20 milioni di paia prodotte nei calzaturifici brentani. La metà per le grandi firme
I numeri raccontano una storia di successi. Lo spessore produttivo ed economico del settore calzaturiero veneziano, anche nel 2019, è stato confermato.
La scarpa rivierasca del lusso ha superato infatti il giro d’affari di 2 miliardi di euro, contribuendo per il 60% al fatturato complessivo veneto del comparto e al 20% di quello nazionale. I dati sono emersi nel corso dell’assemblea nazionale 2019 dei calzaturieri della Riviera del Brenta. Un settore di cui fanno parte 553 imprese e che impiega oltre 10.500 addetti.
Quante scarpe si producono nei calzaturifici brentani? Tantissime e destinate ai mercati di tutto il mondo.
In cifre, 20 milioni di paia, il 92% delle quali esportate all’estero.Il distretto calzaturiero della Riviera del Brenta produce grossomodo per il 50% a marchio proprio ed il resto per i grandi brand internazionali.
Le grandi firme scelgono i calzaturifici di casa
«L’andamento dell’ultimo semestre 2019 – anticipa Luigino Rossi, pioniere della produzione calzaturiera di alta gamma della Riviera del Brenta- confermerebbe non solo i numeri relativi all’anno scorso ma soprattutto l’andamento, tutto sommato positivo, del comparto. Risultati confortanti al di là dei numeri se consideriamo le difficoltà incontrate in questi ultimi anni con i dazi imposti alla Russia dall’Unione Europea, mercato che per noi si è dimezzato, e le preoccupazioni sui potenziali dazi a venire applicabili dagli Stati Uniti».
Cosa fa del calzaturiero rivierasco il distretto di prima scelta per le grandi firme della calzatura di lusso femminile?
Sono tanti gli ingredienti che trattengono le griffe in Riviera del Brenta : il savoir faire delle maestranze, che si traduce poi in qualità, la flessibilità delle aziende sempre pronte a rispondere con rapidità alle dinamiche dei mercati internazionali e la loro capacità di formare le nuove leve all’utilizzo delle tecnologie più innovative.
Creatività e ricerca: le nuove leve del Politecnico
«Quello che mantiene ancora viva e di prospettiva la competitività del nostro distretto è la flessibilità produttiva ed il knowhow ancora inarrivabile e non replicabile in altre realtà territoriali – spiega Luigino Rossi – Tutto questo deriva da decenni di applicazione, di studio e di sacrifici degli storici industriali ma anche delle ultime generazioni di eredi, che stanno portando avanti con caparbietà le aziende di famiglia. E poi molto lo dobbiamo alla presenza del nostro Politecnico, un unicum al mondo, che sforna ogni anno manodopera e tecnici capaci e preparati all’utilizzo degli ultimi e più aggiornati strumenti informatici e tecnologici. E’ una scuola frequentata da migliaia di studenti, con insegnanti che spesso sono capi reparto, capiproduzione, esperti di modelleria che lavorano nelle loro imprese. E’per questo che le maison internazionali vengono a cercare da noi creatività e ricerca».
La forza delle imprese familiari e dell’artigianato
Sono tante le eccellenze del comparto scarpa nel nostro territorio. Un recente studio dell’Università Cattaneo commissionato da Assocalzaturifici (rappresentanza nazionale del settore), sulle numerose imprese familiari del calzaturiero in Italia, cita per il veneziano il “Formificio STF” di Stra (Ve) e “Moda Di Fausto” di Vigonovo (Ve).
La pubblicazione, dal titolo emblematico “L’impresa calzaturiera di famiglia”, narra storie di una generazione che innova e conferma, di fatto, il quadro disegnato da Luigino Rossi. «Il volume – spiega Valentina Lazzarotti, professore associato della Scuola di Ingegneria Industriale e curatrice del libro insieme a Federico Visconti, rettore della LIUC-Università Cattaneo – ha analizzato dinamiche e strategie del comparto, finendo con il mettere in luce le eccellenze. Ciò che si è evidenziato è stato che se da una parte c’è il tentativo di fronteggiare la crisi contenendo i costi anche attraverso l’automazione dei processi, dall’altra permane la necessità di “restare artigiani”, per garantire il bello del design italiano che rende queste aziende partner insostituibili per le grandi griffe della moda. In questo contesto si inseriscono le dinamiche tipiche delle imprese familiari».
Obiettivo: mantenere il primato del Made in Italy nel mondo
Ed è proprio questo tessuto produttivo fatto di artigianalità flessibilità e abnegazione che fa dire a Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici, a commento dell’ultimo report sull’Industria Calzaturiera italiana – Primo semestre 2019 che «è fondamentale formare nuove figure professionali in grado di innovare le aziende del calzaturiero Made in Italy perché la formazione, affiancata da mirate strategie di internazionalizzazione e da importanti iniziative fieristiche è la risposta concreta con cui possiamo avviare un processo di rilancio del calzaturiero italiano e confermarne il primato nel mondo».
Tendenze moda autunno-inverno 2019
Quali sono le proposte moda autunno-inverno 2019 più richieste ? C’è l’imbarazzo della scelta. La tendenza moda autunno – inverno 2019 si gioca infatti a maglie larghe, con qualche rotta più battuta e illuminata di altre, che al femminile si declina con tacchi impegnativi, anche vertiginosi, robusti e plateau che ritornano non senza perplessità tra gli addetti ai lavori. Tracce diffuse dei migliori anni settanta si riconoscono nelle forme, punte squadrate e tacchi svasati, così come nei colori, nelle vernici. Uno sguardo al futuro con i materiali high -tech.