampa dovrebbe parlare un po più di quest’argomento affinché nella testa dei magistrati entri la consapevolezza che un papà una volta separato o divorziato deve provvedere esclusivamente al mantenimento dei figli, anche perché spesso, come nel mio caso, la donna trova chi le porge una mano con il risultato che l’assegno divorzile diventa un salvadanaio per la vecchiaia mentre il padre è costretto a vedere meno i propri figli perché non ha a disposizione nemmeno i fondi per mettere il carburante in auto. Scusate lo sfogo
    Buon lavoro


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Tag:  Venezia