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Dagli alberi una maggior qualità della vita

Dagli alberi una maggior qualità della vita

Storia dell’albero viaggiatore: dal check-in al gate d’imbarco per conoscere l’aeroporto di Tessera

 

Quanti alberi ci sono nel Comune di Venezia?
Oggi 100 in più. Sono quelli che i bambini della scuola dell’infanzia Franchin di Tessera e gli alunni delle classi quinte delle scuole primarie S.M. Goretti e G.A. Farina di Mestre, in occasione della “Giornata dell’Albero”, hanno piantumato nell’area dell’Aeroporto. Ciascuno il proprio .
Sono i primi 100 nuovi alberi del terrapieno  di 5 metri d’altezza previsto dal Master Plan del Marco Polo. L’aeroporto di Venezia ha aperto le porte ai bambini per raccontare le proprie attività e illustrare i propri obiettivi per quanto riguarda le opere di mitigazione e la sostenibilità ambientale.

“Siamo un aeroporto del territorio e per il territorio -ha spiegato il presidente del Gruppo SAVE, Enrico Marchi- Guardiamo però lontano, improntando la nostra crescita all’efficienza e nel contempo al rispetto dell’ambiente che ci circonda. Investiamo in tecnologie innovative e soluzioni di efficientamento energetico. Le nostre azioni si sono già tradotte nel raggiungimento del massimo livello dell’Airport Carbon Accreditation e ci siamo impegnati a eliminare del tutto le emissioni di CO2 entro il 2050“.

Il primo passo, è la piantumazione di  nuovi alberi nell’area scalo. Ognuno di questi porta il nome del bambino che lo ha adottato.
“I nuovi alberi che oggi avete piantato -si è rivolto ai bambini  il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – sono il simbolo di una speranza per il vostro domani. Save, che ringrazio,  sta mantenendo con questa iniziativa l’impegno di naturalizzare l’area aeroportuale per renderla più boschiva e quindi ecosostenibile. Questa -ha concluso il primo cittadino – è una infrastruttura di cui siamo orgogliosi”.

Venezia agli Stati Generali del Verde Pubblico

La ricorrenza anticipa una giornata speciale, quella del 21 novembre, istituita nel 2013 per sensibilizzare e promuovere la tutela dell’ambiente e valorizzare la presenza degli alberi negli spazi urbani. Venezia,  per l’attività a tutela e salvaguardia delle aree boschive del territorio, è riconosciuta comune virtuoso da questo punto di vista e  fa per questo  parte dei comuni italiani (Torino, Roma, Milano, Lecce e Napoli) chiamate a partecipare  agli Stati Generali del Verde Pubblico. “Due giornate di studio il cui scopo –spiega l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – consiste nel far convergere il mondo tecnico e istituzionale verso una maggiore integrazione del verde nella pianificazione urbanistica territoriale e verso soluzioni nature-based per città più resilienti”.

Gli alberi a Venezia

Nel comune di Venezia ci sono 200 specie di alberi appartenenti a 44 famiglie diverse.
Il patrimonio arboreo si distribuisce fra i 230 ettari di bosco di Mestre, i 110 ettari di parchi, i 340 ettari di verde urbano.
Ma anche tra 
i forti del campo trincerato di Mestre, le strade, le isole, gli impianti sportivi, i giardini delle scuole e quelli privati.
E’ costituito da  oltre 500.000 alberi, ognuno dei quali non solo rende la città esteticamente più bella ma svolge un’importante azione per il benessere e la salute di tutti.
Nel nostro comune ci sono tanti piccoli e grandi polmoni verdi che rappresentano un patrimonio naturale a tutti gli effetti e contribuiscono ad arricchire la biodiversità .

Serenissimi alberi

L’attenzione di Venezia per gli alberi ha radici che portano molto indietro nel tempo.
Già  dai tempi della Serenissima erano infatti stati approntati sistemi di gestione forestale per tutelare il patrimonio boschivo dei possedimenti veneziani. I boschi della Venezia “de tera”, come per esempio quello del Cansiglio, dal quale arrivava il faggio per la costruzione dei remi delle galee, erano fondamentali per i cantieri navali e per consolidare le rive.
Soprattutto, già dal 1500, abbattere gli alberi, se non lo si faceva con una debita autorizzazione,  era un reato. Questo valeva per gli alberi su suolo pubblico, ma anche per gli alberi degli orti, i peri e i meli e qualsiasi altra specie arborea. E non si scherzava: un albero abbattuto valeva una condanna.

 

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