Marghera cambia. Il cuore di Città Giardino, ossia Piazza Mercato, si prepara infatti a un radicale ridisegno. Via vecchi casermoni, sì a nuovi spazi da ridefinire per una rivalutazione del centro della città. Studi professionali e Università possono sbizzarrirsi. Come può cambiare Piazza Mercato? Il Comune di Venezia, con una delibera da poco approvata dalla Giunta comunale, si appresta a raccogliere idee e progetti.
Riqualificazione per Piazza Mercato
Il concetto che dovrà essere alla base delle proposte di professionisti e studiosi e quello di fare di Piazza Mercato uno spazio sempre più in grado di produrre aggregazione.
Su impulso del sindaco, la direzione Urbanistica ha così già effettuato una prima analisi, finalizzata proprio alla ricerca di un progetto che porti a una riqualificazione e valorizzazione urbana dell’area.
«È un tema – spiega la vicesindaco, Luciana Colle – tutto da studiare, partendo dal presupposto che la riqualificazione dia una spinta alla rivalutazione dell’intera zona. E il ventaglio di soluzioni astrattamente possibili è assai ampio. Si va dal piccolo parco, alle attività commerciali, a piccole palazzine più attinenti all’attuale contesto urbano».
L’abbattimento delle palazzine demaniali
Già, perché, nel contempo, la stessa delibera ha posto le basi per l’abbattimento delle sei palazzine ex demaniali che “chiudono” la piazza sul lato opposto a quello del Municipio.
Si tratta di immobili, costruiti negli anni Quaranta, occupati solo in parte. Di 48 alloggi, ben 31 sono infatti vuoti. Le 17 famiglie che vi vivono saranno trasferite dal Comune in altri alloggi Erp.
Gli stabili, per i quali non è mai stata fatta una vera manutenzione, devono essere abbattuti in quanto versano in condizioni economiche non più convenienti. «Sono giunti – riprende Colle – al loro fine vita dal punto di vista edilizio. E il costo di interventi di manutenzione sarebbe in proporzione troppo elevato. Tanto più che, per mettere a posto queste case, sarebbe comunque necessario durante i lavori far spostare in altri alloggi coloro che vi abitano».
La storia delle palazzine demaniali di Marghera
I sei palazzi fanno parte del lotto di circa 800 appartamenti dei quali lo Stato ha donato la proprietà al Comune sulla base dell’articolo 2 della legge 449 del 1997. In precedenza, facevano parte del patrimonio del Demanio in quanto costruiti con leggi di finanziamento ad hoc. Per legge, in questi casi lo Stato si intesta la proprietà degli immobili, ma non se ne accolla la gestione.
Gli affitti, di conseguenza, sono stati gestiti dallo Iacp, come alloggi di edilizia popolare. Trattandosi di immobili statali, però, lo Iacp non vi ha mai messo nessun soldo per effettuare lavori di manutenzione. E si è giunti così alla situazione odierna, in cui le palazzine sono evidentemente fuori da ogni sintonia all’interno di un cuore di Marghera che sta cambiando volto.
Città Giardino: un quartiere vincolato “di notevole interesse pubblico”
Per avere il via libera alla demolizione, il Comune ha dovuto verificare l’interesse storico-artistico degli immobili. E ha ricevuto la risposta che tale interesse non sussiste, non ricadendo all’interno degli attuali vincoli. La Città Giardino di Marghera, progettata da Emilio Emmer e nata come “quartiere urbano” all’inizio del Novecento, da poco più di un anno è infatti uno dei pochi quartieri italiani a cui è stato riconosciuto dal Ministero il “notevole interesse pubblico”.
Le villette storiche del centro di Marghera, così, hanno ricevuto un’importante tutela. Ma ciò non esclude che, in parti non altrettanto degne di un riconoscimento storico-artistico, si possa pensare a una nuova prospettiva. Una prima idea è quella, avanzata dal sindaco Brugnaro, di creare una sorta di boulevard che colleghi l’asse tra le piazze di Marghera (Mercato) e Mestre (Ferretto).
Ottima cosa! Avanti con queste idee per dare un volto nuovo e.. bello (cosa non scontata) a quella parte importantissima di Venezia, che è Marghera.