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Viaggio nel profondo underground musicale. Rinasce un progetto che edita la New Wave del Veneto

Viaggio nel profondo underground musicale. Rinasce un progetto che edita la New Wave del Veneto

Il progetto 391 arriva da molto lontano, sia nel tempo che nello spazio, dal desiderio di due adolescenti inquieti di Ascoli Piceno, Pierpaolo De Iulis e Gianlorenzo Giovannozzi: dare vita, nel 1983, ad una serie di compilation su cassetta, che fotografassero un momento molto fertile dell’underground musicale italiano di quel periodo. Una sorta di mappatura dell’Italia, divisa regione per regione, scandagliando i gruppi new wave e post-punk del periodo. Nonostante il moltissimo materiale raccolto, il progetto si interruppe nel 1985, dopo l’uscita dei primi due volumi dedicati a Marche e Umbria. Un progetto che è però ripreso ora, a più di trent’anni di distanza, con la pubblicazione su cd da parte dell’etichetta Spittle Records dei primi cinque episodi (Marche, Piemonte, Toscana, Umbria e Liguria) a cui seguirà a breve la raccolta dedicata al Veneto, che in quel periodo sfornava gruppi di grande qualità ed infatti sono ben 42 i brani, divisi in due CD.

Quindici band arrivano dalla provincia di Venezia: Blu Velvet, Vco, Plastic Bags, Homework Tape Productions, Hunt’s Up, Ruins, Cruel Bolero, Plastic Flowers, Death in Venice, Art Decò, Wax Doll, Sibyl Vane, The Shadow of a Doubt, Opium Club, Alejas; dieci da quella di Vicenza: S.P.R.A.Y, Steve Elbow & Twist 92, New Design, Bobby Watson, Domino Noir, Lynx Avenue, Plasticost, Frigidaire Tango, Luxure, Fru Aut; sette da quella di Treviso: Pyramids, Degada Saf, Art Core, Wax Heroes, Scent Merci, Inside Loneliness, Marginal Note; sei da Verona Evabraun, Radar, Endless Nostalgia, Morrowyellow, Plague Pavillon, Hellvispravo; tre dalla provincia di Padova: Isolamento, QFWFQ, I nipoti del faraone, ed una sola band, End of Carnival, da quella di Rovigo.

Ruins 1983, duo elettropop attivo contemporaneamente nel campo della multimedialità applicata, ancora oggi in grado di produrre materiale in costante evoluzione

Brani in cui riverberano i fermenti dell’epoca, dopo che il punk aveva spazzato via trent’anni di musica, e certamente si sente molto l’influenza di quello che succedeva in Inghilterra in quel periodo. Ma le canzoni, anche se realizzate in modo un po’ artigianale e “sperimentale”, prendono comunque forma e sostanza in un ventaglio di grande creatività.

Sibyl Vane, band veneziana finalista del concorso nazionale di Videomusic “Rock Contest 87”

Chiediamo a Gianlorenzo Giovannozzi, creatore del progetto 391, com’è riuscito a recuperare così tanto materiale: “Sono partito, come ogni volta del resto, da quella che era la mia memoria sulla scena anni 80 della regione. I primi nomi che avevo in mente erano ovviamente Frigidaire Tango, Ruins, Plasticost, ma anche Qfwfq, Fru Aut, Degada Saf, Spirocheta Pergoli solo per citarne alcuni. Tutte band di cui ho ancora materiale e di cui conservo un ricordo nitido. C’è poi un leggendario censimento regionale uscito nel 1984 in tre numeri della rivista Frigidaire che costituisce, pur nella fisiologica incompletezza e nella presenza di molti errori, una base di partenza per cercare di rintracciare nomi meno noti, ma che vennero all’epoca segnalati magari perché avevano pubblicato un demo autoprodotto o poco più (spesso molto meno).

Death in Venice, probabilmente la più famosa cult band veneziana degli anni 80, fautori di una new wave cupa e decadente

Altri dati, per il Veneto, così come per tutte le regioni oggetto di studio sinora, vengono poi da recensioni e annunci rintracciabili su vecchie scartoffie (fanzine in primis) che conservo ancora gelosamente. Ma naturalmente la ricerca inizia a farsi interessante con il passaparola: ad ogni musicista contattato viene sempre chiesto di dare una mano, non solo con il materiale che lo riguarda in prima persona, ma anche e soprattutto facendo uno sforzo di memoria per cercare di “ricostruire gli eventi” di quegli anni. Ecco che magicamente, quando le cose vanno bene, la lista di nomi di band e musicisti cresce in maniera esponenziale. Su suggerimento di un amico comune, ho contattato fin da subito Carlo Casale dei Frigidaire Tango. Ero un po’ intimorito e scettico, vedevo la band come un’icona del mio passato da ascoltatore in quei primi anni 80 in cui ero un ragazzino. Ero convinto che un gruppo già ampiamente celebrato, e che penso si possa oggettivamente citare tra i migliori in assoluto in di quel periodo, avrebbe reputato poco interessante questo “viaggio nel profondo underground”. La smentita è arrivata puntuale: Carlo aveva in mente da tempo un’operazione simile, pur se focalizzata principalmente sulla scena di Vicenza e provincia, e ovviamente molto materiale audio nonché conoscenza diretta di tanti musicisti della sua zona e non solo. Ci siamo un po’ divisi le aree geografiche da studiare, facendo in modo di non interferire l’uno con l’altro, soprattutto per evitare di andare a contattare inutilmente le stesse persone. Con un massiccio uso di we-transfer ci siamo periodicamente aggiornati sul materiale raccolto e da selezionare.

Devo dire che Nel caso del Veneto le cose sono andate benissimo. Ho riscontrato fin da subito un grande entusiasmo da parte di tutte le persone contattate, sia per l’inserimento di un brano della propria band nella compilation, sia nel dare una mano nella ricerca. A forza di consigli, tra i più disparati (“A Venezia c’erano anche questi”, “In quella rassegna parteciparono quelli”, “Quel musicista ha suonato anche con loro” e così via) la lista di nomi papabili, ed in possesso di materiale audio discretamente registrato è diventata via via più lunga e piena di sigle mai sentite prima, almeno dal sottoscritto. Tanto che poi, arrivato il momento di tirare le somme, la selezione dei brani da inserire nei due cd è stata durissima e con qualche taglio sofferto. Alcune revisioni finali, tra cui quella di rivedere per alcuni gruppi la scelta del pezzo (uno di tre minuti al posto di uno più lungo, per dire) hanno poi permesso di “stirare” la tracklist a ben 42 brani: il sesto volume della serie “391” ha così il primato di essere ad oggi quello con la scaletta più lunga. Un altro primato è rappresentato dalla lista di ringraziamenti nel retro copertina, il che la dice lunga sul fatto che ci sia stata da parte di tutti una gran voglia di collaborare. Sembrerà strano ma le cose non sono andate sempre così con altre realtà geografiche. Diffidenza, disinteresse, addirittura ostracismo o disponibilità a cooperare subordinata ad un (impossibile) ritorno economico, sono solo alcuni degli atteggiamenti che hanno reso altrove le cose molto più complicate del previsto. Non scendo nel dettaglio ma ci sono compilation regionali in cantiere da anni, e non riusciamo ancora a concretizzare un bel niente, ma in Veneto è andato tutto veramente alla grande”.