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The day after: una città libera.

The day after: una città libera.
Brillamento dell'ordigno bellico americano ritrovato a Marghera

Alla fine, dopo 75 anni, è esplosa.
In mezzo al mare, dopo aver tenuto una città in scacco e migliaia di persone con il fiato sospeso fino al termine delle operazioni di disinnesco.

L’ordigno americano

La bomba, ritrovata durante dei lavori di realizzazione di vasche per le acque reflue svolti dagli operai di Veritas a Marghera, è infatti brillata alle 15.38 al largo di Malamocco, dove è giunta dopo un viaggio durato circa tre ore.
Era un ordigno americano  dal peso di 500 libbre, circa 250 kg e contenente 127 kg di tritolo,  sganciato dagli alleati. Solo per una provvidenziale fortuna non è esplosa quando, il 15 gennaio, l’operaio addetto allo scavatore l’ha urtata con la benna scoprendo la sua esistenza.

Il disinnesco e lo despolettamento

L‘AN M64 General Purpose, usata in genere dagli alleati per distruggere obiettivi come infrastrutture e depositi, è stata disinnescata dagli artificieri dell’8° Reggimento Guastatori Paracadutisti “Folgore” di Legnago. Un’operazione chirurgica, quella del disinnesco e dello despolettamento, preceduta dalla messa in sicurezza dell’ordigno e dalla costruzione di un’opera di contenimento delle conseguenze che, un’eventuale esplosione, avrebbe potuto provocare.

Il brillamento della bomba

Sollevata con una gru, la bomba è stata poi consegnata alla Marina Militare che ha provveduto, trainando la piccola zattera in cui è stata collocata, a portarla in mare aperto.

Qui le sono state applicate delle cariche di esplosivo ed è stata fatta esplodere sott’acqua dai palombari del Gruppo operativo subacquei (GOS) del Comando Subacquei e Incursori della Marina Militare. L’effetto scenico prodotto da una colonna d’acqua di diverse decine di metri ha sciolto finalmente ogni tensione di una giornata iniziata per tutti troppo presto.

L’evacuazione e il blocco della città

L‘evacuazione di un’area compresa entro 1816 metri dal punto in cui si trovava la bomba è iniziata infatti alle prime luci dell’alba. 3500 persone hanno dovuto lasciare le loro abitazioni affinché le operazioni potessero avvenire in sicurezza. All’opera, centinaia di uomini di tutte le Forze dell’ordine, militari, volontari della Protezione Civile, Vigili del Fuoco e Suem.


Mentre le navette Actv provvedevano a portare le persone evacuate al Palasport Taliercio, punto di raccolta del “Bomba day”, alle 8.40 sono entrati in azione gli artificieri.
Il silenzio e la tensione che hanno accompagnato il loro lavoro sono stati rotti alla fine da un applauso liberatorio nel Centro Operativo che seguiva ogni fase dell’operazione.

Erano le 12.09. Poco più di tre ore dopo, tutto sarebbe finito. 

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Tag:  bomba day