Ci sono tanti modi per dire casa.
Home lo conosciamo tutti. E’ per questo che l’ha scelto Gloria Campaner.
Pianista, giovane ma già affermata a livello internazionale, Gloria è un’eccellenza metropolitana.
Le radici della sua famiglia affondano a Venezia, Jesolo, Padova e Chioggia.
Da quando è diventata maggiorenne è di fatto cittadina del mondo.
Ora però, che ha inciso il suo ultimo disco, lo ha dedicato alla sua Venezia, dove ha deciso di tornare a vivere.
E’ qui che è nato il suo amore per la musica e “Home”, attraverso le note di Schumann, ripercorre quel primo incontro al Teatro La Fenice di Venezia, dove lo scorso anno ha registrato live il suo unico concerto proponendo anche tredici miniature dedicate al mondo dell’infanzia.
“La Fenice è il teatro della mia città, quello del mio debutto importante -spiega- Ho provato a mettere in questo disco, quasi per consegnarlo ai posteri, quello che ho sentito vedendolo così gremito per ascoltarmi con tanto calore. Definirei il disco una sorta di “segnalibro” nella mia vita, per non dimenticare mai questo evento».
“Home” è stato presentato a Milano e ora Gloria Campaner lo sta portando in giro per l’Europa. Prima di Londra e Parigi, Città del Vaticano.
Il nuovo disco di Gloria Campaner ha anche un importante risvolto solidaristico. Da una decina d’anni, la pianista è infatti attiva in iniziative di benefiche nei confronti degli ultimi. “Home”, in particolare, sostiene l’associazione “Cometa”, al fianco dei bambini in difficoltà, senza famiglia o alle prese con situazioni particolarmente disagiate.
L’impegno con i giovani della nostra artista “di casa” si muove su diversi fronti. A cominciare da quello musicale.
“Voglio contribuire ad avvicinare i giovani a una musica ritenuta oggi troppo “alta” -racconta- Sono in continuo contatto con giovani musicisti o anche semplicemente con bambini e ragazzi che mostrano interesse nei confronti di questo tipo di musica, cercando di testimoniare loro prima di tutto che, credendo di avere qualcosa da dire e tenendo sempre viva la passione, ce la si può fare in qualunque campo. Credo che aprire a contaminazioni con jazz, musica elettronica, danza contemporanea o proiezioni video possa avvicinare molte persone al mondo della musica classica. Che è meravigliosa, ma a volte è presentata un po’ inscatolata, chiusa, conservativa, quasi a creare un sistema di élite. Invece, “aprirla” ad altro di più contemporaneo è, per me, un po’ come aprire un obiettivo fotografico e scoprire così che intorno abbiamo un panorama più vasto”.
Il viaggio, che fa parte della sua vita, ritorna quindi nella sua musica. Ma ha un senso proprio in quel suo tornare a casa che per Gloria Campaner significa soprattutto “sentirsi a casa”. Quella particolare sensazione che lei prova di fronte al mare di Jesolo, “con cui -ci dice- ho un legame estremamente affettivo”, a Venezia, alla Fenice e, innanzitutto, nella musica. “Home”.