Dopo “Magister Giotto”, la Misericordia ospita una grande mostra dedicata al primo ambasciatore dell’arte italiana nel mondo
L’impatto visivo, appena varcato l’ingresso della Scuola Grande della Misericordia, lascia senza fiato: una monumentale testa bianca marmorea dell’artista Fabrizio Plessi si staglia nel buio come un grandioso e dirompente flash. L’installazione, a simboleggiare il viaggio nella sua mente, è un omaggio all’autoritratto del celebre scultore veneto Antonio Canova, la cui opera originale è conservata presso il Tempio di Possagno.
Dopo il successo di “Magister Giotto”, arriva a Venezia la prima grande mostra multimediale dedicata al massimo interprete del Neoclassicismo, secondo atto della trilogia Magister. Uno spettacolare percorso, ideato e realizzato da Cose Belle d’Italia Media Entertainment, che fino al 22 novembre trasporterà i visitatori nel mondo dell’artista. Ad accompagnarci alla scoperta di “Magister Canova” è Mario Guderzo, direttore della gypsotheca e museo Antonio Canova di Possagno, curatore della mostra assieme al filologo classico e storico dell’arte Giuliano Pisani.
«Canova è il più grande scultore Neoclassico, un personaggio in questo momento alla ribalta più che mai, e che finalmente riceve i meriti che ha sempre avuto. È stato un grande politico, diplomatico, soprattutto un grande scultore (è lui che restituisce le opere portate via da Napoleone), che riesce a produrre opere d’arte mettendo in risalto il nuovo linguaggio arrivato dopo il barocco e che nel Neoclassicismo si identifica proprio come un ritorno all’antichità».
Com’è nato e come si sviluppa il percorso espositivo di Magister Canova? «È un percorso che, partendo dalla gigantesca e magnifica costruzione realizzata da Fabrizio Plessi, nella quale è possibile immergersi nel pensiero di Canova, offre al visitatore un’esperienza senza precedenti per permettere di cogliere il significato di uno dei più appassionanti processi creativi della storia della scultura europea. Poi, attraverso i temi tipici della sua produzione, quindi la danza, la bellezza, le figure mitologiche, si arriva alla scoperta della favola di Amore e Psiche e si riconduce l’artista all’interpretazione della classicità».
Una mostra che immerge a 360 gradi nel mondo del grande scultore veneto. «La mostra è un intreccio di immagini, parole e musica. Il racconto è affidato alla voce di Adriano Giannini e al violoncello di Giovanni Sollima. Canova è un artista internazionale (oggi la scultura “George Washington” è negli Stati Uniti), un grande viaggiatore, si rapporta con i potenti ed i collezionisti del suo tempo ma soprattutto alla fine rende merito alla genialità italiana. La sua arte è una scoperta continua».
La formula di una mostra multimediale si è rivelata vincente. «È fondamentale cambiare il modo di rapportarsi con l’opera d’arte. Venezia non aveva bisogno di un’altra mostra con opere di Canova: questo è un modo diverso di guardarlo e di scoprirlo. La tecnologia a disposizione dell’arte ha permesso di creare in Misericordia ambienti di grande impatto percettivo, ricostruzioni scenografiche, visioni illusorie, dove le vicende e i dettagli vengono valorizzati e messi in risalto. Gli interventi che sono stati realizzati per questa mostra danno veramente il merito che l’opera d’arte di Canova ha».
Canova e Misericordia: come vede Guderzo questo binomio? «Questo è uno spazio eccezionale che merita di essere valorizzato ancora di più, perché si presta assolutamente a grandi eventi».