Dall’idea di un giovane ingegnere nascono le protezioni per i grandi campioni della Coppa del Mondo
Quando passione e lavoro si uniscono il risultato non può che essere vincente. E la storia di Carlo Salmini ne è la dimostrazione. Veneziano, classe 1976, frequenta le scuole in città, fino alla laurea in Ingegneria dei materiali che ottiene a Padova con buoni risultati e nei giusti tempi.
La sua grande passione è però la montagna e fin da giovane inizia a fare gare di sci. «Ho cominciato – ricorda – come sciatore della domenica frequentando lo Sci Club Venezia. La mia ultima discesa a livello competitivo è stata nel 2007 ai campionati americani assoluti open in Alaska». Ma il successo di Carlo non è legato alle sue vittorie (anche se sicuramente sugli sci non se la cava male…). Il frequentare certi ambienti gli ha permesso infatti di raggiungere più rapidamente quello che, da gioco iniziale, è diventato negli anni un business importante.
Era l’autunno del 2004 quando l’allora ventottenne Salmini iniziò a realizzare, nel garage dell’azienda del padre, prototipi con il das allo scopo amatoriale di migliorare la propria attrezzatura da sci. Assieme ad un amico avevano costruito dei parastinchi da indossare durante le gare. E così continuarono a fare fino al 2005 quando, ad una competizione sciistica importante, alcuni compagni di gara della Nazionale italiana notarono questi parastinchi e chiesero a Carlo di realizzarne anche per loro.
Poi l’incontro con Ted Ligety, sciatore alpino statunitense: due ori olimpici, cinque Mondiali e cinque Coppe del Mondo di slalom gigante. Un feeling immediato, una stima reciproca e l’inizio di una grande avventura insieme. «Facendo gare importanti ho conosciuto atleti di alto livello. Poi ho incontrato Ted: siamo diventati amici, sono entrato nel giro, il mio prodotto è piaciuto, c’erano prototipi interessanti…». Nel frattempo era nato il marchio Slytech, quello delle protezioni e dei parastinchi. «E proprio nel 2006 – racconta Carlo con orgoglio – Julia Mancuso e Ted Ligety hanno vinto le Olimpiadi di Torino indossando i miei prodotti».
Nel luglio dello stesso anno, in seguito al sodalizio con Ted, nasce il marchio Shred. «In quattro mesi siamo riusciti a trovare partner per fare gli stampi. La grafica del nome l’ho creata da solo da uno spunto di Ted, imparando a disegnare con il programma Illustrator. A novembre la conferenza stampa. Il nostro primo prodotto insieme era pronto: un modello di maschera da sci in quattro colori diversi. Nel giro di un anno e mezzo ne abbiamo venduti diecimila pezzi».
Tutto è iniziato così, piano piano; poi una crescita continua fino ad oggi. Nuovi brevetti, nuove tecnologie, nuovi prodotti: paraschiena sempre più evoluti, parastinchi, caschi, maschere di vari modelli e colori, occhiali da sole ultra tecnologici… Ma Carlo non si ferma. Per costruirsi migliori conoscenze di gestione aziendale, frequenta a Boston, con non pochi sacrifici, un MBA al MIT, che gli permette di ampliare notevolmente la sua visione del business e degli affari. Oggi l’azienda può contare su un organico di ventiquattro persone che lavorano in tutto il mondo.
«L’industria degli sport invernali è dominata da aziende enormi, che sono quotate in borsa oppure possedute da grandi fondi di investimento. Ci sono colossi che fatturano miliardi di euro e, tra i piccoli, ce ne sono da quattrocento milioni di euro. Ciò nonostante, noi in Coppa del Mondo quest’anno abbiamo vinto otto gare sulle prime trenta e nessuno ci riesce ad eguagliare. Ci piace definirci “piccoli combattenti in un mondo dominato da giganti”: dei piccoli “Davide” che, a volte, sbucano dalle retrovie e riescono a sovvertire i pronostici sconfiggendo i “Golia”».
«Per questo settore – conclude Salmini – sono anni difficili: la neve manca, i negozi sono in crisi. Siamo entrati in un momento di difficoltà del canale e, di conseguenza, anche la velocità di espansione è più lenta. Ma il nostro obiettivo è quello di diventare uno dei tre più grandi marchi nel comparto maschere, caschi e occhiali da sole, mentre ci piacerebbe poter essere i numeri uno in quello della protezione del corpo. Il nostro intento è quello di realizzare un prodotto per tutti, il prodotto dei nostri sogni. Un obiettivo ambizioso. Una sfida importante che ci auguriamo con tutto il cuore di riuscire a vincere».