Lo scongiuro è d’obbligo. Quando accadono eventi di tal portata come l’incendio che ha devastato Notre Dame a Parigi e si ripensa ai grandi roghi di casa, quello che ha distrutto il Teatro La Fenice nel 1996 e l’incendio che ha colpito il Mulino Stucky nel 2003, viene naturale interrogarsi sulla sicurezza in città.
Venezia ha ora una sua rete antincendio a uso esclusivo dei Vigili del Fuoco.
E’ composta, si legge sul sito di Veritas, di ” centraline di pressurizzazione alimentate dalla rete idrica che portano la pressione a valori tre o quattro volte superiori a quella dell’acquedotto, garantendo così una pressione agli idranti di almeno 6 bar, con una portata erogata pari a 1800 l/min“.
Grazie a questa rete è possibile per i Vigili del Fuoco spegnere più incendi nella stessa area, operare con qualsiasi condizione di marea e monitorare il funzionamento delle centraline quando un idrante viene attivato. L’amministrazione comunale vi ha investito oltre 11 milioni di euro.
Per conoscere meglio il sistema antincendio della città ci siamo rivolti ad Alessandra Bascià, Direttore Vicedirigente e responsabile dell’ufficio Prevenzione incendi del comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Venezia.
- Ingegner Bascià, la rete antincendio è efficace?
La rete antincendio cittadina costituisce per i Vigili del Fuoco di Venezia una importantissima risorsa, dal momento che la sua presenza permette di ridurre i tempi per la realizzazione degli stendimenti di tubazione, di utilizzare acqua dolce invece dell’acqua della laguna, con danni minori alle opere d’arte, nonché di poter usufruire di portate e pressioni idriche decisamente ottimali per gli interventi. E’ auspicio dei Vigili del Fuoco, condiviso sia con l’Amministrazione comunale che con la ditta Veritas, con cui il Comando Provinciale collabora su tale argomento, che l’estensione della rete possa crescere fino a coprire l’intero territorio cittadino.
- Venezia è una città a rischio incendio?
Per le caratteristiche della Città, il rischio che un evento “ordinario” possa evolvere in un evento rilevante è sempre alto; Il numero di interventi complessivi eseguiti nella zona di Venezia Centro Storico è mediamente di oltre 2000 all’anno, che vanno però dalla classica apertura porta al soccorso a persona, senza dimenticare gli incidenti nautici, i soccorsi a seguito di eventi atmosferici rilevanti e, ovviamente, gli incendi e i principi di incendio. Di recente non c’è stato però nessun intervento con il coinvolgimento di beni pregevoli.
- Per il salvataggio degli edifici storici e delle opere d’arte in essi contenuti il personale dei Vigili del Fuoco ha una formazione particolare e segue corsi di aggiornamento specifico?
Non esiste una specifica formazione, ma in ambito cittadino si è da tempo adottata la prassi di favorire ogni possibile occasione per acquisire conoscenza del territorio e degli elementi più vulnerabili.
- Passiamo al capitolo prevenzione: esistono collaborazioni con enti privati (musei, chiese, edifici di particolare pregio storico architettonico etc) per i piani di sicurezza e/o campagne di conoscenza e sensibilizzazione?
Come su tutto il territorio nazionale, le attività soggette ai controlli di Prevenzione incendi sono tenute a presentare ai Comandi Provinciali le segnalazioni certificate di inizio attività (SCIA) antincendio. In ambito veneziano sono attive, inoltre, molte collaborazioni con enti pubblici o privati, volte alla condivisione delle informazioni utili in caso di emergenza. In alcuni casi notevoli, quali ad esempio l’Archivio di Stato, il Museo Correr, il Campanile di San Marco, alcuni musei, alcune strutture e uffici comunali, si è intrapreso un percorso di scambio di informazioni e visite periodiche da parte del Personale VF, finalizzato alla miglior conoscenza delle realtà vulnerabili.
- Si effettuano esercitazioni di evacuazione delle opere d’arte alla presenza dei Vigili del Fuoco?
No, o almeno non ancora. Nel recente passato è stato definito un protocollo operativo tra le diverse Forze dello Stato, compresi i VVF, sotto l’egida della Prefettura, per la messa in sicurezza del patrimonio artistico in caso di calamità.
- Qual è lo stato delle normative per i piani antincendio per gli edifici storici e i beni culturali?
Oltre alle norme antincendio esistenti, sono state emanate nel 2016 delle Linee guida specifiche. Più in generale, con l’emanazione del nuovo Codice di Prevenzione incendi, nel 2015, si è esplicitamente inserita nella progettazione antincendio la tematica della salvaguardia dei beni rilevanti. Molto resta ancora da fare, ma il cammino è senz’altro tracciato.
- Su quante risorse può contare Venezia?
Venezia conta su 600 uomini e circa 250 mezzi complessivi, comprendendo nell’elenco quanto necessario per il dispositivo di soccorso in ambito provinciale, lagunare, portuale e aeroportuale; con specifico riferimento alla zona di Venezia Centro Storico, la Città è servita da una Sede ove sono operativi quotidianamente circa 20 unità di Personale, con tre imbarcazioni per soccorso e due mezzi di supporto.
- Venezia e il problema della difficile accessibilità per i mezzi di soccorso: in caso di incendio o di altre calamità naturali come interviene il corpo dei Vigili del Fuoco?
I mezzi utilizzati dai Vigili del fuoco a Venezia sono unici, sviluppati e realizzati per l’impiego esclusivo nella città lagunare e nel territorio di pertinenza, e derivano dalle imbarcazioni usate a Venezia per gli spostamenti veloci, private della sovrastruttura della cabina per consentire il transito sotto i ponti nella più ampia maggioranza di scenari (si pensi alle variazioni indotte dal livello delle maree). Sono, più di recente, allo studio anche ulteriori sviluppi per definire nuove tipologie di mezzi da impiegare nelle zone impervie della laguna, come le aree di barena. Le tecniche di intervento sono finalizzate a limitare il più possibile le quantità d’acqua utilizzate per spegnere gli incendi, seguendo una linea di lavoro che, peraltro, tende ad essere adottata nella quasi totalità degli scenari, anche “tradizionali”.
- Quale tipologia di estinguente viene utilizzata per il salvataggio delle opere d’arte da incendio?
Pur non esistendo una tecnica specifica al momento adottata, in fase di progettazione della sicurezza antincendio si tende a dotare gli ambienti di sistemi di spegnimento con impiego di acqua nebulizzata o gas estinguenti.