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Danilo Mainardi, l'etologo amico degli animali

Danilo Mainardi, l'etologo amico degli animali

«Per 15 anni lo si è visto sempre in compagnia di un Golden Retriever di nome Orso. Non era solo il suo amico a quattro zampe e insostituibile compagno di vita. Faceva parte della famiglia».
Inizia così il ricordo di Danilo Mainardi. Le parole della moglie Patrizia Torricelli raccontano bene chi fosse.
A tre anni dalla sua scomparsa, nell’Auditorium del Campus Scientifico dell’Università Cà Foscari a lui dedicato, a Mestre, il ricordo di questo grande etologo e divulgatore scientifico del mondo animale è stato celebrato con la presentazione di “Storie di cani e gatti e altri animali”. Una raccolta degli articoli da lui pubblicati tra il 2008 e il 2015 che la moglie Patrizia Torricelli, già professoressa presso il Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica di Cà Foscari, ha curato personalmente.

  • Dai sentimenti del cane al comportamento dei gatti, dal ritorno delle lucciole agli orsi polari, le balene, i koala. Sono tanti gli aneddoti e le curiosità nel libro “Storie di cani e gatti e altri animali”…

«Danilo era uno scienziato curioso e appassionato di tutto il mondo animale. Ha svolto ricerche sul comportamento animale, una ricerca che andava ben oltre l’interesse del ricercatore e dello sperimentatore. L’attenzione per gli animali era una sua naturale attitudine. Una spontanea attrazione, una parte irrinunciabile della sua vita quotidiana».

  • Danilo Mainardi aveva attenzione e passione per tutti gli animali, in particolare per i cani: che rapporto instaurava con loro?

«Danilo ha studiato a lungo l’addomesticamento ed era attratto da tutte le razze domestiche: dagli uccelli agli asini ai cavalli, ai gatti. Ma, soprattutto, l’amore della sua vita erano i cani. Fin da bambino e per tutta la sua vita ha avuto al fianco alcuni Terrier, un Terranova e per ultimo il Golden Retriever “Orso”. Li teneva il meno possibile a guinzaglio, lasciandoli liberi di esplorare, annusare e giocare. Era spesso perplesso sui numerosi divieti di accesso dei cani in luoghi pubblici. Era fortemente convinto che un cane fosse a tutti gli effetti un membro della famiglia e fondamentale per l’educazione dei bambini».

  • Com’è nato il libro da lei curato e che messaggio vuole trasmettere?

«Il volume è una raccolta di articoli pubblicati sulle pagine nazionali del Corriere della Sera, sulla rubrica “Noi e loro” del Corriere di Milano e “Animalia” dell’inserto Sette. Sono testi mai riproposti altrove e pubblicati nella versione originale, quella uscita dalla tastiera del PC prima dei tagli e delle modifiche imposte dalle esigenze di redazione. Trattano di comportamento animale, del rapporto – spesso difficile – dell’uomo con le altre specie, di natura e di ambiente in generale. Temi sempre più di grande attualità, affrontati con rigore scientifico, efficacia e chiarezza. Sono pagine che vogliono far comprendere quanto per lui fosse importante portare alle persone la cultura naturalistica facendola uscire dai testi prettamente scientifici».

  • La prefazione del libro è curata dal grande Piero Angela con il quale Danilo Mainardi ha lavorato molti anni

«Hanno collaborato per oltre trent’anni ai programmi Rai di divulgazione della scienza. Tra loro c’era una grande affinità nei modi di vedere e di pensare. Amavano discutere e confrontarsi su molti temi. La loro è stata anche una grande amicizia. Di Piero Angela apprezzava moltissimo che non perdesse occasione di sottolineare l’importanza per un Paese di investire nella ricerca e nel reclutamento di giovani brillanti».

Piero Angela a Mestre, secondo da sinistra, nel giorno dell’intitolazione dell’Auditorium del Campus Scientifico dell’Università Ca’ Foscari a Danilo Mainardi
  • Piero Angela nella prefazione a “Storie di cani e gatti e altri animali” rileva come ogni capitolo sia un tassello di quel puzzle che è il rapporto tra uomini e animali che ha sempre affascinato Mainardi, che mai si è stancato di mettere in evidenza come il pensiero intelligente non sia esclusivo della specie umana.

«Sì. Danilo Mainardi – conclude Torricelli – era l‘amico degli animali ed era splendido nel trasformare una divulgazione scientifica rigorosa in  una sorta di chiacchierata tra amici».

Sfogliando il libro si trovano così i ricordi indelebili del suo cane “Orso” ma anche le storie dei cani famosi come i bassotti di Folco Quilici, gli amici a quattro zampe di Dino Buzzati e i 14 compagni di Peggy Guggenheim. Non mancano le esperienze dei cani e altri animali nelle carceri a Venezia e Verona e la pet therapy con i cavalli per il recupero dei detenuti, nella Casa di reclusione di Milano Bollate.

 

 

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