Dal 1872 agli scudetti degli Anni Quaranta: tutto cominciò così…
Tutto inizia con la passione e l’entusiasmo di due giovani che diventeranno amici inseparabili e veri innovatori della educazione fisica in Italia. Costantino, nato nel 1838, e Pietro, nato nel 1841.
Il Risorgimento unisce l’Italia nel 1861 e negli stessi anni a Torino i nostri due giovani iniziano il loro percorso di ginnasiarchi o meglio di maestri di ginnastica. La loro azione si diffonderà coinvolgendo e promuovendo variegate realtà in ambito nazionale. Scelgono il Nordest e in particolare Venezia per sviluppare i loro progetti. Assieme al loro amico Emilio Baumann, sono considerati i benemeriti dello sviluppo dello sport in Italia e riconosciuti come gli artefici della scuola veneto-emiliana. Partendo dalla ginnastica, che allora aveva una applicazione rigorosamente militare, riescono a diffondere con competenza e senza alcun pregiudizio sociale o politico una vera e propria rivoluzione imponendo l’educazione fisica come pratica aperta a tutti. Costantino Reyer e Pietro Gallo intrecciano relazioni sia in Europa sia in Italia e si deve alla loro iniziativa la fondazione della FGI (Federazione Ginnastica Italiana) a Venezia, nel 1869. La loro intelligente sensibilità e curiosità li porterà ad apprendere e divulgare tutti gli sport moderni.
Al momento della fondazione della Società Veneziana di Ginnastica, nel 1872, Pietro Gallo non ha alcun dubbio: deve essere dedicata all’amico, capo carismatico, in quel momento non presente a Venezia. La Società di Ginnastica Costantino Reyer impone subito il suo dinamismo contagioso. Non solo ginnastica, ma anche tutti gli altri sport che la moderna società via via propone come voga, scherma, nuoto, tamburello, palla vibrata (non più praticato), calcio, pugilato e tanti altri come il basket. Già il basket.
La pallacanestro è l’ultima delle discipline che la Reyer accoglie ed è quella che oggigiorno rappresenta con l’ultimo scudetto l’orgoglio della Società.
E non è un caso che proprio a Venezia la storia del basket prenda avvio all’inizio dello scorso secolo con due importanti date per tutto il complesso nazionale: 1907 e 1920.
Nel 1907, nell’isola di Sant’Elena (più o meno dove ora inizia la pineta) in uno “Stadion” costruito con tribune in legno nel prato ex piazza d’armi, viene organizzato il 7° Concorso Ginnastico Nazionale. Sono numerose le gare in programma, ma quella che suscita grande curiosità è la prima performance pubblica in Italia del basket-ball, codificato qualche anno prima in un college americano. È una giovane insegnante di educazione fisica che porta la sua squadra ad esibirsi a Venezia: ha tradotto dall’inglese le regole del nuovo sport che è già diffuso oltre oceano. Pubblica per l’occasione un opuscoletto, Basket-ball. Giuoco ginnastico per giovanette eseguito per la prima volta da una squadra di questa sezione al concorso ginnastico nazionale di Venezia, nel maggio 1907. La squadra appartiene alla Ginnastica Mens Sana di Siena. È probabile che alla esibizione siano presenti anche Reyer e Gallo. La stampa dedica un grande rilievo al Concorso veneziano anche per la partecipazione straordinaria del re Vittorio Emanuele III. La pallacanestro inizia timidamente a muovere i primi passi. Dopo qualche anno la Prima guerra mondiale sembra interrompere il progresso sportivo. Paradossalmente per il basket il conflitto rappresenta invece un motivo di sviluppo. Sono infatti i soldati americani a portare in Europa e anche a Venezia, nei loro momenti di svago, il nuovo sport.
Nel maggio del 1920 viene organizzato a Venezia il 10° Congresso Nazionale. Pietro Gallo non c’è più: è morto a Pieve di Soligo nel 1916. Non è noto se l’ormai anziano Costantino Reyer (che morirà novantatreenne a Graz) venga informato sugli sviluppi dello sport italiano e sulla partecipazione della Reyer al campionato di basket. L’evento si svolge, come quello del 1907, sotto l’egida della FGI, sempre nella pineta di Sant’Elena. Alla Reyer, ormai affermata a livello nazionale, viene assegnato il delicato compito organizzativo. Non esiste ancora una federazione specifica, ma sono numerose le società che praticano il moderno sport “palla al cesto”, “palla al cerchio”, “palla a canestro”. Sono divertenti i commenti dei cronisti che cercano con qualche impaccio tecnico di far comprendere ai lettori il moderno gioco che si avvia al suo primo campionato nazionale, ancorché organizzato dalla Federazione di Ginnastica. La palla al cesto, un nuovo interessante giuoco cui prendono parte due coppie di cinque giocatori. Esso è giocato con la palla comune da foot ball spinta colle mani anziché coi piedi e l’abilità consiste nell’infilarla in un cerchio dal campo avversario, cerchio orizzontale e alto tre metri da terra infisso ad un palo.
Le squadre che partecipano al primo campionato provengono da Firenze, Brescia, Milano, Lissone, Ancona, oltre alla Reyer. I punteggi non sono tanto diversi da quelli del calcio. I resoconti sono discordanti, ma sembra che Milano prevalga sulle altre.
Dopo qualche mese, nel 1922, un periodico sportivo locale certifica anche il primo derby cittadino “tra una squadra della Reyer e la Spes di Mestre”. Non si riporta il risultato, il cronista si concentra sulla novità: “il giuoco della palla a cesto è oggi il giuoco della moda…”.
Alla Reyer le affermazioni nei campionati italiani non sono comunque una novità: il primo scudetto viene conquistato nella palla vibrata dalla squadra maschile nel 1904. Nel 1920 è la squadra femminile di tamburello che si afferma a livello nazionale. Più tardi, anche se ormai passati alla storia, vengono conquistati i primi scudetti nel basket: per la precisione sono tre quelli vinti dalla squadra maschile, nel 1942, 1943 e 1944 (non omologato dalla Federazione dopo un reclamo della Ginnastica Triestina) e uno dalla squadra femminile nel 1946. Nel 2017 arriva un nuovo scudetto: è, forse, anche il ringraziamento di Costantino e Pietro per non averli dimenticati.
Giorgio Crovato e Alessandro Rizzardini sono gli autori di “Costantino Reyer e Pietro Gallo. Le origini degli sport moderni a Venezia”, Marsilio Editori, 2016 – 416 pagine con 200 immagini.
Rizzardini è anche autore di “La Reyer e i cento anni della pallacanestro a Venezia” (con F. Bacciolo, M. De Lazzari), Ve.Sport, 2007 e “Lo scudetto dimenticato” (con F. Bacciolo, S. Barizza, G. Bobbo). Ve.Sport, 2013.