Si sente molto parlare di Città Metropolitana, ma è sempre difficile avere una visione concreta di cosa sia, oltre all’istituzione. Per questo, Fondazione Venezia ha promosso uno studio triennale con un focus specifico su tre argomenti: economia turistica (2019), economia produttiva e logistica (2020), ed economia dei servizi immateriali (2021). Al Museo del ‘900 M9 di Mestre è stato presentato il risultato del primo anno.
Il quadro che emerge è quello di un territorio in forte crescita, sia demografica, sia occupazionale, ma bisogna specificare bene il punto di vista preso in esame.
Quattro Città concentriche, una grande Metropoli
Il Dott. Paolo Costa, Presidente della Fondazione Venezia, si sofferma puntualmente sull’aspetto geografico: esistono quattro “Venezie”, come quattro livelli di ingrandimento possibili per l’analisi del territorio.
La Venezia “Storica” – ossia la città d’acqua, il centro con le sue calli e i suoi canali e le 118 isole che tutti abbiamo ben presente nell’immaginario, la Venezia “Lagunare” – estensione della prima a cui si aggiungono le aree di terraferma che si affacciano sulla laguna, la Venezia “Funzionale” – ossia la città quotidiana di chi vive e lavora nel Comune di Venezia e la Venezia “Metropolitana” qui intesa come l’unione delle aree funzionali di Venezia, Padova e Treviso, quella che anni fa fu battezzata PaTreVe.
E’ su questa ultima che ci si deve concentrare per analizzare un territorio che in quest’ottica raggiunge l’impressionante quantità demografica di 1,5 milioni di abitanti.
Una soglia non solo statistica, ma importante per far scattare una serie di automatismi di livello europeo che inseriscono l’area nelle 88 M.E.G.A. (Metropolitan European Growth Areas), nodi urbani che l’EU vuole connettere tra loro.
Centro Nevralgico dello sviluppo Europeo
Ci dice Costa: “Quest’area assumerebbe le dimensioni per diventare un attrattore produttivo, fare massa critica per attività innovative superiori” che affianchino e superino il turismo, portando nuova linfa ad attività produttive “che rappresentano l’80% dell’economia del territorio”, e anche “mettere a frutto le università, il patrimonio di innovazione che questo sistema ha in se”.
Secondo l’Unione Europa queste aree di sviluppo devono essere gestite localmente, per diventare innovative e competitive, concentrandosi su quello che il territorio ha da offrire inserendolo in un contesto strutturato di reti fatti di servizi e quindi persone.
Questa Venezia “estesa” a Padova e Treviso è quel nodo strategico che manca per unire le direttrici Milano-Lubjana e Monaco-Bologna, inserendosi come punto di riferimento sistemico per lo sviluppo economico e sociale in tutte le direzioni.
Il turismo è sicuramente il traino – considerato che dallo studio emerge che Venezia catalizza l’attenzione dei viaggiatori in un’area che va da Innsbruck a San Marino – ma questa centralità deve essere il volano per investire su tutto il territorio e portare nuovi capitali che aprano ad attività di innovazione capaci di attrarre i giovani laureati, che trovino qui le strade per costruire il loro futuro.
Costruire una Venezia attrattiva
“L’evento è in piena sintonia con la politica dell’Amministrazione e del Sindaco Brugnaro – dice l’assessore all’Urbanistica e Ambiente del Comune di Venezia Massimiliano De Martin – che vuole far diventare questa città nel suo insieme, città antica e terraferma, una città attrattiva. Ora dobbiamo dare una scala metropolitana ed essere di riferimento per le altre amministrazioni, ma soprattutto per la Regione Veneto: abbiamo appena acquisito le olimpiadi e questo sarà nei prossimi anni un banco di prova per un rilancio definitivo della nostra area. Fare sistema diventa quindi una scelta preferenziale per il futuro, con ricadute dirette e immediate sulla pianificazione urbanistica e sulle priorità degli investimento. Una pianificazione con città confinanti, con gli stessi interessi, migliora l’efficienza dei servizi e dei trasporti di un’area così complessa”.
Molto interessante, se posso dare un consiglio, per agevolare ancora di più l’appartenenza a questo sistema di conurbanizzazione allargata, suggerisco di creare la possibilità di fare un unico sistema di abbonamento viaggi, per potersi spostare più agevolmente, unificando i treni, i bus e l’autostrada, facendo in modo di caricare il tutto tramite applicazione internet-smartphone.
Buongiorno Carlo, sarebbe davvero un’ottima cosa avere un abbonamento unico “metropolitano” per i mezzi di Padova, Treviso e Venezia. Siamo d’accordo con lei.
Il tema del biglietto metropolitano è sul tappeto da anni ma nè le società nè tantomeno la regione lo vogliono per non creare una realtà metropolitana che modificherebbe molti equilibri politici e aziendali. Le tecnologie ci sono tutte disponibili e applicate da anni in Europa ma manca la volontà. Ci si meraviglia che il Veneto sta perdendo posizioni? partiamo anche da queste politiche per capire il perché!