Far nascere 10 startup da 10 persone in 10 anni. Il conto è presto fatto: significa creare per le nuove generazioni 100 nuovi posti di lavoro, alternativi o complementari al turismo. È l’obiettivo per la città di Venezia che si è posta la società benefit SerenDPT. “Ci rivolgiamo a giovani di ogni età e Veneziani di qualsiasi origine, concentrandoci sulla parte insulare per combattere lo spopolamento”, spiega il CEO di SerenDPT, Fabio Carrera. E, evidentemente, oltre al coraggio non mancano le idee. Che, come vedremo, sono decisamente interessanti…
Le prime due start-up
Già due idee si sono trasformate in start-up attive: “daAaB” e “JVF”.
“daAaB”, lanciata il 16 gennaio 2018, è un’app che semplifica l’uso dei mezzi di trasporto pubblico, fornendo ai viaggiatori tutte le informazioni necessarie. Funziona in qualsiasi posto del mondo, permettendo la consultazione degli orari e l’acquisto dei biglietti anche su tratte coperte da aziende diverse. “Sta crescendo bene – commenta Carrera – con già 7.000 persone che la utilizzano tutti i giorni. E l’obiettivo è quello di arrivare a 12.000 biglietti venduti ogni mese”
“JVF” è invece l’acronimo di “Jewelry Virtual Fair”. L’idea è quella di unire gli artigiani del gioiello in una sorta di “fiera virtuale”. Si tratta di una sorta di mix tra e-commerce e social network ristretto, destinato allo specifico settore del gioiello.
I tre progetti prossimi alla realizzazione
Altre tre start-up sono in fase di costituzione: “Open Street Lamp”, “Casa Peota” e “PreserVenice”. “Possono passare alla fase concreta da un momento all’altro”, spiega il CEO di SerenDPT.
“Open Street Lamp” (OSL) è il classico esempio di “Smart City”. Chiamata anche “Lampione intelligente”, l’idea punta sui vantaggi di una rete diffusa come quella dei lampioni. Essendo presenti praticamente sull’intero territorio e collegati alla rete elettrica, si presentano cioè come piattaforma ideale per offrire servizi. Attraverso la sensorizzazione dei lampioni, li si può trasformare in hotspot wifi o in telecamere di sicurezza, attraverso un semplice “abbonamento” al lampione più vicino a casa. Il servizio è in fase di prototipazione attraverso i primi test a Padova.
“Casa Peota” è la start-up per la residenza delle giovani coppie in cui, in pratica, il turista, ospite pagante, paga il mutuo del proprietario. “Siamo ad un livello molto avanzato: cerchiamo solo partner finanziari”, spiega Carrera.
“PreserVenice” è una piattaforma di crowdfunding per il restauro di oltre 7.500 oggetti pubblici d’arte di Venezia. “Siamo arrivati al punto – rivela il CEO di SerenDPT – di avere la app, ma manca l’attivazione di una struttura che riceva i fondi e dia il via ai restauri”.
Le altre idee
“Divertimi” è un sistema di prenotazione viaggi customizzato ai gusti del cliente. “BankoGiro: la banca che vorremmo” e “Swarmoola” sono progetti di tecnologia applicata alla finanza. La prima è una banca digitale con servizi moderni via smartphone, la seconda un sistema di raccolta di fondi per sostenere progetti innovativi locali. “Cosapp” è un sistema scientifico di gestione di plateatici e spazi pubblici. “Arti.City” è un’altra piattaforma di crowdfunding per progetti di restauro culturali e storici.
C’è poi “FUD: Fattoria Urbana Diffusa”, per sfruttare l’ambiente urbano (ad esempio, i campanili) per la produzione e la trasformazione dei prodotti agricoli. In tal senso, alla Giudecca si sta sperimentando la coltivazione di alcuni funghi sostituendo i fondi di caffè alla terra.
E ancora “MarketZquare”, il supermercato distribuito a chilometro zero. Il concetto è quello di riaprire i negozi di vicinato come facciate di un unico supermercato che gestisce la logistica alle spalle. “Vorremmo fare un primo prototipo a Venezia, ma vanno risolte prima alcune questioni immobiliari”, spiegano da SerenDPT. “RE-Lab” è invece una caffetteria dove i giovani chef possono inventare nuovi menu e impostare ogni giorno nuovi arredamenti e luci. Anche questa è in corso di sperimentazione alla “Fabbrica H3”.
“Sono tutti progetti – sottolinea Carrera – avanzati comunque fino al punto di avere solo bisogno dei soldi per partire. Chi ci crede, può interpellarci e noi gli diamo le quote per poi portare avanti il progetto direttamente. E ci auguriamo, nel contempo, che ci vengano presentate nuove idee, nate nel corso delle nostre attività scientifiche mirate all’innovazione e alla ricerca dell’eccellenza o anche che ci vengano proposte dall’esterno”.
Un progetto che parte da lontano
La società benefit ha “lo scopo sociale di creare nuovi posti di lavoro e far profitti per far nascere un centro di eccellenza”. SerenDPT inserisce nel solco dell’esperienza pluritrentennale del Venice Project Center (WPI), fondato nel 1988 dallo stesso Carrera, veneziano di Sant’Elena che da anni si divide tra la Laguna e gli Stati Uniti.
Dopo la laurea in ingegneria elettronica, il master in informatica e il PhD in Smart City (tecnologie applicate alla città) conseguiti nel Massachusetts, passato all’insegnamento Carrera ha pensato di creare a Venezia un centro per le tesi universitarie degli studenti del Politecnico.
Come funziona SerenDPT
In questo contesto, SerenDPT nasce nel 2017 “per accelerare il processo di creazione degli impatti positivi sulla città”. E si affianca all’ufficio del WPI, ospitato ora nella “Fabbrica H3” dell’ex chiesa di Cosma e Damiano alla Giudecca. “Noi – conclude Carrera – accompagniamo i giovani in tutti gli adempimenti fase organizzativa iniziale. Ma l’obiettivo è quello di cedere via le quote al più presto, quando le imprese sono in grado di stare in piedi da sole. Perché noi vogliamo favorire l’imprenditoria, non la semplice ricerca di un posto fisso”.
Buon giorno, sto cercando dei partner per mettere in piedi un servizio di assistenza agli anziani di Venezia, auto sufficienti, ma che hanno difficoltà nel fare la spesa. Forse è una banalità, ma penso possa essere utile. Contattatemi se interessa.
Buongiorno Carlo, l’idea è sicuramente interessante. Hai provato a scrivere direttamente a SerenDPT?
Facci sapere se riesci a realizzare questo progetto: ne parliamo volentieri.