Appassionata da sempre di percussioni, la noalese Elisa Montin conquista il titolo mondiale di miglior batterista rock
Non fatevi ingannare dalla figura minuta di Elisa Montin, 24 anni, in arte Helly (anche se hairstyle e tatuaggi fanno già presagire qualcosa), perché quando si siede dietro ai fusti di una batteria questa ragazza di Noale, poco più che ventenne, è una autentica forza della natura. Lo dimostra il fatto che ha recentemente conquistato un titolo mondiale, il trofeo “Hit like a girl 2017”, sbaragliando la concorrenza di altre migliaia di batteriste rock.
La batteria non è certo uno strumento comune per le ragazze: come è nata questa passione? «Quando avevo quattro anni, i miei genitori mi hanno portato al Palio di Noale e, oltre agli sbandieratori, c’erano altri figuranti coi tamburi. La cosa mi colpì moltissimo, tanto che, da quel momento, iniziai a percuotere qualsiasi cosa trovavo in casa. A quel punto mi comprarono una batteria giocattolo, che però non era molto robusta e resistette solo un paio di settimane. Quindi è arrivata una vera batteria, anche se piccola. A sei anni ho iniziato a prendere lezioni di batteria e non ho più smesso. Il primo concerto l’ho fatto a 14 anni, ma non fu niente di che; a 16 sono entrata in un tributo ai Litfiba e ho cominciato a girare i locali e farmi una vera esperienza nella musica dal vivo».
Di nuovo una vita sicuramente non semplice per una ragazzina. «Devo dire che i miei genitori mi hanno sempre supportato, seguendomi ai concerti, e… sopportato, anche se adesso ho insonorizzato la mia stanza per cui non sono disturbati troppo dal rumore. I problemi sono cominciati quando ho iniziato ad esibirmi con frequenza e a tornare a casa a notte tarda e quindi il mattino dopo, a scuola, faticavo a tenere gli occhi aperti. Così, anche se ero arrivata al quinto anno di un istituto turistico, non volevo più continuare a studiare: mi rendevo conto che quell’ambiente mi era ormai estraneo, volevo fare la musicista professionista».
All’inizio, ammette Helly, non è stato facile. «I miei genitori non riuscivano a capire ed è stata una scelta difficile per loro da digerire. Dopo tre mesi che avevo mollato la scuola, però, trovai un lavoro come insegnante di batteria in una scuola di musica e anche loro capirono che questa poteva diventare un vero lavoro. Continuo tuttora ad insegnare, anche se privatamente, perché è una cosa che mi piace molto fare».
Il brano che le ha permesso di mettersi in luce al concorso è un suo arrangiamento rock metal basato sulla colonna sonora del videogioco cult “God of War”. La scelta di questo genere, le chiediamo, è legata al fatto che è un tipo di musica che consente alla batteria di spaziare maggiormente, di permettersi dei virtuosismi che altri generi non concedono? «Fondamentalmente questo è il tipo di musica che ascolto e ho sempre ascoltato e che mi piace: mi piacciono sonorità un po’ aggressive, cupe, viscerali. Poi è chiaro che il modo di suonare cambia in base al progetto: se è una cosa solistica, come il concorso, allora cerco di mettere in risalto le abilità tecniche; se suono con una band mi metto a disposizione del gruppo, eventualmente anche modificando gli arrangiamenti».
Parlando di gruppi il prossimo progetto di Helly è la registrazione del secondo disco delle Killin Baudelaire, gruppo alternative metal tutto femminile di Milano. «A dicembre le Killin Baudelaire avevano bisogno di una batterista per completare il loro tour europeo. Si tratta di una band molto apprezzata nel circuito, che ha aperto concerti a gruppi come Blink 182 e Linkin Park. Ci siamo trovate molto bene, ovviamente quando sei in giro a suonare si crea un forte legame personale e così al termine del tour mi hanno chiesto se volevo entrare in pianta stabile nella band. Io naturalmente ho accettato, non vedo davvero l’ora di entrare in studio con loro».