41 copioni (molti dei quali inediti), numerose recensioni e appunti preparatori. Più una ricca collezione fotografica, una corposa rassegna stampa e circa 10.000 spartiti musicali.
La figura del grande attore e regista fiorentino Paolo Poli, scomparso nel 2016, emerge perfettamente dall’archivio che lui stesso ha raccolto in vita. E che ora, grazie alla donazione da parte della sorella Lucia e del nipote Andrea Farri, va ad arricchire il patrimonio dell’Istituto per il teatro e il melodramma della Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
L’Archivio Paolo Poli
I materiali sono già stati trasferiti all’isola di San Giorgio, dove saranno studiati e digitalizzati. Una selezione, a rappresentare l’intera collezione, è stata estratta dall’archivio. E’ attualmente esposta in una piccola mostra nella biblioteca del Longhena all’interno della Fondazione. E già un centinaio di documenti già digitalizzati, come alcune foto degli inizi degli anni Cinquanta, sono disponibili online nella sezione archivi del sito della Cini.
La firma per la donazione è avvenuta nel corso della presentazione ufficiale.
“Siamo orgogliosi che questa collezione sia qui, vicino a quelle di grandi nomi del teatro – ha commentato la sorella dell’attore, Lucia Poli – In particolare, vicino ai bozzetti della scenografa Santuzza Calì, con cui Paolo ha lavorato tutta la vita. Visto che era legatissimo a Venezia, sono sicura che Paolo sarebbe contentissimo di vedere ospitato qui il suo archivio”.
“Paolo Poli – ha ricordato Maria Ida Biggi, direttrice dell’Istituto per il teatro e il melodramma della Fondazione – avrebbe compiuto 90 anni nel 2019 e la donazione dei suoi archivi è per noi preziosa. Si tratta infatti di un personaggio originale e unico, nel panorama italiano del secondo dopoguerra, finora trascurato storiograficamente”.
In tal senso, la Fondazione Cini organizzerà per il prossimo anno un convegno di studi scientifici sull’attore.
Gli archivi della Fondazione Cini
L’archivio Paolo Poli va ad aggiungersi agli altri acquisiti per donazione negli ultimi anni dalla Fondazione Cini.
“Da una decina d’anni – spiega Biggi – abbiamo lavorato molto per raccogliere i materiali che riguardano la vita teatrale del secondo Novecento e approfondire così la ricerca. Si tratta infatti di un periodo che, per noi, deve essere storicizzato e considerato una parte importante della storia del nostro Paese”.
La prima donazione è stata quella della biblioteca di Luigi Squarzina, poi si sono aggiunti gli archivi di Maurizio Scaparro e di due esponenti del teatro veneziano del Novecento, Giovanni Poli e Arnaldo Momo. La Fondazione Cini ha quindi acquisito anche archivi di scenografi (Pierluigi Samaritani, Mischa Scandella e Santuzza Calì), ma anche di una studiosa come la veneziana Elena Povoledo. Recentemente sono state donate anche le collezioni di Emma Gramatica e degli attori trevigiani Toni Bardi e Wanda Benedetti.
Questi archivi vanno ad aggiungersi a quelli “storici” di Eleonora Duse, Arrigo Boito, Aurel Milloss, Ulderico Rolandi, Titina Rota e al fondo Olga Resnevic Signorelli.