“Se non c’è collaborazione, qualsiasi sistema, anche il più tecnologico, è destinato a fallire”.
È da questa considerazione, espressa dal prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, che parte il Patto Metropolitano per Venezia Sicura.
Comune, Città metropolitana e Prefettura si sono infatti ufficialmente impegnati a “fare sistema” per migliorare il controllo del territorio e combattere il degrado e l’illegalità.
Il patto
A sottoscrivere quello che è stato definito un “Patto per la sicurezza urbana, integrata e partecipata” sono stati lo stesso prefetto e il sindaco metropolitano di Venezia, Luigi Brugnaro, segnando il punto di arrivo di un percorso cominciato due anni fa e che ha visto fin dall’inizio grande sintonia tra Prefettura, Comune e Forze dell’Ordine.
“Non sono un difensore dei protocolli – ha ammesso Zappalorto – perché credo di più nei sistemi tradizionali per fare sicurezza. Ma se questo protocollo serve a controllare meglio il territorio, come credo, è benedetto. Perché credo che il controllo del territorio serva se fatto tutti insieme, in maniera coordinata e scambiandosi informazioni”.
I punti cardine del protocollo
Il senso del protocollo d’intesa è chiaro. Ma ci saranno conseguenze immediate e concrete per ottenere gli obiettivi fissati. Innanzitutto ci sarà un incremento dell’organico della Polizia locale di Venezia e sarà richiesto un rafforzamento anche del personale impegnato nell’operazione “Strade Sicure”.
Saranno potenziati anche i progetti “Oculus” e “Oculus plus”, mirati al contrasto dell’occupazione abusiva degli edifici abbandonati, così come sarà intensificato il controllo delle prostituzione di strada. Nuove norme saranno in tal senso aggiunte al nuovo regolamento di polizia e sicurezza urbana.
“La forza di questi accordi – ha detto il sindaco Luigi Brugnaro – è quella di dare un segnale, ma qui ci prendiamo impegni precisi, come per la nuova centrale operativa al Tronchetto, di cui stiamo avvicinandoci alla fine dei lavori”.
I contenuti
Nel protocollo si regolano il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e il Comitato metropolitano e si definisce la Cabina di regia, che si riunirà in Prefettura.
Si individuano strumenti operativi e nuove tecnologie, tra cui il potenziamento del sistema di videosorveglianza. Nella sala operativa unificata convoglieranno infatti tutte le immagini delle reti di videosorveglianza dei Comuni convenzionati.
Le stesse immagini potranno essere messe a disposizione, in tempo reale, delle sale operative della Questura di Venezia e del Comando provinciale dei Carabinieri.
Alcune ambiti rientreranno nella dicitura “di particolare tutela“.
Sono le stazioni, i mezzi pubblici, le scuole e le biblioteche, i monumenti e le piazze, gli impianti sportivi e le aree destinate a fiere e mercati. In modo sinergico saranno definite le strategie per i grandi eventi e si stabiliranno interventi di ottimizzazione degli organici per il presidio del territorio.
Comune e sicurezza
L’attenzione si concentrerà soprattutto sull’Area Marciana, su Piazzale Roma, sul Tronchetto, su Mestre sud (corso del Popolo, via Cappuccina, via Piave, via Trento e limitrofe) e sul territorio della Municipalità di Marghera. La Polizia di Stato potrà aver accesso immediato, attraverso appositi canali, alle banche dati del Comune di Venezia, in particolare in materia edilizia, turistica e commerciale, oltre che dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente.
“A Venezia – ha rimarcato il sindaco – stiamo segnando una traccia”.
Brugnaro ha ricordato come operazioni contestate, come quella di armare la Polizia Locale, geolocalizzare le auto della Polizia locale o costituire un’importante squadra cinofila, hanno dato frutti ormai riconosciuti da tutti.
Il Comune continuerà così ad assumere vigili urbani e a investire su mezzi e uomini. E creerà unità speciali per parchi e spiagge. “Perché la sicurezza – ha concluso – è un diritto sacrosanto del cittadino”.