Veneto Jazz ha tagliato l’invidiabile traguardo dei 25 anni di attività associando da sempre artisti di livello internazionale alla valorizzazione del nostro territorio e delle sue location uniche
Nata nel 1988, Veneto Jazz è un’Associazione Culturale che da 25 anni opera nel settore della musica jazz e contemporanea. Negli anni ha ideato, coordinato e gestito alcuni fra i più importanti festival jazz italiani nelle diverse città di Marostica, Padova, Castelfranco, Venezia centro storico e provincia, producendo nel corso di ciascun anno di attività circa un centinaio di concerti. Ha ospitato tra gli altri Miles Davis (Castelfranco Veneto, 1991), Keith Jarrett (Teatro La Fenice di Venezia, 2006) e il meglio del jazz nazionale ed internazionale. Nel 2008 ha inaugurato il Venezia Jazz Festival, considerato uno degli appuntamenti mondiali del settore. Ne discutiamo con Giuseppe Mormile Direttore Artistico di Veneto Jazz.
Giuseppe Mormile, come è nata l’idea di creare Veneto Jazz? «Nel 1985 aprii un locale, sul Montello, il Montemartre. Era uno dei primi jazz club italiani, dove sono passati grandi nomi della storia del jazz. Da quell’esperienza è nata la voglia di organizzare concerti. Così sono arrivate le prime occasioni, a Castelfranco, la mia città. Prima al teatro Accademico, poi in piazza e poi piano piano nelle altre città…»
Siete giunti ormai a venticinque anni di attività, potrebbe elencarci le tappe più rilevanti di questi lunghi anni di concerti, eventi e musica? «Una data fondamentale è il 1991, l’anno del memorabile concerto di Miles Davis a Castelfranco, l’ultimo della sua vita, in Europa. Quel concerto ha significato tante cose: i contatti internazionali, il rapporto con New York e con la Mahattan School of Music dalla quale è nato il workshop di didattica jazz. In quell’anno iniziarono anche i concerti fuori dalla Marca, inaugurando quello che sarebbe stato un circuito regionale con 40 città, un’idea di “decentramento” e di rete. Il festival nel tempo ha poi acquisito piazze sempre più importanti. Fondamentale l’arrivo all’Arena di Verona (nel 2004), con lo storico concerto di Keith Jarrett, con 8.000 spettatori, e di Diana Krall. Poi il 2006, con le celebrazioni per l’80° anniversario dalla nascita di Miles Davis. Infine, nel 2008, la nascita di Venezia Jazz Festival, con la possibilità di lavorare in una città così meravigliosa ma anche complicata, che ci ha dato una visibilità veramente internazionale, con l’organizzazione di concerti indimenticabili, come Sting e l’Orchestra Sinfonica della Fenice in Piazza San Marco (2011)».
Qual è il rapporto di Veneto Jazz con il territorio? «Ho sempre pensato a Veneto Jazz come ad una creatura che ha un cuore radicato nel Veneto e uno sguardo internazionale, nel senso che si nutre delle bellezze paesaggistiche e monumentali di questo territorio come scenario e premessa per tutti gli eventi, ma che si posiziona al livello dei grandi festival internazionali, viste le proposte artistiche».
Attualmente quali sono le rassegne organizzate da Veneto Jazz e in quali periodi dell’anno? «Il festival ha una stagione invernale nei teatri della regione (da gennaio ad aprile) e una stagione estiva (da giugno a settembre) in diverse piazze e città all’aperto, con centri più importanti a Marostica, Castelfranco, Padova, Chioggia. Alla fine di luglio, si tiene invece il Venezia Jazz Festival (nel 2013 sarà la sesta edizione), che è la punta di diamante di tutta la programmazione.
Un appuntamento importante è diventato il Padova Jazz Festival, a novembre, realizzato in collaborazione con l’Associazione Miles. Poi nel corso dell’anno ci sono eventi speciali, legati alla disponibilità di un artista e di un luogo particolare, come è stato il concerto di Francesco De Gregori in Piazza degli Scacchi a Marostica o quello di Irene Grandi e Stefano Bollani al Teatro Filarmonico di Verona».
Alcuni numeri della vostra attività? «Nel corso dell’anno sono circa un centinaio gli eventi prodotti, gestiti direttamente o in collaborazione, per 1 milione e mezzo di fatturato. Negli anni l’associazione Veneto Jazz, oltre che riferimento istituzionale, è diventata anche una struttura di produzione di servizi nella gestione degli spettacoli dal vivo».
Quali sono stati gli artisti di maggior rilievo ospitati dalla manifestazione? «Sarebbe lungo elencarli tutti. Direi che il festival ha ospitato quasi tutti i più importanti artisti del panorama jazzistico internazionale, dai grandi del passato come Miles Davis e Michel Petrucciani, a quelli in vita, come Keith Jarrett, Herbie Hancock, Wynton Marsalis, Pat Metheny, Cassandra Wilson, Chick Corea ecc ecc… Dalle icone della musica brasiliana, Caetano Veloso e Gilberto Gil, a miti come Cesaria Evora e pop star come Norah Jones e Sting…»
In un momento di crisi come quello attuale, quali difficoltà si stanno incontrando? «È davvero faticoso procedere nelle attività anche per una organizzazione come la nostra che, nonostante i sostegni istituzionali, è abituata a rischiare in proprio e a ragionare con mentalità imprenditoriale. Alla drastica diminuzione dei finanziamenti pubblici è corrisposta anche una maggiore difficoltà nel reperimento di fondi privati da parte delle aziende. E ringraziamo di cuore i nostri partner storici che fra mille tagli di budget, continuano a credere in noi. La nostra risposta è di creare eventi sempre più affascinanti e per quanto possibile inediti, con produzioni speciali e location altrettanto spettacolari».
Alcuni dei prossimi concerti di rilievo in programma? «Le idee non mancano, ma più che parlare di nomi, parlerei di eventi e di location. Per il 2013 stiamo lavorando ad un concerto particolare a Palazzo Ducale a Venezia, uno spazio meraviglioso ridonato allo spettacolo».
Quali sono i programmi futuri di Veneto Jazz? «Naturalmente di firmare il “festival più bello del mondo”… e con Venezia Jazz Festival credo che ci siamo vicini. Più concretamente stiamo portando a termine un progetto europeo che coinvolgerà i festival di altri Paesi, valorizzando soprattutto i giovani talenti».
DI CARLO BONALDI