Alvise Marascalchi, 9 anni, sul set con Albanese e la Cortellesi: «Ma, da grande, non farò l’attore»
Attore per caso. Certamente Alvise Marascalchi, 9 anni, di Ponte nelle Alpi (ma di famiglia venezianissima), non aveva ambizioni recitative. E lo conferma anche ora, perché quando gli si chiede se da grande vuol fare l’attore risponde «Da grande no, lo faccio ora per divertirmi». Ma il caso vuole che fosse il bambino giusto al posto giusto ed è così diventato il figlio più piccolo della “strana coppia” formata da Antonio Albanese e Paola Cortellesi nel film di Riccardo Milani, da poco uscito nelle sale, “Mamma o Papà?”.
«Mi stavo arrampicando su un albero (al Parco di Villa Groggia, ndr) e mio zio ha detto ad un signore che stava facendo il casting: “Andate a parlare con quel bambino lassù”. E così mi hanno chiamato, mi hanno chiesto il nome, cosa volevo fare da grande e altre domande. Dopo qualche tempo mi hanno richiamato, abbiamo fatto un altro casting e quindi ci hanno chiamato alla prova definitiva a Roma. Alla fine siamo rimasti in due, io e un altro bambino veneziano, e hanno scelto me. Quando hanno deciso di chiamare me volevo telefonargli per dirgli che mi dispiaceva per lui».
Il film infatti era ambientato tra Treviso e Vicenza (la Cortellesi sfoggia un forte accento veneto) ed i tre ragazzi quindi dovevano essere della zona. È iniziata così per Alvise questa avventura che, se può essere affascinante per un adulto, sicuramente è davvero molto particolare per un bambino di otto anni. «È stato molto interessante, un’esperienza molto “insegnativa”, mi ha permesso di scoprire cose che prima non sapevo. Per esempio non si gira dalla prima all’ultima scena nell’ordine che vedi poi nel film: hanno loro dei programmi con cui prendono una scena qua e una scena là e poi le mettono assieme».
Nel film Alvise interpreta Giulietto, il più piccolo di tre figli di una coppia “disfunzionale” che decide di separarsi, ma che, per opportunità di lavoro, dovrebbe trasferirsi all’estero e nessuno dei due vuole occuparsi della custodia dei figli. Nasce così un’escalation di cattiverie reciproche e di dispetti ai figli per indurli a scegliere l’altro coniuge. Ma Alvise chi avrebbe scelto? «A dirla tutta, nessuno dei due», commenta saggiamente. «Se, per divorziare, bisogna arrivare addirittura a farsi del male, sarebbe meglio lasciare i ragazzi alla zia, no? Ma poi perché bisognerebbe farci scegliere? Dovrebbero restare assieme così facciamo tutti una bella vita».
Ma come è stato il rapporto con la coppia comica e con gli altri “fratelli”? «All’inizio stava molto più con noi Albanese, mentre la Cortellesi si vedeva poco. Poi invece si vedeva più lei e Antonio molto meno. Comunque stavano abbastanza per i fatti loro dopo aver girato le scene. Gli altri ragazzi (Luca Marino, “Matteo”, e Marianna Cogo, “Viola”, ndr) erano molto simpatici: anche durante le riprese mi aiutavano e un po’ mi incoraggiavano».
Ma era difficile imparare le battute a memoria? «Per loro non so, forse anche sì. Per quel che mi riguarda, ne avevo poche e anche abbastanza corte, per cui non era un gran problema impararle: più facile di così… La scena più difficile è stata quella in macchina in cui dovevo parlare del papà del campione di scacchi Kasparov, perché non mi ricordavo una data. Alla fine, poi, quella parte della scena l’hanno anche tagliata».
Il film ha avuto buoni riscontri, sia di pubblico che di critica, e quindi già si parla di un possibile sequel. Per questo è stato chiesto ad Alvise di non accorciarsi i capelli. Intanto lui si gode, con tutto il candore della sua giovane età, il suo momento di fama.
«Anche a scuola i miei compagni sono rimasti molto sorpresi all’inizio e poi naturalmente anche molto contenti, come me, perché sicuramente questa non è una cosa che capita tutti i giorni!».