Il contagio da coronavirus non è ancora concluso. Ma i segnali registrati nelle ultime ore sono assolutamente incoraggianti. Tanto da spingere il presidente del Veneto e soggetto attuatore per l’emergenza, Luca Zaia, a prospettare che il ritorno alla normalità possa essere davvero imminente. Forse già da lunedì prossimo.
L’annuncio del presidente
«I dati – ha dichiarato Zaia prima di entrare nella sede della Protezione civile di Marghera per il tavolo permanente con medici, infermieri, farmacisti e ordini professionali operanti in ambito sanitario – ci fanno ben sperare. Prova ne sia che vorremmo anche tornare velocemente alla normalità, non reiterando l’ordinanza che scade domenica. Sempre senza dimenticare che, come invece è avvenuto in Lombardia, noi non abbiamo mai chiuso gli esercizi pubblici. Io penso, ad esempio, che le scuole possano tranquillamente riaprire, per quel che ci riguarda. A meno che non ci sia la comunità scientifica che ci dice che ci sia un pericolo incombente».
Più che un annuncio, si deve ancora parlare di una semplice dichiarazione di intenti. Ma, dopo una settimana di grande difficoltà, lascia finalmente intravedere più di un semplice spiraglio. «Adesso – ha precisato il governatore – vedremo di capire. Ieri non abbiamo avuto videoconferenze con il Governo, oggi non ce ne sono in programma. Ma io ho sentito il Ministro sia ieri che oggi. Il tutto, sia chiaro, fermo restando che poi c’è sempre bisogno di garantire il presidio sanitario».
La situazione a oggi
A fare il punto del contagio, nell’occasione, è stata l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin. I casi di soggetti contagiati sono ora 98 (9 dei quali a Venezia centro storico), di cui 27 ricoverati: 8 in terapie intensive (a Padova, Venezia e Mestre), gli altri nei reparti di malattie infettive. Gli altri, più della metà del totale (compresi due soggetti dismessi e la bambina di Padova risultata positiva), sono a domicilio, asintomatici. Ovvero semplicemente positivi a uno dei 5.800 tamponi fatti.
«È bene – ha commentato Zaia – dire che è un dato assolutamente positivo, per noi. In primo luogo perché abbiamo avuto un aumento minimale, rispetto a ieri, pari a sole 10 unità. L’altro dato assolutamente positivo è che non abbiamo una crescita esponenziale come prevista dagli algoritmi. Ovvero sembra che il contagio sia sufficientemente circoscritto, in questo momento. E poi va rimarcato che, pur essendo indubbiamente presente sul nostro territorio, il virus non è ad alta letalità: su 100 malati, 80 guariscono tranquillamente e autonomamente; 15 avranno bisogno di cure mediche; 5 dovranno essere ricoverati con un quadro clinico importante. Noi ci stiamo preoccupando di questi ultimi: bisogna essere pronti con postazioni di terapia intensiva adeguate».
La situazione tra gli operatori sanitari
L’incontro di oggi a Marghera con medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, infermieri e farmacisti, è servito per fare il punto della situazione. «Tutti gli ospedali – ha puntualizzato l’assessore Lanzarin – sono attivi, continuano con la normale attività. Solo Schiavonia non accoglie nuovi ricoveri. Dove ci sono stati episodi, come Venezia, abbiamo avviato opere di sanificazione e spostamento del personale. E il personale contagiato è in isolamento a casa. Il messaggio che vogliamo dare è un messaggio di tranquillità».
Al riguardo, a specificare l’entità del contagio tra medici e operatori del Veneto è stato Domenico Crisarà, segretario regionale della FIMMG (la Federazione dei medici di medicina generale) del Veneto. I casi sono complessivamente 11, dei quali 5 (uno di Mestre) attualmente in isolamento. Una decina, hanno invece spiegato i rappresentanti dell’Ordine, gli infermieri ricoverati in Veneto, soprattutto su Treviso e Padova. Un numero tutto sommato esiguo, anche se, è stato ammesso, potrebbe in prospettiva dare problemi a livello di personale. Tant’è che, proprio ieri, sono state decise dalla Regione 215 assunzioni a tempo indeterminato di figure professionali.
Misure specifiche per affrontare la situazione
Ma non è l’unica questione che è stata affrontata al tavolo. «Il dialogo e la collaborazione con gli operatori sanitari – ha ammesso Lanzarin – sono molto buoni e devono continuare. Stiamo utilizzando tutte le precauzioni possibili, ma al tempo stesso dobbiamo porci tutti sullo stesso livello per linee guida e procedure». A brevissimo, dunque, la Regione dovrebbe emettere il provvedimento con cui stabilisce le procedure standardizzate per tutto il territorio.
Uno dei temi più delicati è quello dell’acquisto dei presidi a tutela del personale e di chi frequenta le strutture mediche. La diffusione di questi sistemi di protezione è ancora a macchie di leopardo, sul territorio. A fronte di una disponibilità non in grado di coprire tutti i 3.090 medici del Veneto, è stata fatta ovviamente la scelta di rifornire prima quelli che operano nelle zone in cui si sono registrati casi di contagio (come l’Ospedale Civile di Venezia). «I tempi – ammette Crisarà – sono stati ristrettissimi e le forniture non possono essere immediate. In tempi brevissimi, comunque, contiamo di fornire ad ogni medico di medicina generale almeno 3 completi rinnovabili, dal cappello alle mascherine, dai camici ai guanti e così via».
Pazienti visitati anche a distanza
Il presidente dei medici di base ha quindi annunciato che «stiamo mettendo in piedi un sistema di video-visita, con orari specifici dedicati alle videoconsultazioni». Il lavoro di triage telefonico dei medici di medicina generale, del resto, sta già dando i suoi frutti, essendosi registrata, negli ultimi giorni, una diminuzione del 30% negli accessi ai Pronto soccorso.
«Uno dei provvedimenti che abbiamo chiesto ed ottenuto – spiega Crisarà – è la sospensione dell’accesso libero anche agli ambulatori di guardia medica». Un servizio che, in Veneto, conta su 102 sedi che lavorano dalle 20 in poi. «E va sottolineato – conclude il segretario FIMMG – che i picchi di chiamate al 118 si registrano dopo le 8 di sera. Ovvero fino a quando lavorano i medici di medicina generale».
Mi chiamo Giuseppe e ho 54 anni ,soffro di un forte ESAURIMENTO NERVOSO e mi sono auto isolato da solo .Ho una profonda PAURA per me’ e i miei familiari . Non vivo piu’ .Soffro di alcune patologie come l’asma bronchiale ecc… Prendo varie medicine …Cosa mi consigliate ? Grazie.
Buongiorno Giuseppe,
Non si isoli psicologicamente. Se sente di non riuscire a controllare il panico si rivolga a qualcuno che potrà aiutarla a razionalizzare la paura. Se vive nel nostro territorio esiste anche un pronto soccorso psicologico. E’ sufficiente chiamare e le daranno un appuntamento immediato. Dobbiamo farci forza tutti. Il momento storico che stiamo vivendo non è facile ma ci sono delle accortezze che ognuno di noi può prendere per tutelarsi e tutelare gli altri. Se ne sente il bisogno ci scriva a redazione@metropolitano.it. Le risponderemo in privato. Non perda la fiducia!