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Venezia chiama. Tanti giovani "angeli" rispondono

Venezia chiama. Tanti giovani "angeli" rispondono

Oltre 3.000 giovani volontari a disposizione di chi ha bisogno

Sara è una giovane studentessa del Liceo delle Scienze Umane Tommaseo.
La raggiungiamo al telefono dopo che ha trascorso parecchie ore in giro per la città a raccogliere immondizie e ad aiutare chi ancora si trova nel bisogno.
E’ stanca, ma felice per quello che ha potuto fare.  Non sveleremo il suo cognome. E’ minorenne e, soprattutto, non le interessa apparire.
Lei voleva agire e di sicuro sono in molti, in città, che sanno di chi stiamo scrivendo e che rinnovano in questo momento il loro “grazie”.
Assieme a tanti altri coetanei, in questi giorni ha girato Venezia in lungo e in largo, ha faticato, è stata immersa nell’acqua. Ha teso una mano e regalato un sorriso.

Sara è una dei tanti giovani che nella settimana di passione di Venezia ha restituito il volto migliore della città.
E’ l’emblema della gioventù più bella: quella che viene spesso tacciata di indifferenza, egoismo, scarso impegno. La stessa che, invece, in questi terribili giorni di maree eccezionali e speranze che andavano a picco, ha intenerito e commosso invadendo le calli piena di buona volontà, entrando nelle case per dare supporto, lavorando nei negozi gratuitamente e con il sorriso perché ognuno potesse riprendere al più presto la propria normalità.

Il ritrovo dei ragazzi prima della grande fatica

Insieme per rialzarsi

«Ciò che mi ha particolarmente colpito – ci racconta – è aver visto tantissimi giovani, anche non veneziani, che si sono spontaneamente uniti ai gruppi di volontariato cittadini per aiutare Venezia. E lo spirito combattivo che è emerso nonostante il dramma».
Tanti ragazzi e ragazze con stivaloni e guanti da lavoro. Sembravano sbucati dal nulla. Sono diventati parte della città in un baleno.
Per Sara, tanto amore per la sua Venezia e tanti anni nel gruppo Scout “Venezia Sesto”, la discesa in campo non ha avuto esitazioni. Ma quella dei tanti coetanei giunti da fuori porta è stata una bella sorpresa per tutti.

Ovunque un via vai incessante di gruppi che raccoglievano immondizie e cose da buttare, trascinavano sacchi o spingevano pesanti carrelli carichi di spazzatura.
Sono stati battezzati “angeli”.  E lo sono. Ma soprattutto sono ragazzi che non si sono risparmiati e che ancora oggi, anche se l’emergenza è fortunatamente superata e molti di loro hanno ripreso le lezioni a scuola, proseguono silenziosamente la loro opera.
Si sono dati appuntamento soprattutto grazie ai social, si sono  formati gruppi per fronteggiare il dramma, hanno coordinato le richieste e i vari interventi in ogni parte della città e isole. E oggi sono amici. Fra loro e dell’intera città che ha sentito il loro abbraccio ricambiandolo con il cuore.

Come Sara, anche Sebastiano Cognolato, ventiquattrenne veneziano, non ha esitato un attimo a mettersi in gioco.
E’ il presidente dell’associazione “Venice Calls”: l’arrivo di aiuti da parte dei suoi amici se lo aspettava. Ma l’emergenza della marea eccezionale gli ha fatto conoscere una solidarietà sorprendente partita dalla rete.
«Abbiamo chiesto aiuto sui social Whatsapp, Telegram e Facebook – ci spiega Sebastiano – e nel giro di un paio di giorni il tam tam ha avuto una risposta incredibile. Un’impennata che ha portato all’adesione di 3000 persone. Ragazzi e ragazze provenienti dalla Città Metropolitana e non solo. «L’evento ha messo con le spalle al muro i veneziani, ma con grande volontà e coraggio non si sono lasciati travolgere. E noi con loro ci siamo rimboccati le maniche. Tanto impegno ma il “grazie” e vedere ritornare un sorriso nei volti ha appagato ogni fatica».

Volontari in ogni angolo di Venezia e isole, nelle biblioteche e nei musei

In tutta la città la rete di aiuto e solidarietà giorno dopo giorno è diventata sempre più grande. Alcuni ragazzi del liceo Foscarini sono impegnati per asciugare le migliaia di volumi della Fondazione Querini Stampalia raggiunti dall’acqua.

I volontari alla Querini Stampalia

Al  Conservatorio Benedetto Marcello una cinquantina di allievi ed ex allievi hanno lavorato alacremente per tirare fuori dagli scaffali i libri raggiunti dall’acqua. Hanno separato le pagine una per una alternandole con degli asciugoni di carta, li hanno imbustati in sacchi di nylon e consegnati a una ditta specializzata di Bologna incaricata di eseguirne il restauro. Con la speranza di riuscire a salvarne il più possibile, soprattutto perché l’inchiostro idrosolubile dei manoscritti fino al Settecento si scioglie a contatto con l’acqua. Se questa parte di patrimonio inestimabile sarà  recuperata, il merito sarà anche loro.

 

Conservatorio Benedetto Marcello

Solidarietà anche dall’estero

Per Venezia si sta mobilitando il mondo. A sollecitare la solidarietà è stato inizialmente il sindaco Luigi Brugnaro che, in qualità di commissario per l’emergenza, ha disposto l’apertura del conto corrente per le donazioni. Che stanno moltiplicandosi. La Siae, Società Italiana autori ed editori ha messo a disposizione 150 mila euro, la compagnia delle navi da crociere Costa altri 100 mila. Il paroliere Mogol è promotore di una raccolta tra gli artisti. La Russia in appena un giorno ha raccolto 1 milione di euro e moltissime sono le donazioni in arrivo da ogni Paese del mondo.

Venezia chiama, Venezia risponde

Ma sono tutte le categorie, le associazioni e le catene di negozi della città metropolitana che si stanno mobilitando.
Molti l’hanno fatto da subito, supplendo nell’emergenza come i tassisti, che si sono messi a disposizione gratuitamente per aiutare i cittadini a raggiungere parti della città inarrivabili a piedi e anche con i mezzi pubblici, che si sono dovuti bloccare.
Altri lo hanno fatto subito dopo attivando raccolte fondi e offrendo competenze e professionalità.  Ovs, grazie ad una campagna contraddistinta dall’hastag #viviamovenezia, devolve il 20% del ricavato delle vendite  nei 12 negozi della Città Metropolitana all’acquisto di un’idroambulanza. Gli avvocati si sono uniti nel comitato “Lawyers for Venice”, rivolto a colleghi italiani e stranieri per sostenere la raccolta fondi per la Basilica di San Marco. Gli elettricisti e gli idraulici sono ancora al lavoro nelle case per mettere in sicurezza, sempre gratuitamente, chi non lo era più. L’emergenza è passata. La solidarietà che nell’emergenza si è rivelata no. E resterà nel cuore di ognuno di noi.

 

 

 

2 commenti su “Venezia chiama. Tanti giovani “angeli” rispondono

  1. Posso ancora aiutare?


  2. Voglio aiutare il mondo. Comincerei con casa mia l italia. Ero in brasile son venuto quando ho saputo.
    Posso servire ancora a qualcosa?


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