Nel veneziano i primi segnali di tenuta economica
Buone notizie per l’occupazione nel territorio metropolitano. Le ombre della crisi si stanno allontanando.
Secondo i dati emersi dall’indagine annuale dell’Ufficio Studi di Confcommercio Imprese per l’Italia, si affacciano infatti segnali positivi per l’anno in corso.
La Città Metropolitana è cresciuta passando da 836.000 abitanti a 853.000, l’ occupazione rimane stabile con 355.000 occupati e un tasso del 6,4%.
Soprattutto, Venezia si pone in testa come città con minor numero dei disoccupati tra i 13 grandi comuni italiani.
A rivelare questo ultimo dato è l’Istat, che ha confrontato i dati 2018 di Roma, Napoli, Milano, Palermo, Torino, Catania, Messina, Genova, Bari, Firenze, Bologna, Verona e Venezia appunto.
Il risultato ha evidenziato una forbice netta tra Venezia, con 7,1 mila disoccupati e Roma, con i suoi 120 mila.
I servizi, settore trainante per l’occupazione
A mantenere l’occupazione anche nella città metropolitana di Venezia si conferma il settore dei servizi, con una percentuale di occupazione del 70,6%, dato al di sopra della stessa percentuale nazionale e regionale (62,8% nel 2018, 67,5 % nel primo trimestre 2019).
Ma è soprattutto il terziario e ancora più la componente del commercio, degli alberghi e della ristorazione a mobilitare oltre il 24,3% degli occupati.
Anche in questo caso, con i suoi 81.400 addetti del settore, il comune di Venezia raggiunge una percentuale di occupazione superiore a quella nazionale (20,4%) e regionale (19,9%).
In crescita le donne al lavoro in Veneto
I dati sull’occupazione rivelano soprattutto un’importante inversione di tendenza rispetto al passato.
Dalla comparazione dei dati di occupazione maschile e femminile in Veneto è infatti emerso che non solo le donne al lavoro sono in aumento ma che sempre più risultano quelle in posizioni manageriali.
L’analisi ha considerato le situazioni del personale e le pari opportunità in 1047 aziende del territorio con oltre cento dipendenti rivelando che il tasso di occupazione femminile ha raggiunto il 57,1% nel 2017 e che è aumentata anche la presenza di donne nei ruoli apicali e nelle posizioni quadro , rispettivamente del 3,7% e del 10,6%.
La nota stonata che rimane è però la differenza di retribuzione: un uomo con incarico dirigenziale guadagna in media il 50% in più di una donna con la stessa qualifica.