Alessandro Terrin: campione di nuoto della Riviera del Brenta e modello nel tempo libero
Segni particolari: campione di nuoto e modello nel tempo libero. Lui è Alessandro Terrin, venticinquenne nato a Dolo, specializzato nei cinquanta metri rana. Ha ottenuto una medaglia d’oro ai Campionati europei di Budapest nel 2006, una medaglia d’argento nello stesso anno ai mondiali di Shangai e un altro argento agli europei del 2009 a Istanbul. È inoltre uno dei modelli-nuotatori della nuova campagna fotografica di Dolce&Gabbana. Un ragazzo semplice, determinato e dai sani principi. Non è così semplice trovare nel mondo dello sport e di chi frequenta anche l’ambiente dello spettacolo, tanta umiltà. Il suo segreto? Essere sicuro delle proprie capacità rimanendo con i pieni per terra. Non a caso vive a Roma, ma appena può torna sempre nella sua Riviera del Brenta. Alessandro, recentemente sei stato testimonial della campagna underwear di Dolce&Gabbana.
Quali sono secondo te i punti di contatto tra il mondo dello sport e quello della moda? «La moda è la ricerca di perfezione nella rappresentazione delle figure, lo sport se fatto ad alti livelli, ricerca ugualmente la perfezione. Di conseguenza, anche se su due fronti diversi, i punti d’incontro sono gli stessi soprattutto nell’ambito dell’estetica».
Quanto conosci il mondo della moda? «Lo conosco per averlo frequentato direttamente e indirettamente. Oltre ad aver posato sono stato per anni legato sentimentalmente ad Alice Basso, fotomodella, con la quale siamo cresciuti assieme essendo entrambi della Riviera del Brenta. Con lei sono stato più volte a Milano ad assistere ai suoi workshop».
Hai parlato di ricerca della perfezione. Quando nuoti cerchi solo l’efficienza nello stile o anche la bellezza del movimento? «Cerco solo l’efficienza l’importante è avanzare e andare il più veloce possibile. Io esteticamente, per esempio, non sono perfetto nel mio stile però esprimo potenza e grazie a questo poi riesco ad andare veloce».
Qual è la sensazione che si prova a essere immerso per ore in un elemento in cui non è comune stare per così tanto tempo come l’acqua? «Chi non pratica il nuoto pensa che tuffarsi in piscina sia come quando d’estate si sta dentro l’acqua fresca. Io faccio questo sport da vent’anni e mi alleno per cinque ore al giorno tutta la settimana. L’effetto delle sensazioni che ti può dare l’acqua mi viene quindi un po’ a mancare. In una gara l’acqua può essere la tua migliore amica se la senti bene, in altri casi sembra la cosa più pesante del mondo che tu non la riesci a spostare per avanzare. È insomma un’arma a doppio taglio».
Spesso modelle e modelli sono fotografati bagnati. Secondo te qual è la sensualità che trasmette l’acqua? «L’acqua dona leggerezza e purezza – spiega Alessandro – quindi all’interno di una vasca una modella che è già bella acquisisce un’immagine semplice e pura. Infatti se si nota, difficilmente i fotografi, per le foto ambientate in acqua cercano pose o effetti strani, perchè essa dona già all’immagine un effetto particolare».
Che cosa manca nel nostro territorio per emergere nel mondo della moda e in quello sportivo? «Per emergere nel mondo dello sport manca sicuramente la mentalità. In Veneto chi investe negli impianti sportivi difficilmente lo fa per creare “officine di talenti”. Investendo poco sui giovani sono le famiglie che si fanno carico del futuro sportivo dei figli e, nel mio ambito, molti ragazzi smettono proprio perché le famiglie non riescono a farsi carico di queste spese. Ci vorrebbe un’attenzione in più da parte di chi investe su queste strutture, soprattutto da parte dei privati. Per quanto riguarda la moda abbiamo la fortuna di essere relativamente vicini a Milano, ovvero l’indiscussa capitale internazionale della moda. In Veneto ci sono molte agenzie, però per emergere serve appunto andare lì».
Facendo qualche ricerca in internet si trovano molte notizie, non solo sportive, su di te. Come vivi questa notorietà? «Non mi ritengo così famoso. Nelle zone nostre sono sicuramente più conosciuto che altrove ma ritengo di essere rimasto comunque molto umile. Mi piace stare in mezzo alla gente, divertirmi, fare le cose che ho sempre fatto e che facevo anche prima di fare sport ad alto livello. A volte sembra che per emergere nella società si debba ostentare quello che si è o che si ha. Mentre la mia convinzione è che se sei consapevole di quello che sei non devi mostrarlo a nessuno, la sicurezza è un valore personale».
DI MICOL STELLUTO
Arte e Cultura +
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13 Giugno 2010