Il Centro per il Patrimonio Mondiale ha comunicato all’ambasciatore italiano presso l’UNESCO che la proposta dei confini della buffer zone di Venezia è conforme ai requisiti tecnici.
Di Venezia sono state date tante immagini.
Lo scrittore Tiziano Scarpa ha scritto che “Venezia è un pesce”, mentre secondo la pareidolia, cioè l’istinto che ci porta ad associare forme a oggetti del mondo reale, Venezia è un cigno.
Per il Comitato Unesco che tra il 30 giugno e il 10 luglio a Baku, in Azerbaijgian, discuterà del “valore universale eccezionale di Venezia”, la città sarà una perla.
L’immagine è quella suggerita nella seduta presso la sede mondiale di UNESCO a Parigi dal sindaco Luigi Brugnaro nel gennaio 2017, quando fu proposta per Venezia e la sua laguna una “buffer zone” per la protezione del suo “Eccezionale Valore Universale”(OUV).
La richiesta è stata accolta: perla e conchiglia possono salvare Venezia dalla black list Unesco.
Perla rara, regalo prezioso della natura
Che Venezia sia una città unica al mondo è risaputo.
Proprio per questo, nel 1987, era stata inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale.
Ma la vita delle perle rare è strana. Rischiano a volte di esser scartate tra tante altre perle.
Esistono per questo le buffer zone, le cosiddette “zone tampone”.
Proposte dalle Linee Guida Operative dell’Unesco, prevedono che, a tutela dei beni dei siti, possano essere indicate delle aree-cuscinetto in grado di favorire una serie di “funzioni e servizi che facciano da filtro alle pressioni di diverso tipo che possono gravare” sugli stessi.
La conchiglia
A rafforzare la tutela e l’integrità delle città proteggendole e contribuendo al mantenimento dei loro beni ambientali, storici e paesaggistici sono quindi le conchiglie.
Nel caso di Venezia ben 132 comuni, 4 province (Padova, Rovigo, Treviso e Vicenza) e la Città Metropolitana.
Uno dei compiti dell’Unesco consiste infatti nell’ “incoraggiare l’identificazione, la protezione e la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale perché – specifica il sito – esso rappresenta la storia e l’identità di ciascun popolo e costituisce l’eredità del passato da trasmettere alle generazioni future”.
Storia e identità di un popolo
Dal mare alla montagna, fino al bacino scolante della laguna, ai paesaggi di bonifica del Veneto orientale e all’area del delta del Po, la conchiglia racchiude un’identità che si ritrova nella storia della Serenissima.
A legare Venezia e la sua laguna all’entroterra e al mare è infatti uno storico rapporto che Comune, Città Metropolitana e Regione hanno rilevato nel condividere la proposta avanzata.
Nei giorni scorsi, il Centro per il Patrimonio Mondiale ha comunicato all’ambasciatore italiano presso l’UNESCO che la proposta dei confini della buffer zone è stata giudicata conforme ai requisiti tecnici richiesti.
La buffer zone Unesco
Entrare nella lista del Patrimonio Mondiale significa soddisfare diversi criteri.
Tra questi rappresentare un “capolavoro del genio creativo umano”, presentare un importante interscambio di valori umani e costituire una “testimonianza unica di una tradizione culturale”.
Ma anche costituire un “esempio straordinario di un tipo di costruzione e di un insediamento umano tradizionale” così come “mantener vive tradizioni o idee dotate di un significato universale eccezionale”.
Riassumendo, le parole d’ordine sono quindi “integrità e autenticità”.
Queste, secondo la proposta in valutazione all’Unesco, saranno garantite da perla e conchiglia, “strumento utile per il coordinamento delle azioni già in corso, a diversi livelli amministrativi e di pianificazione e per la tutela dei valori culturali, ambientali e paesaggistici che hanno determinato l’iscrizione del Sito nella Lista del Patrimonio Mondiale”.
La Buffer Zone si estende per 511.028,21 ettari di cui 304.222 soddisfano il livello ambientale, 181.874 quello strategico-metropolitano e 173.242 quello storico-paesaggistico.
14 dei comuni che ne fanno parte ricadono in tutti e tre i livelli.
Il punto di partenza Unesco
La discussione del Comitato per il Patrimonio Mondiale terrà conto dei progressi già riconosciuti dall’Unesco a Venezia nel suo percorso per la tutela della città.
Tra questi il blocco del cambio di destinazione d’uso degli immobili da residenziali a ricettivi, la campagna “Respect Venice” contro il degrado, il biglietto unico per la città metropolitana, la raccolta diferenziata e le opere di manutenzione del centro storico e dei rii.