Per la prima volta a una donna il Premio “Leone del Veneto”
“Mi hanno detto spesso che ho un carattere difficile, che sono testarda e cocciuta. Io mi sono in realtà sempre sentita una leonessa, ora ne ho la conferma”.
Raggiante, mentre tra le mani tiene il suo nuovo trofeo, il “Leone del Veneto” che il Consiglio regionale le ha conferito in quanto “Campionessa infinita, che ha saputo emozionare, sorprendere ed essere di esempio per tutti, come atleta e come donna, distinguendosi per l’impegno, la dedizione e la capacità di risollevarsi che l’ha portata ad imporsi a livello mondiale” Federica Pellegrini della leonessa ha infatti tutte le caratteristiche.
La potenza e il coraggio, la costanza e la forza, la velocità e la capacità di stupire con i suoi scatti finali che l’hanno portata a conquistare più volte il podio in ogni competizione.
Federica Pellegrini lancia nuove sfide
Le leonesse, si sa, non siedono sugli allori. La caccia alla vittoria, così, non si spegne neanche per la nostra Fede.
“Tokyo 2020? Potrebbe anche non essere la mia ultima Olimpiade – dice lanciando una bomba sul suo futuro agonistico – Perché non puntare alla sesta consecutiva? Ho sempre pensato che con Tokyo avrei chiuso, ma adesso che mancano solo sette mesi ci sto ripensando. Sono la capitana della squadra, ho portato il tricolore come portabandiera e penso che qualcosa da dare lo posso avere ancora “.
Il nuoto, primo e unico vero amore
Prima atleta e prima donna premiata con il “Leone del Veneto”, Federica Pellegrini aveva poco più di un anno quando è entrata per la prima volta in una piscina.
“Da allora, non ho mai abbandonato il mio primo, vero e unico amore – dice – Il nuoto è tutto: lacrime, gioia, dolore, trionfo, fatica ed esaltazione. Si perde e si vince nello spazio di un centesimo di secondo, ma alla fine quello che resta impresso in memoria sono i ricordi più belli, quelli delle vittorie. Ogni passione è ovviamente anche fatica e sacrificio, ma per arrivare a dare il meglio bisogna essere disposti ad affrontare tutte le difficoltà e a saper rinunciare anche a qualcosa“.
Venezia sempre nel cuore
La sua passione la porta spesso lontana per lunghi periodi ma se a una cosa Federica Pellegrini non sa rinunciare, è la propria città.
“Da Venezia in realtà, anche se ho girato il mondo, non riesco proprio a separarmi, e forse anche per questo ho deciso di allenarmi a Verona – spiega – Il ritorno al mio mondo, a mia mamma che mi porta a fare shopping in giro per Venezia con il suo passo da veneziana doc per me è fondamentale, e se devo dirla tutta tra dieci o quindici anni mi vedo anche io a girare per Murano assieme a uno o due piccoletti”. Sono diversi i punti di riferimento di Federica Pellegrini nel nostro territorio. Venezia e Murano, Spinea, Jesolo.
Ora Verona, dove porta con orgoglio la su “r” tipicamente veneziana declinata in termini diversi nell’unire caparbietà, fierezza e raffinatezza. Abito corto nero e tacco 12 ingentiliscono anche una leonessa come lei.
La nuova stagione delle donne
“Penso che con il premio a Federica Pellegrini si inauguri una nuova stagione che vedrà protagoniste molte donne in una Regione dove, del resto, la figura femminile ha sempre svolto un ruolo eccezionale – ha rilevato il presidente del consiglio Veneto Roberto Ciambetti – Anche solo pensando allo sport, le prime medaglie olimpiche vinte dall’Italia appunto nel nuoto le dobbiamo alla padovana Novella Calligaris e sempre nel medagliere olimpico penso alle venete Sara Simeoni, Gabriella Dorio, Antonella Ragno per non parlare di Bebe Vio”.
Il Premio Leone Veneto
Istituito dal Consiglio Regioneale del Veneto nel 1999 per onorare i cittadini veneti o di origine veneta che si sono particolarmente distinti nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’economia, della finanza e in attività professionali, sociali e umanitarie e – da questa edizione – anche nello sport, il “Leone del Veneto” vanta tra i suoi titolari nomi del calibrodi Federico Faggin, inventore del chip grazie al quale si è sviluppata la rivoluzione tecnologica del computer e poi ulteriore innovatore con la tecnologia touch che ha aperto la strada agli smart phone e tablet, e Ferdinando Camon, narratore e testimone della trasformazione della società veneta con la morte della cultura contadina fino allo spaesamento della post-modernità. Quest’anno, per la prima volta, l’ambito Premio ha aperto al mondo dello Sport, individuando nel territorio la sua leonessa più agguerrita.