Le imprese chiamano, la scuola veneta (compresa quella veneziana) risponde. Il messaggio che il mondo economico lancia da tempo è chiaro: servono figure tecniche, immediatamente operative, capaci di accompagnare le aziende in questa profonda e repentina transizione verso un’industria 4.0. Per trovare lavoro più velocemente, per inserirsi sin da subito nelle realtà aziendali, è preferibile una formazione tecnica o professionale rispetto ai tradizionali licei. E i dati sull’anno scolastico 2018/19 aggiornati al 1 ottobre, che l’Ufficio scolastico regionale ha anticipato al Metropolitano.it, indicano che i ragazzi, e le loro famiglie, soprattutto nel Veneziano, stanno guardando a questo tipo di formazione con sempre maggior favore, e in Veneto si registra una continua crescita del numero degli alunni iscritti agli istituti tecnici e, a Venezia e provincia, quest’anno, c’è un vero e proprio boom degli alunni che frequentano un istituto professionale.
Il totale degli alunni che frequentano una scuola secondaria di secondo grado, in Veneto, è pari a 203.233 unità, 32.563 dei quali iscritti a una scuola veneziana. La ripartizione percentuale tra i tre grandi gruppi (Licei, Tecnici e Professionali) in Veneto parla di un 41,3% di iscritti a un liceo (83.862 alunni), un 38,1% a un istituto tecnico (77.407) e un 20,6% (41.967) a uno professionale. E se è vero che la corsa ai licei, a livello regionale, non si ferma (le percentuali, dall’anno scolastico 2015/16 a quello 2017/18 dicono che si è passati dal 39,9%, al 40,1%, al 40,7%), è altrettanto vero che anche il numero di alunni degli istituti tecnici mantiene il trend costante di crescita: l’iniziale 37,5% è diventato 37,6% e poi 37,9%.
In Veneto, c’è invece una leggera discesa di studenti di scuole professionali (questa la serie storica: 22,5%, 22,3%, 21,4%). Il dato, però, si inverte se riferito alla sola area veneziana. Gli alunni dei “professionali”, nel 2015/16, da noi erano solo 6.392, pari a un 19,6% che collocava la nostra provincia al penultimo posto percentuale, alle spalle della sola Padova. Dopo due annate scolastiche di flessione (19,4% e 18,8%), quest’anno si è registrata una netta inversione di tendenza, con la percentuale che è risalita al 22,1% (7.183 alunni), superando anche il Vicentino (20,9%) e avvicinando il Veronese (22,7%). Una crescita che è andata a incidere non solo sugli iscritti agli istituti tecnici (passati dal 38,7% al 36,6%), ma anche su quelli che frequentano i licei, che avevano toccato il top nello scorso anno scolastico (42,8%) e che sono scesi al 41,4%, al di sotto dei valori (42,2% e 42,1%) toccati rispettivamente nel 2015/16 e nel 2016/17.
Un segnale, insomma, da non sottovalutare: nelle scelte del proprio percorso di istruzione, le nuove generazioni di veneziani sono sempre più attente alle indicazioni e ai suggerimenti di quel mondo del lavoro nel quale, probabilmente, faranno meno fatica a inserirsi una volta completato il ciclo di studi.
«Questi dati – commenta Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia Rovigo – dimostrano che siamo sulla strada giusta: l’istruzione tecnica rappresenta infatti, per la manifattura del nostro territorio, un importantissimo bacino di competenze che possono essere impiegate nelle nostre aziende. Gli istituti tecnici sono un volano per l’occupabilità dei giovani e – di conseguenza – per la crescita di tutto il sistema manifatturiero.
Non dobbiamo più invidiare il sistema del Nord Europa dove i giovani si specializzano già a scuola ed entrano presto in azienda: ora abbiamo anche in Italia gli ITS, che rappresentano una risposta concreta per avvicinare i nostri giovani al sistema produttivo.Le aziende da tempo richiedono pressantemente una formazione specifica e tecnica e i dati sono confortanti: tutti aspetti che la classe politica del nostro territorio non deve trascurare».