La “scuola” veneziana: pochi sanno che personaggie storie della Disney, ma non solo, nascono dalla creatività di disegnatori e sceneggiatori del nostro territorio
E qualcosa di divertente fare l’impossibile» diceva il mitico Walt Disney. E dare la vita a dei personaggi con il solo ausilio di una matita e di una gomma è fare l’impossibile. Osservare un disegnatore al lavoro è come entrare, all’improvviso, nel magico mondo di Fantasia, quando Topolino, goffo apprendista stregone, con la sua bacchetta magica decide di animare le sue scope. Con lo stesso tocco magico, sono nate e nascono tutt’oggi dal pennello di una serie di artisti veneziani una gran parte delle storie a fumetti disneyane e non solo. Giorgio Cavazzano e Valerio Held sono tra questi. Entrambi cresciuti professionalmente tra le calli della città. «Venezia per me è gioia e profumo – sottolinea Giorgio Cavazzano – ho sempre pensato che se due grandi scuole di artisti del fumetto sono nate a Genova e Venezia, questo sia dovuto alla salsedine, all’odore del mare». Venezia, quindi, crocevia di disegnatori e sceneggiatori. «Negli anni ‘70 i fumetti avevano una diffusione notevole rispetto ad oggi. Proprio a cavallo di quegli anni qui si sono formati autori – racconta Valerio Held – come Dino Battaglia, Hugo Pratt, Ivo Pavone, Ennio e Miro Missaglia, Stelio Fenzo, Leone Frollo, Luciano Capitanio, Luciano Gatto, Romano Scarpa, Giorgio Cavazzano, Maurizio Amendola, Giuseppe Dalla Santa e Roberto Vian».
Sintetizzare la loro storia e la loro attività è praticamente impossibile. Giorgio Cavazzano è, ad oggi, uno dei più apprezzati disegnatori di fumetti umoristici in Europa. Da Topolino a Paperino, da Eldoleo a Altai & Jonson per arrivare a Capitan Rogers, sono numerosissimi i personaggi che hanno preso vita dalla sua matita. «Nel mio studio somiglio a Paperoga – racconta divertito Cavazzano – cammino come Pippo ma il personaggio che amo di più disegnare è Zio Paperone nel suo deposito, là dove non ci sono linee rette, dove ci sono colline e movimento». Interessatosi fin da piccolo all’arte del disegno, dal momento che già a 12 anni inizia a frequentare lo studio del cugino Luciano Capitanio, disegnatore umoristico, aiutandolo nell’inchiostrazione. Qualche anno dopo, fa un incontro che segnerà il suo destino: su un vaporetto, a causa del forte vento che gli fa volare i disegni del cugino, incontra una giovane ragazza, alla quale racconta che quei disegni sono suoi. Enorme la sua emozione, e il suo imbarazzo, quando scopre che quella ragazza altri non è che la fidanzata e futura moglie di Romano Scarpa, uno dei più grandi autori di fumetti Disney del secolo scorso. «Romano per me è la sua matita! – racconta Giorgio Cavazzano quando gli si chiede qual è l’insegnamento più grande che gli ha trasmesso il suo grande maestro – Lo osservavo quando faceva i suoi schizzi. Era meticoloso, prendeva appunti in continuazione sul bordo del foglio, era professionale in ogni suo gesto. Mi ha insegnato che i personaggi sono attori che interpretano una parte, non sono esseri inanimati ma vivono» È stato proprio grazie a quell’incontro, che ha inizio la lunga collaborazione tra i due. La sua prima storia Disney “Paperino e il singhiozzo a martello”, su testi di Osvaldo Pavese, viene pubblicata su Topolino nel 1967. «Credo di essere davvero nato sotto una grande stella luminosa: la mia prima fortuna è stata quella di avere un fumettista in famiglia, Luciano Capitanio.
