Per oltre trent’anni ha portato il meglio della cultura italiana in Nord America, tra San Francisco, Toronto, Vancouver, Chicago e Los Angeles. Ora percorre la strada al contrario, portando a Venezia ciò che di meglio c’è nel mondo. Francesca Valente ha diretto per tre anni il Settore Cultura e Patrimonio presso la Commissione Nazionale Italiana UNESCO a Roma ed è stata portavoce culturale tra il Ministero degli Esteri e la città di Venezia.
Il suo più recente incarico a Los Angeles è stato quello di coordinatore degli otto Istituti di Cultura Italiani del Canada e degli Stati Uniti.
Eppure, in tutto questo “avanti e indietro” con l’America ( con anche una laurea ad honorem in Lettere e Arti dalla York University, Toronto, Canada, nel 1999) il nome di Francesca Valente, una delle principali voci dell’arte italiana e della cultura all’estero, resta intensamente legato alla città di Venezia, patria degli studi e, probabilmente, della stessa passione.
L’impegno di Francesca Valente per Venezia
“Il mio coinvolgimento con Venezia – spiega Francesca Valente, dal 2007 anche Cavaliere della Repubblica – risale alla mia adolescenza. Ho studiato a Ca’ Foscari e mi sono laureata nel 1968 in lingue e letterature straniere. Ho ricevuto il Premio “Cafoscarino nel Mondo” negli anni ‘80 per aver portato il meglio di Venezia nelle sedi in cui ho operato in Nord America e fondato con Bruno Tosi il premio squisitamente veneziano “Una Vita nella Musica” , ora amministrato dal Teatro La Fenice. F faccio tuttora parte del comitato scientifico. Il mio legame con Venezia è quindi molto forte e duraturo”.
Dall’ America un dono per Venezia
Un legame in effetti così forte da portare anche, proprio in questi giorni, a una sorta di “ribaltamento di ruoli”. Non più Venezia negli Usa, ma una importantissima artista americana a Venezia per presentare le sue opere e donarne alcune alla città.
“Ho sempre creduto nell’interazione di una città così antica e unica come Venezia con il contemporaneo. Venezia è sempre stata una porta aperta verso l’oriente per cui ritengo che un’artista come Nancy Genn, californiana che conosco dal 1982, così raffinata e intrisa di profondi influssi giapponesi, sia un valido contributo ad arricchire il tessuto culturale della città’ lagunare”.
La pittrice e scultrice statunitense Nancy Genn, tra i più significativi esponenti della corrente astratta statunitense, ha donato alla città i due dipinti Raimbars Blue Gray, Raimbars 7 – green e una scultura in bronzo. I primi saranno custoditi ed esposti al Museo di Ca’ Pesaro. Bronze Vessel, invece, è destinata al Museo Fortuny.
Le tre opere di Nancy Genn
Nancy Genn (90 anni e non sentirli…) ha dunque elargito tre opere di periodi diversi alla città di Venezia: dalle carte fatte a mano, ai grandi acquerelli, alle sue creazioni in bronzo a cera persa, realizzate nella stessa fonderia di Arnaldo Pomodoro e altri grandi artisti contemporanei.
“A unire quest’artista a Venezia -spiega Francesca Valente – è il suo amore per l’acqua, bene raro e prezioso da salvaguardare. L’amore per la sperimentazione inoltre ha spinto quest’anno Nancy Genn a cimentarsi con l’arte del mosaico nel noto Atelier Orsoni, a quattro mani con il grande mosaicista Giulio Candussio. Venezia non è un’isola ma una realtà’ culturale che interagisce con il mondo intero”.
Le prossime tappe di Francesca Valente nel mondo
Francesca Valente, intanto, nonostante i successi non ha nessuna intenzione di fermarsi.
“Ho 76 anni e ho appena finito di scrivere un ebook su Giannini, il fondatore della Bank of America e sto scrivendo ora una biografia in inglese di Rita Levi Montalcini rivolta ai giovani che vogliono ispirarsi alla vita dei grandi che hanno lasciato un segno nella storia dell’umanità. Ho anche appena finito una presentazione al catalogo dello straordinario scultore umbro Michele Ciribifera. La mia aspirazione sarebbe di collocare una sua opera interattiva in un parco a Toronto. Un progetto inoltre che mi propongo di realizzare è “Francesco Cuor di Leone”.
E’ la storia di mio padre, che nell’ottobre del 1943 ha coraggiosamente salvato la vita di 13 ragazzi dalla fucilazione. Ha convinto il generale tedesco che stava per ordinarne la morte a sospendere l’atroce sacrificio dei giovani perché’ la guerra era praticamente finita e bisognava solo pensare ad un futuro di pace.
Il suo coraggio e altruismo hanno lasciato in me un segno indelebile” .
Cara Francesca, posso dire che, se avessimo altre persone come te (non penso a milioni… ne basterebbero migliaia) la vita sarebbe più bella, felice e rispettosa dei valori in cui sono stato cresciuto. Ottavio Rosati
Cara Francesca bravissima! Per l’impegno nella ricerca della qualità e del valore delle opere, delle relazioni, delle cose che possono dare un senso alla vita. Mi sembra un sentiero che percorri e di cui si vedono i risultati: e che porta valore a tutti. Grazie