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Io sul divano, la mia musica nel mondo

Io sul divano, la mia musica nel mondo

Pino Donaggio, Veneziano dell’anno: un musicista internazionale che non rinuncia alle sue radici

Musicista conosciuto in tutto il mondo, affermato compositore di colonne sonore, autore di canzoni italiane tra le più diffuse di tutti i tempi” così recita la motivazione del premio Veneziano dell’anno 2016, assegnato dall’associazione Sette Mari all’inizio di quest’anno a Pino Donaggio. L’intestazione continua poi così: “Artista brillante, illuminato da Venezia e dalla Laguna che non ha mai voluto abbandonare”.

Perché se la fama di Pino Donaggio è globale, e potrebbe lavorare in qualsiasi parte del mondo, non ha mai voluto interrompere il legame con la sua città? «Non mi trovo bene a scrivere da altre parti: soprattutto a Los Angeles, non ci riuscivo proprio. Qui a Venezia basta girare un po’ per essere immersi nell’arte ed è più facile trovare ispirazione. Una volta nel mio studio il pianoforte era posizionato di fronte ad una grande finestra sul Canal Grande ed era davvero suggestivo. Poi, onestamente, non sono uno che ama molto muoversi. Soprattutto dopo che una volta, tornando dalla registrazione della colonna sonora di “Blow out”, l’ala del Boeing su cui stavamo volando prese fuoco. Quell’incidente tirò fuori tutte le tensioni che avevo accumulato e ci volle parecchio per tornare a viaggiare. Poi qui sono le mie radici e la gente, soprattutto in quest’ultimo periodo, mi ferma per strada e mi dice di essere fiera che io sia veneziano e questo ovviamente mi fa piacere. Devo anche la mia carriera di autore di colonne sonore a Venezia, perché è qui che il mio primo film “A Venezia un dicembre rosso shocking” era ambientato».

Da lì iniziò una lunga carriera, che continua tuttora, in cui ha collaborato con grandi registi ed in particolare con Brian De Palma, con cui ha realizzato ben sette film. «Un suo amico gli aveva fatto sentire la mia colonna sonora e gli era piaciuta. Aveva bisogno delle musiche per il film “Carrie” per cui mi chiamò. Con lui ho davvero un rapporto speciale: di me si fida, per cui mi manda il film già montato, io creo la musica e quando è finita ed orchestrata gliela faccio ascoltare».

Con De Palma in particolare (ma anche molte altre pellicole a cui ha collaborato), si tratta di film thriller. È un genere che si presta in particolare alla sua musica? «Questi film hanno spesso pochissimi dialoghi, per cui la musica assume un ruolo fondamentale. Ad esempio, nella famosa scena del film di De Palma “Vestito per uccidere” in cui i due protagonisti sono al Metropolitan Museum, non c’è una sola parola in più di sei minuti, per cui riesci a sviluppare pienamente un tema e a far conoscere la tua musica. E non ha certo lo stesso impatto di un tappeto di sottofondo coperto dai dialoghi».

Lei ha lavorato con tanti famosi autori: c’è qualcuno con cui le piacerebbe lavorare o un film che le sarebbe piaciuto musicare? «Ovviamente mi piacerebbe lavorare con i più grandi, Spielberg ad esempio, o aver potuto continuare la mia collaborazione con Joe Dante, per cui scrissi “L’ululato” e “Piranha”, perché credo si sarebbe potuto sviluppare un rapporto simile a quello con De Palma, ma la casa di produzione fece altre scelte. Mi sarebbe davvero piaciuto scrivere la musica di “Mission” di Roland Joffé, anche perché c’è una parte importante della storia che include un violino e io nasco come violinista. Purtroppo il produttore inglese del film sentì la musica di ”C’era una volta in America”, che era appena uscito, e così scelsero Morricone».

Ha avuto vari “momenti” nella sua carriera: ha iniziato diplomandosi al conservatorio Benedetto Marcello, facendo poi parte degli inizi de I Solisti Veneti, quindi il successo a Sanremo come cantante e autore e poi le colonne sonore. «Il periodo di Sanremo è stato molto divertente: c’era un grande contatto con il pubblico, con il successo. Ma il mio sogno era poter far ascoltare la mia musica in tutto il mondo e se ci sono riuscito con “Io che non vivo”, che nella versione americana è diventato ormai un classico, a maggior ragione ci riescono le colonne sonore. Trovo affascinante che io possa starmene comodamente seduto sul mio divano qui a Venezia e la mia musica si muove per il mondo».


Tag:  film, musica