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La pigotta gondoliere di Venezia. Adottala negli alberghi

La pigotta gondoliere di Venezia. Adottala negli alberghi

La “pigotta” compie 20 anni. E festeggia arrivando per il prossimo Natale nei primi alberghi veneziani.
Grazie al protocollo d’intesa triennale sottoscritto da Associazione Veneziana Albergatori e Unicef, le bambole bandiere della solidarietà potranno essere “adottate” da residenti e turisti anche nelle reception degli hotel aderenti all’Ava.

Solidarietà più forte dell’acqua alta

La firma di ieri è il punto di arrivo di un accordo partito ancor prima dell’eccezionale ondata di acque alte che ha colpito Venezia a novembre.
L’idea era quella di una prima concretizzazione proprio in occasione delle festività natalizie, quando crescono sia gli acquisti che la volontà di fare del bene. I gravi danni subiti dal sistema ricettivo hanno però rallentato la possibilità di coinvolgere tutte le strutture ricettive. “Anche se la maggior parte degli albergatori – ha comunque rassicurato Claudio Scarpa, direttore di Ava – in questi giorni è alle prese con la quantificazione dei danni ai fini del risarcimento, riusciremo comunque prima di Natale a ricavare in alcune portinerie dei nostri hotel almeno i primi spazi dedicati all’Unicef. E a proporre ai nostri ospiti, sperando anche che ripartano le prenotazioni, l’adozione di una delle tante pigotte realizzate dai volontari”.

Pigotte che, va detto, hanno dovuto a loro volta superare l’emergenza-alluvione. “Nei giorni dei maggiori picchi di marea – rivela Silvio Chiari, presidente di Unicef Venezia – anche alcune decine di pigotte che conservavamo a Santa Croce sono “annegate” nell’acqua alta. Ma ne restano comunque centinaia a disposizione per l’adozione da parte dei Veneziani”.

Da sinistra, Claudio Scarpa (direttore Ava), Silvio Chiari (presidente Unicef Venezia) e Mariella Andreatta (Presidente Unicef Veneto) con in mano le pigotte

Adotta una pigotta per le scuole del Niger

L’idea della pigotta, bambola in pezza realizzata con materiali di riciclo realizzata dai volontari dell’Unicef in collaborazione con realtà come scuole o centri anziani, nasce in forma sperimentale nel 1989. E, dal 1999, diventa marchio registrato ufficiale. Il meccanismo della campagna “Adotta una pigotta”, attivo tutto l’anno (ma con l’ovvia punta natalizia), è semplice. L’Unicef propone l’“adozione” della bambola a fronte di un contributo volontario minimo di 20 euro.

All’ente, la pigotta non costa nulla, essendo affidata l’intera filiera, dalla realizzazione alla diffusione, al volontariato.
E non c’è alcuna “dispersione” del denaro raccolto grazie alla generosità della gente comune. I fondi confluiscono interamente nel conto corrente dedicato dall’Unicef alle pigotte e destinato al finanziamento di campagne specifiche mirate a precisi obiettivi. Quest’anno, i soldi verranno impiegati per l’iniziativa “Non ho fatto i compiti”, che mira alla scolarizzazione primaria e secondaria delle bambine del Niger. Serviranno per realizzare strutture scolastiche e acquistare sussidi e strumenti di lettura.

C’è pigotta e pigotta

Nel 2018, in Italia, sono state realizzate 21.000 pigotte. Circa 500 di queste sono state adottate lo scorso anno nella Città metropolitana di Venezia.
Le bambole, essendo realizzate singolarmente, sono ognuna diversa dall’altra. Vi sono anche diverse tipologie di pigotte. Quelle “classiche”, che legano il contributo all’adozione alla prima campagna realizzata da Unicef. “20 euro – spiega la presidente Unicef Veneto, Mariella Andreatta – sono il costo di una vaccinazione per salvare la vita di un bambino: ogni pigotta adottata sta a simboleggiare quindi una vita salvata”.

Ci sono poi le “damine”, più rifinite ed eleganti, proposte a 25 euro. Anche in questo caso, alla base c’è comunque la generosità a 360 gradi.
A fornire gratuitamente i tessuti di pregio per realizzare gli abiti delle bambole sono ditte, come Rubelli, che da anni collaborano con Unicef.
E poi ogni città ha una serie di pigotte “personalizzate”.
A Venezia, così, sarà offerta all’adozione la “pigotta-gondoliere”. Oltre che nei primi alberghi, le bambole potranno essere adottate anche nella sede di Unicef Venezia, in rio terà dei Pensieri, mentre si stanno organizzando ulteriori punti vendita in vista del Natale.

Alcune pigotte “damine”

L’accordo Ava-Unicef

Quello sottoscritto a Venezia è il primo accordo di partnership concluso da Unicef in Italia.
Ha trovato terreno fertile nella generosità degli albergatori veneziani, che da sempre affiancano la beneficienza al business.
Lo testimonia l’iniziativa che dovrebbe partire a gennaio, in cui si chiederà agli ospiti di donare un euro per aiutare la Venezia alluvionata.

Questa firma segna intanto l’avvio di un rapporto continuativo e costante, che si tradurrà nei prossimi anni in una serie di iniziative. “Nella nostra assemblea sociale tra fine maggio e inizio giugno – spiega Scarpa – e al Venice Hotel Market, la fiera degli albergatori che si terrà il 10 marzo, proporremo a tutti di aiutarci nella proposizione delle pigotte dell’Unicef agli ospiti degli alberghi. Già per Carnevale saremo comunque pronti con i corner in tutti gli alberghi dell’associazione. Ci attendono tre anni importanti, in cui saremo uniti a Unicef in un’unica battaglia”.

“Con il passare degli anni – commentano Andreatta e Chiari – ci aspettavamo un calo della domanda. Invece le richieste di pigotte continuano a crescere. E anche a Venezia questa sensibilità rimane. Arrivare poi negli alberghi di una città come questa ci permette di portare in tutto il mondo il nostro messaggio. E diffondere la conoscenza dell’impegno di Unicef, soprattutto nei 197 Paesi in cui si presentano oggi situazioni estremamente difficili”.

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