Le immagini dell’acqua eccezionale che hanno messo in ginocchio la città sono ancora sotto gli occhi del mondo.
Ma non appena la marea ha cominciato a scendere, la paura di questi giorni ha lasciato posto a tanto coraggio. Quello di risorgere rapidamente con grande forza.
La città si è mostrata da subito combattiva e proprio da Piazza San Marco, sott’acqua, si sono sentite parole cariche di speranza.
«Nei periodi bui siamo riusciti sempre a fare le cose più belle. Vorrei che riuscissimo a trasformare una tragedia in un’occasione di rilancio – ha sottolineato il sindaco Luigi Brugnaro – Un rilancio che parta da qui. Abbiamo proposto più volte all’Onu di istituire a Venezia un centro di studio e ricerca sui cambiamenti climatici, in particolare sul mondo dell’acqua e sul suo disinquinamento. Vogliamo lanciare un grande appello mondiale agli scienziati: venite qui, troverete porte aperte e una Città pronta ad accogliervi».
A Venezia un centro di studio sui cambiamenti climatici
«Facciamo diventare una tragedia una grande occasione». Il primo cittadino lo ha ribadito anche nel corso del collegamento con “Domenica In” e Mara Venier. «Chissà che Venezia possa essere un esempio di rilancio per l’Italia – ha continuato il primo cittadino -. Vorrei che fosse istituito proprio qui, dove gli effetti dei cambiamenti climatici si mostrano in tutta la loro evidenza prima che altrove, un centro studi su questi fenomeni. Che nascesse qui una grande commissione internazionale e mondiale sui cambiamenti climatici».
Un appello non solo per Venezia ma per l’Italia intera, a dimostrazione che unendosi si può ripartire. Più forti di prima.
Clima e sostenibilità
Venezia. Città unica nel suo genere. Che dovrebbe essere protetta e sorvegliata in modo speciale, come altre zone del Paese che per calamità naturali rischiano di veder sfiorire le proprie bellezze e peculiarità. In questo senso sono già diversi i convegni che si svolgono in laguna sul tema del cambiamento climatico. Recentemente l’assessore comunale all’Ambiente Massimiliano De Martin ha partecipato al simposio regionale “Il futuro dell’Europa Sud-orientale e del Mediterraneo nel contesto del cambiamento climatico: la prospettiva Unesco”.
«Serve una regia internazionale – ha sottolineato De Martin – con personalità credibili e aperte che studi soluzioni in ambito urbanistico, trasportistico e ambientale. Soluzione che possono partire anche dalle “buone pratiche” di ognuno, dalle esperienze locali facilmente esportabili. Qui a Venezia cerchiamo di mantenere, come è sempre stato, le relazioni con il resto del mondo, con libero accesso alla città. Ponendo però delle regole, come ad esempio quella dell’utilizzo di carburante ecologico da parte delle grandi navi che arrivano qui. E i risultati si vedono: già nel 2016 abbiamo raggiunto i livelli di riduzione del CO2 previsti, entro il 2020, dal protocollo di Kyoto».
“Elements Fury”. La necessità di convivere con gli elementi della natura
Non solo convegni e attività produttive nate in ottica sostenibile ma anche iniziative di sensibilizzazione che nascono dal mondo dello sport. Come il progetto del triatleta Alessandro Fabian, nato per risvegliare le coscienze sulla necessità di convivere con gli elementi della natura prima che questi scatenino la propria furia. Un viaggio fisico e ideale che pone la sostenibilità al centro del percorso, utilizzando il linguaggio dello sport.
“Elements Fury” sarà un evento itinerante dove la natura ha lanciato i segnali d’allarme più forti. Saranno coinvolte Venezia, simbolo del delicatio equilibrio uomo-natura; Padova, città natale di Fabian e Belluno, teatro della più grande strage dei pini mai verificatasi in Italia. In ciascuna località si terrà un’attività sportiva, ispirata alle frazioni del Triathlon (nuoto, corsa, ciclismo) assieme a quanti vorranno aderire all’iniziativa che si concluderà con un incontro pubblico con le istituzioni del territorio.