Venezia si mobilita contro la chiusura dello storico servizio pubblico
Per 43 anni ha registrato circa 30 eventi ogni giorno.
Sedute parlamentari, del Consiglio Nazionale della Magistratura, processi, congressi e attività dei partiti e delle associazioni sindacali. Sempre in modo integrale, senza tagli, nel nome della trasparenza.
Oggi custodisce uno straordinario archivio di oltre 400 mila documenti.
La storia del nostro Paese, resa consultabile online semplicemente entrando in un sito.
Radio Radicale rischia però la chiusura.
Dopo 43 anni di servizio pubblico il Governo ha deciso infatti di interrompere la convenzione che lega la storica radio al Parlamento.
La difesa di Radio Radicale
Venezia è tra le città che sono corse in sua difesa.
Il sindaco Luigi Brugnaro ha infatti accolto il direttore di Radio Radicale Alessio Falconio nella Sala del Senato di Palazzo Ducale dove, in una conferenza stampa, ha reso pubblica la sua intenzione di coinvolgere altri sindaci e l’opinione pubblica per salvare Radio Radicale.
“Poche volte nella mia vita ho condiviso le idee di Radio Radicale -ha anticipato Brugnaro – Tuttavia credo che si debba combattere la sua chiusura. Non solo perché nel loro lavoro riconosco la gratuità della politica con la P maiuscola, quella della trasparenza, ma anche perché significherebbe disperdere un patrimonio di enorme valore per la storia del nostro Paese. Per me difendere Radio Radicale significa difendere la democrazia: in certe cose siamo tutti cittadini, non hanno senso le partigianerie”.
Il rischio e la speranza di un ripensamento
L’appello, quindi, va ora agli altri sindaci della Città Metropolitana e dell’intero Paese.
Comunque la pensino, perché non è questo ciò che conta “ma la trasparenza e la libertà, che si misura sulla capacità di dire ciò che si pensa”.
Tra le storiche mura di un Palazzo che di quella stessa libertà è simbolo, Palazzo Ducale appunto, il direttore di Radio Radicale Alessio Falconio ha ribadito che Radio Radicale non si arrende.
Sta battendo l’Italia in lungo e in largo per spiegare ciò che sta accadendo.
“Il Parlamento rischia di non entrare più nelle case degli italiani -ha detto- Noi abbiamo scelto la trasparenza 43 anni fa. Fa parte del nostro Dna, è la nostra missione e non intendiamo mollare. Oggi ringrazio Venezia e il sindaco Brugnaro per l’occasione che ci ha offerto di raccontare qui, nel Senato della Serenissima, quello che è a rischio ma che forse si può ancora scongiurare, perché noi non vogliamo perdere la speranza che il Governo possa ripensare questa scelta“.