Non ha ancora 12 anni (li compirà il prossimo 28 aprile) ma nel suo curriculum può già vantare trofei, partecipazioni in tv con vittorie importanti e la capacità – ovviamente “sfruttata” al meglio dai suoi genitori- di non sbagliare un solo calcolo anche in caso di complicati conteggi (o. più banalmente… del resto della spesa). Poco da dire: Alessandro Lachin, timidezza congenita e naturale a parte, ha preso il meglio dalla doppia cultura data da padre italiano e madre giapponese, Paese dal quale ha portato in Italia l’uso del “Soroban”, l’abaco tradizionale del Sol Levante per eseguire i calcoli più complicati e che gli ha permesso di partecipare e trionfare in tv alla trasmissione Super Brain.
- Allora Alessandro, da dove nasce questa tua passione per i numeri e il calcolo?
Fino da piccolo mi divertiva tantissimo fare i conti e giocare con la matematica. Poi, durante un mio viaggio in Giappone, ho scoperto l’esistenza del Soroban, l’abaco giapponese, e mi sono appassionato ancora di più. Quando sono tornato in Italia in internet ho trovato il sito magicoabaco.it e ho cominciato a divertirmi a eseguire calcoli ed esercizi ogni giorno. Poi ho partecipato ai campionati di calcolo mentale a Udine e, sebbene fuori categoria per età, mi sono classificato ai primi posti. Gioco circa trenta minuti al giorno, usando dei libri di esercizio, ma per me è un divertimento, non certo uno sforzo
- Come funziona precisamente un abaco giapponese?
È diverso da quello che veniva usato una volta qua. I calcoli si fanno spostando solo cinque palline per ogni fila: quattro rappresentano le unità, mentre quello superiore, separato dagli altri, ha valore cinque. Una volta che lo impari a usare, diventano facili anche calcoli molto complicati. Io, quando devo fare un calcolo, posso anche non usarlo ma solo visualizzarlo nella mente, e tutto diventa più facile.
- A scuola, invece, come andiamo? E quali sono le tue passioni oltre al calcolo?
Ho nove in matematica, nove in scienze e otto in geometria, ma la mia materia preferita, forse per la mia natura di parte italiano e parte giapponese, è la geografia. Per alcuni anni ho giocato a scacchi con il circolo Capablanca di Mestre e ho vinto anche varie coppe e tornei. Da grande, poi, mi piacerebbe diventare pilota di aerei di linea, e penso che la matematica e il calcolo in questo mi potranno essere molto utili
- Raccontaci della tua esperienza televisiva
Mi sono divertito molto, anche se all’inizio mi sono trovato in difficoltà perché quando faccio i miei calcoli penso direttamente in giapponese e all’inizio non riuscivo a rispondere altrettanto velocemente in italiano. Mi sono allenato anche per questo, e alla fine sono riuscito a risolvere il problema e a vincere [20.000 euro la somma che Alessando si è portato a casa, N.d.A.]. Non ho potuto però dirlo a nessuno subito, perché la trasmissione era registrata e per contratto dovevo stare zitto anche con i compagni di scuola.
- E invece i campionati di calcolo mentale?
Due anni fa ho conosciuto il progetto Kangaroo e il veneziano esperto di giochi e di calcolo Dario De Toffoli. Ero in quinta elementare, ma dopo aver passato le selezioni regionali, alle finali nazionali di Cervia ho partecipato come fuori categoria alla gara per medie e superiori, classificandomi terzo di categoria. Quest’anno a Udine, con categorie divise solo tra junior e senior, ho vinto la mia categoria e sono risultato quindicesimo assoluto.
- Parlando di Italia e Giappone, quali sono le differenze che hai potuto notare e cosa ti piace dell’una e dell’altro?
Sono due mondi molto differenti, come cultura, tradizione e tante altre cose. Io ad esempio preferisco il cibo giapponese a quello italiano. Se devo scegliere, niente pizza ma piuttosto il curryudon, spaghetti al curry speziato. Dell’Italia, invece, mi piacciono molto le montagne. Sono stato a Cortina, Bolzano e in altri bellissimi posti del Cadore. Poi, ovviamente, i cartoni animati giapponesi sono il meglio!
- Facciamo finta che i tuoi genitori non ci sentano: in cosa sei già più bravo del tuo papà?
[Qui finalmente Alessandro si lascia un poco andare, e ride. N.d.A.] Ovviamente nei calcoli. Se si va a fare la spesa, mio papà mi sfida nel calcolare il resto che ci dovranno dare prima ancora che la cassa lo abbia scritto, e io lo indovino. Poi lo batto sempre a Trivial Pursuit.
- Per finire, perché consiglieresti di studiare la matematica?
Perché è divertente, non deve essere vista solo come un impegno scolastico, e perché grazie ad essa – come è capitato a me – si possono avere bellissime esperienze, conoscere gente e farsi nuovi amici