Persone +

Sergio Del Pero: la sua Mestre tra documento e poesia

Sergio Del Pero: la sua Mestre tra documento e poesia

Il fotografo di Murano dal grande talento per primo diede il via a una stampa in bianco e nero con pochissimi passaggi tonali e al formato “tagliatelle” stretto e lungo

 

Sono immagini di una Mestre storica quelle fissate nel tempo da Sergio Del Pero (Murano 1913 – Mestre 1987).
Scene di vita quotidiana, sullo sfondo della città in costruzione, povera e popolare, dove nel 1933 inizia a fotografare per diletto con la sua Zeiss Ikon a soffietto 6×9.
Ma è solo verso la metà degli anni 50 che la sua fotografia si fa più assidua e ragionata.
Dal 1958 al 1961 è socio del Circolo Fotografico La Gondola di Venezia, fucina di illustri fotografi.

 

Sergio Del Pero, una bancarella del carnevale in via Poerio a Mestre negli anni 50/60 PH© Circolo Fotografico La Gondola Venezia

Viene definito “il più grande tra i fotografi italiani sconosciuti”, non per mancanza di talento.
Pur avendo ottenuto circa 800 ammissioni a concorsi, numerosi premi conseguiti in ogni parte del mondo e le onorificenze di “Maestro della Fotografia Italiana” e “Artista ed Eccellenza della Federazione Internazionale dell’arte Fotografica”, Del Pero di mestiere ha sempre fatto l’artigiano ebanista.
Alla fotografia si è dedicato per passione ma, nonostante i successi ottenuti, mai ha pensato di farne la sua professione.

 

Sergio Del Pero, case lungo il Canal Salso in via Pepe a Mestre negli anni 50/60 PH© Circolo Fotografico La Gondola Venezia

L’ebanista fotografo

A raccontarci il fotografo Sergio Del Pero è Massimo Stefanutti, presidente del Circolo Fotografico La Gondola di Venezia.
«Era un fotografo che non sapeva di essere un grande fotografo, non perché i suoi contemporanei non lo conoscessero ed i suoi scatti non fossero significativi ma per la sua comunicazione in materia limitata ai concorsi e all’ambito amatoriale».

 

Sergio Del Pero, il villaggio San Marco a Mestre negli anni 50/60 PH© Circolo Fotografico La Gondola Venezia

Che caratteristiche ha la sua fotografia?
«In primo luogo fu lui a introdurre, anche alla Gondola, una stampa in bianco e nero contrastata, con pochissimi passaggi tonali. E non solo. Rivoluzionò anche il formato.
Famose sono le sue “tagliatelle”, cioè una stampa fotografica stretta e lunga (circa 10 centimetri di altezza e 30/40 di lunghezza) che sceglieva quando il soggetto lo permetteva. Conosciutissima è la “tagliatella” delle due barche a remi da funerale che si incrociano. Non subito fu riconosciuta questa modalità espressiva ma, quando fu adottata da Mario Giacomelli, diventò il simbolo grafico della sua e di tanta fotografia altrui».

 

Sergio Del Pero: il suo caratteristico formato stampa “tagliatelle”, stretto e lungo

Che cosa amava fotografare Del Pero?
«La sua produzione è vastissima e va dalla fotografia sociale alla ritrattistica, dal paesaggio alla vita veneziana.
Al centro della fotografia di Del Pero c’è la condizione umana con le sue alterne vicende, i protagonisti sono persone comuni – bambini, operai, semplici cittadini – alle prese con la realtà. Osservando ogni sua immagine si percepisce la partecipazione emotiva alla situazione del soggetto immortalato nello scatto. Era molto curioso e attento verso la società nella quale viveva e le sue foto esprimono le relazioni, i gesti, l’essere delle persone».

Il bianco e nero di Sergio Del Pero

«Già negli anni sessanta – racconta il responsabile dell’Archivio storico del Circolo La Gondola Aldo Brandolisio – Del Pero affrontava temi quali l’inquinamento della laguna di Venezia, l’avanzata del cemento, la condizione degli ospizi. Le sue foto, spesso in serie multipla, sono brevi trattati di sociologia.
Un esempio su tutti la serie sui “recuperanti” (persone che recuperavano beni dai rifiuti) scattate a Mestre, nella ex discarica di San Giuliano tra gli anni ’60 e ’70.
Importanti sono anche le sue serie sull’inquinamento dovuto a Porto Marghera, rese tutte con i toni drammatici del bianco e nero a grande contrasto, e della Mestre che nasceva in preda al furore urbanistico del dopoguerra».

 

Sergio Del Pero, notturno in via Piave a Mestre nel 1963 PH© Circolo Fotografico La Gondola Venezia

Del Pero era una persona schiva e modesta – raccontano le persone che lo conoscevano – e il successo non lo portò a fare della fotografia la sua professione.
Nel 1996 la vedova, signora Licia, ha donato l’intero fondo fotografico e documentaristico al Circolo La Gondola, nel 2018 il nipote lo ha arricchito con una serie di 200 diapositive a colori, fino a quel momento mai viste. Dopo la sua morte a Mestre nel 1987 per i postumi di un grave incidente, gli furono dedicate tre mostre nelle quali il percorso espressivo dell’artista ha riscosso uno straordinario consenso di critica e di pubblico.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.