Scordatevi il cilindro, le colombe e i conigli che appaiono miracolosamente. La magia, oggi, ha il volto giovane e leggermente “piacione”, gli occhiali a nascondere quello che sta seguendo e capendo del suo pubblico e le mani, veloci e leggere come la sua mente. Walter Di Francesco, Oscar della magia 2018 a Ca’ Sagredo a Venezia, è un mentalista di prestigio internazionale e che, dalla provincia di Treviso dove risiede con la sua famiglia, gira il mondo con tappe frequenti a Venezia (red carpet della Mostra del cinema compreso) città che con la sua fama magica, non poteva che essergli di ispirazione.
Perché si diventa mago? Quale è il punto di partenza?
Perché ci si innamora di una persona piuttosto che di un’altra? Credo che nell’arte succeda esattamente così. Ero un bambino quando i miei genitori mi portarono a vedere uno spettacolo di magia. Mi sembrava di vivere in un sogno. E’ stato amore a prima vista e avrei tanto desiderato diventare come quel mago che stavo osservando. Da li la prima scatola magica, i primi giochi per stupire i mie compagni di scuola e quel sogno che non sai bene se e dove ti porterà. Scoprii che come per la musica, per fare un esempio, esistono tanti generi, anche nella magia ci sono tante branche: la manipolazione, la magia generale, la micro magia, le grandi illusioni, il mentalismo ecc. Cominciai a studiare tutte le discipline, per capire verso quale ero più portato e non mi servì molto per intuire che il mentalismo sarebbe diventata la mia arte. Avere un talento è come essere un diamante grezzo, perché risplenda e diventi prezioso va privato di tutte le impurità che lo circondano, va levigato, sfaccettato e lucidato solo dopo questo lungo processo diventerà un diamante.
Qual è il tuo rapporto con la “magia” di Venezia?
Non importa da dove la si voglia guardare: Venezia trasborda di magia. Una città cullata dall’acqua che essa stessa è magia e vita e che riflette la sua arte che traspira da ogni scorcio. Come mentalista mi interessano molto la natura umana, le sfaccettature della psiche e i comportamenti della gente e anche in questo Venezia mi ripropone la sua magia, con il suo meraviglioso carnevale fra i più belli al mondo, fatto di costumi e persone di un fascino irresistibile. Ogni anno non perdo occasione di assistere a questo evento: il teatro della vita, la recita delle parti, abilmente rappresentata in questo contesto.
Il trucco più grande della tua vita e quello che non sei mai riuscito a fare.
Sono un marito e un padre fortunato, e non smetto mai di ringraziare il destino che mi ha fatto incontrare mia moglie, con la quale ho un’intesa straordinaria e che mi ha dato la gioia di diventare padre di Lorenzo che ora ha 11 anni e rappresenta in assoluto la più grande magia di papà Walter e mamma Valeria. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo e non riesco e frenare la mia curiosità. C’è una grande magia alla quale non riesco a dare una risposta e che nessuno può dare con certezza: cosa c’è dopo la vita? Ecco questa magia non la conosco e sarà l’ultima grande cosa che potrò imparare.
Ligabue ha scritto Walter il mago che ovviamente non sei tu. Però Edoardo De Angelis ha scritto una canzone proprio su di te. Il mago e le stelle. Cosa ha ispirato questo grande cantautore a farti questo bellissimo omaggio?
Un giorno, fui invitato da un carissimo amico a trascorrere qualche ora in barca in compagnia di altri amici in occasione del proprio compleanno. Tra gli altri invitati c’era anche il “Cantatutore necessario”. A un certo punto mi fu chiesto di mostrare un prodigio e decisi di farlo al figlio non vedente di un altro invitato. Riflettei per qualche istante e alla fine gli chiesi di pensare ad una carta. Sul tavolo stesi un mazzo di carte a faccia in basso, gli chiesi di toccarne una e nominare la carta scelta. La carta che stava toccando era proprio quella che stava pensando. Vedete, dissi, la magia è fantasia. E’ rendere possibile ciò che non lo è. De Angelis rimase particolarmente toccato e da qui è partito questo omaggio al venditore d’incanti, all’affabulatore di sogni. Mi piace l’idea di poter regalare emozioni.
Se potessimo salvare solo tre cose del mondo della magia cosa sarebbero?
La prima sicuramente la capacità di creare stupore: vivere senza stupirci è come vivere in un mondo senza colori. La seconda cosa è la voglia di credere e con essa di sperare. La terza è il fascino del mistero, dell’irrisolto, che è la strada maestra per la ricerca e la scoperta.
Dai ci sveli un trucco?
E’ risaputo che i prestigiatori sono molto gelosi dei loro segreti. Facciamo un giuramento etico di non rivelare i nostri artifici. Il fascino della magia risiede nel fatto che non siamo in grado di dare una spiegazione razionale al prodigio a cui assistiamo. Il neonato si stupisce per ogni cosa che lo circonda. Tutto è nuovo. Il suo mondo è pieno di magia. Man mano che si avvia a diventare adulto crea un muro di certezze davanti a se a proteggerlo, i cui mattoni sono fatti di esperienze. L’adulto vede l’arcobaleno e la mente lo ricerca dentro la sua esperienza, il mattone è li: è un po’ di vapore acqueo, dice, che rifrange la luce e crea questo effetto. Ecco svelare un trucco è un po’ come porgere un mattone da aggiungere a quel muro che con tanta dedizione tentiamo come prestigiatori di infrangere. Ve la sentireste voi di svelare a un bambino l’identità di Babbo Natale? Per favore non fatelo!
Ma oltre al mago chi è Walter?
Walter è un padre e un marito che crede nei valori della famiglia. Walter è un uomo che ha la grande fortuna di essere amato e amare Valeria, la sua compagna. Walter è in fondo un bambino, mai cresciuto, che ha tanta voglia di giocare alla vita, di commuoversi, ridere, piangere, amare e che non smetterà mai di sognare e di crederci. Walter è un esteta al quale piace il bello. Walter adora la buona cucina e i cibi genuini. Walter pone in cima alla sua scala dei valori l’onestà e la dignità. Walter è un uomo che vuol credere che un giorno saremo in grado di vivere in questa briciola di universo chiamata terra, in pace e armonia.
Qual è il futuro della magia?
Finché nell’uomo ci sarà la voglia della scoperta e della comprensione, la magia non potrà cessare di esistere e continuerà a fare da contraltare alle certezze e ai paradigmi della scienza. La magia continuerà ad evolversi adeguandosi al cambiamento dei tempi e delle abitudini. Al mago sarà richiesto di diventare sempre più raffinato nella propria arte. Senza entrare troppo nello specifico, credo che la magia del futuro sarà sempre meno coadiuvata dall’ausilio di attrezzi e grandi apparati e diventerà via via sempre più intima e personale. Percezioni, letture del pensiero, premonizioni sono ormai una tendenza consolidata del nuovo millennio. Viva la magia. Viva la vita.