La seconda è stata incontrare e lavorare con Romano Scarpa, quindi l’incontro con mia moglie, per la serenità e la tranquillità che mi ha trasmesso, unite alla voglia di diventare qualcuno, con costanza ma senza esagerare, in una parola creando intorno a me armonia. E, infine, l’incontro con Tiziano Sclavi, perché lavorando con lui ad Altai & Jonson ho trovato la mia evoluzione grafica, mi sono perfezionato dal punto di vista stilistico». Valerio Held sembra, davvero, non rendersi conto della “magia” che porta con sé. Dopo essersi diplomato al Liceo Artistico, ha cominciato la sua attività nella metà degli anni ’70, frequentando lo studio di Miro Missaglia, all’epoca disegnatore di fumetti realistici. Grazie a Miro, Valerio conosce Luciano Gatto, mitico disegnatore Disney, che lo accoglie nel suo studio. Da allora ha collaborato in modo continuativo per la rivista Topolino ed altre testate disneyane. «Tutte le cosiddette “scuole”, da quella genovese a quella romana, si distinguono l’una dall’altra e, sicuramente, hanno sfornato autori di grande livello, basti pensare a Corrado Mastantuono a Roma o Andrea Freccero a Genova. Il nostro marchio di fabbrica – racconta Valerio Held – penso dipenda da un approccio al disegno Disney classico americano, quello a cui si era ispirato lo stesso Scarpa». Ad oggi si contano 114 avventure scaturite dalla matita di Valerio, più una serie infinita di personaggi, Disney e non. «Se penso a quale, tra i vari personaggi che ho disegnato nella mia vita mi somiglia di più, scelgo Paperoga, lui che è, al tempo stesso, pieno di passione, curioso, distratto e pasticcione». Ammette Valerio che ha dato vita anche ad una originalissima famiglia disenyana: i Duckis. «I Duckis hanno una storia abbastanza particolare, in realtà sono nati in un momento particolarmente stressante per me e la mia famiglia. Mi trovavo nello studio di Maurizio Amendola – racconta Valerio – tra gli ospiti che lo frequentavano c’era anche lo sceneggiatore di Mestre Bruno Concina. Tra un discorso e l’altro gli chiesi di creare un personaggio che portasse sfortuna a Gastone. Dopo alcuni giorni diede vita ad un’intera famiglia, i Duckis, moglie e due figli di età non precisata. Di fatto lo spunto per scrivere una storia può venire in molti modi, leggendo un libro, vedendo un film, osservando la gente per la strada. La vita quotidiana è sempre un buon punto di partenza, poi si elabora.
Tecnicamente avviene prima con la realizzazione di un soggetto, una sorta di riassunto della storia che vuoi raccontare, per passare poi alla sceneggiatura vera e propria. Questa va considerata come il copione di un film, in cui vengono descritti l’ambientazione, l’azione dei personaggi e le loro battute». «Normalmente – gli fa eco Giorgio Cavazzano – l’idea nasce dallo sceneggiatore che dà l’ambientazione. Poi le figure prendono vita magicamente sullo sfondo. Nel mio caso nascono dai miei viaggi, da incontri casuali. Qualche giorno fa Valentina De Poli, direttore di Topolino, mi ha chiesto da dove avessi tratto spunto per creare i personaggi di Novecento, le ho risposto che erano delle persone che avevo incontrato in un albergo di Miami: mi ero trovato a guardarle imbambolato e stupito perché erano perfetti, erano loro!». Fondamentale è poi il rapporto tra disegnatore e sceneggiatore. «Il rapporto che si instaura tra chi scrive e chi disegna è decisamente un rapporto di stima reciproca – continua ancora Cavazzano – un rapporto al 50 e 50, basato spesso sull’ amicizia. Io e Giorgio Pezzin inventavamo storie anche per strada, trovandoci a parlare per caso».
Quindi idee, una matita, una gomma, pennello china e colori. «Io uso più la gomma della matita – continua Giorgio Cavazzano – coloro ancora a tempera e acrilico perché è più divertente e per una promessa fatta tanto tempo fa». Un mondo ancora legato alla tradizione. «Si è portati a pensare – sottolinea Valerio – che il computer possa sostituire completamente la mano del disegnatore e che si possa realizzare un fumetto direttamente su di uno schermo. Realizzare un buon disegno comporta una serie di passaggi che il computer renderebbe probabilmente più freddi e ripetitivi». E il futuro? «C’è sempre un testimone da consegnare – conclude Cavazzano- e giovani ce ne sono tanti. A loro consiglio di non fermarsi, di non aver paura di uscire dall’Italia, di sperimentare e di trovare anche all’estero qualcuno che abbia un’affinità editoriale col proprio stile, in una parola: cercare». Come diceva Walt Disney, «da queste parti, comunque, non guardiamo indietro a lungo. Andiamo sempre avanti, aprendo nuove porte e facendo cose nuove, perché siamo curiosi. E la curiosità ci porta verso nuovi orizzonti».
DI CHIARA GRANDESSO
13 Ottobre 2010
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