Solidarietà e partecipazione sono alla base della buona pratica che si sta sempre più diffondendo anche nell’Area Metropolitana
Rafforzare ulteriormente la collaborazione tra le Amministrazioni statali, le Istituzioni locali e la società civile, nell’ambito di un processo di sicurezza integrata e di partecipazione attiva per garantire la convivenza tra cittadini, la qualità della vita urbana ed una maggiore sicurezza nelle città. Con questo obiettivo, i sindaci di diciotto comuni della Città Metropolitana di Venezia (Venezia, Campagna Lupia, Cavallino-Treporti, Concordia Sagittaria, Eraclea, Fiesso d’Artico, Fossalta di Piave, Marcon, Martellago, Meolo, Mira, Noale, Noventa di Piave, Portogruaro, Quarto d’Altino, San Donà di Piave, Spinea, Torre di Mosto), assieme all’allora Prefetto del capoluogo lagunare, Domenico Cuttaia, hanno firmato nel settembre 2016 un protocollo d’intesa sul “Controllo del Vicinato”.
Non si tratta delle classiche ronde, né chi vi partecipa svolge il lavoro delle forze dell’ordine. Il controllo del vicinato è un progetto di sicurezza partecipata in cui le persone, semplicemente osservando la zona intorno alle proprie abitazioni e gli spazi pubblici, si aiutano a vicenda nel segnalare determinate situazioni sospette. Una collaborazione attiva tra cittadini per arginare il diffondersi di episodi di micro criminalità come furti, scippi, truffe, vandalismi. Ma non solo. «L’intento – spiega il consigliere delegato alla Sicurezza partecipata del Comune di Venezia, Enrico Gavagnin – è anche di far recuperare l’interesse, l’attenzione per chi ci sta accanto, che è la base della solidarietà sociale, del fare comunità. E poi, il controllo del vicinato può fornire dati importanti dal punto di vista investigativo e criminologico, che altrimenti andrebbero persi perché non esiste un database di Polizia dedicato».
L’Amministrazione comunale crede fortemente nel Controllo del Vicinato, che sta diffondendosi sempre più nella Città metropolitana. È una soluzione semplice ed efficace, che riporta a ciò che normalmente si fa nei paesi più piccoli, dove tutti si conoscono, dove ci si aiuta reciprocamente, dove tutti si sentono responsabili di tutto. «L’idea è quella di una partecipazione attiva – dice il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – e facciamo un appello perché tanti cittadini possano aderire a questo importante progetto. Sta crescendo un’attenzione per il proprio vicino che crea una rete di solidarietà e partecipazione, ci sono persone che laboriosamente oltre a fare il loro lavoro si comportano da cittadini con la “c” maiuscola, persone non distratte che gratuitamente aiutano tutti a vivere meglio: l’attenzione per gli anziani, le persone deboli, una conoscenza, un saluto, il recupero di un’idea di comunità. Forse è anche il motivo per cui mi sono candidato a fare gratuitamente il sindaco di Venezia».
Il funzionamento del controllo del vicinato è semplice: i cittadini costituiscono nelle varie zone gruppi di controllo, ciascuno con un proprio referente che sarà il tramite con le forze dell’ordine per comunicare le segnalazioni scambiate via whatsapp tra chi fa parte del gruppo. Gli occhi vigili sono il primo allarme sul territorio. È importante svolgere un’attenta osservazione e segnalare le anomalie agendo in stretta collaborazione con le forze dell’ordine, mai volendo sostituirle, per contribuire a diffondere la cultura della sicurezza solidale per individuare criticità ambientali e comportamentali delle persone. Un apposito cartello segnala dove è attivo il controllo del vicinato.
Antonella Chiavalin, coordinatrice regionale del progetto, sottolinea la volontà di sviluppare in più zone possibili l’iniziativa. «È un’ottima prevenzione. Le abitudini delle persone restano le stesse, solo che, anziché andare fuori da casa con la testa china, facciamo attenzione a tutto quello che succede intorno. Vedere le persone che si interessano non solo a se stesse crea comunità e la comunità fa il cambiamento, aiuta a vivere meglio». Un insieme di piccole attenzioni fa sì che i molti occhi dei cittadini rappresentino un deterrente per chi volesse compiere atti di micro criminalità. La collaborazione tra vicini è fondamentale perché si instauri un clima di sicurezza che venga percepito da tutti i residenti e particolarmente dalle fasce più deboli come anziani, bambini, donne, persone sole.
Attualmente i gruppi di controllo del vicinato sono presenti a Venezia centro storico (gruppo “Venezia 1” che comprende cittadini di Cannaregio, Dorsoduro, Castello), Lido; in terraferma a Mestre (Carpenedo, Pra’ Secco, Rione Pertini, via Torre Belfredo-Einaudi, via Piave, via Aleardi), Cipressina, Zelarino, Asseggiano, Gazzera, Ca’ Sabbioni, via Gatta, Malcontenta, Marghera – Villabona Catene.
Controllo del vicinato: un’idea che viene da lontano
Anni 60: nasce il controllo del vicinato (Neighbourhood Watch) negli Stati Uniti.
1982: arriva a Mollington, una cittadina vicino a Liverpool, si diffonde progressivamente in tutta la Gran Bretagna ed interessa ad oggi quasi tutti i paesi dell’Europa continentale, inclusi alcuni Paesi dell’Europa dell’Est.
2008: cominciano a formarsi i primi gruppi in Italia a Caronno Pertusella, in provincia di Varese.
Dieci milioni è la stima di famiglie che in tutto il mondo hanno aderito al controllo del vicinato.
2013: viene fondata a Saronno (Varese) l’Associazione controllo del vicinato ed inaugurato il sito web www.controllodelvicinato.it
2014: il controllo del vicinato parte autonomamente nel territorio della città metropolitana di Venezia.
2 agosto 2016: Enrico Gavagnin viene nominato consigliere delegato alla Sicurezza partecipata del Comune di Venezia.
2016: vi aderiscono 850 persone; dal 2 agosto 2016 ad oggi l’Amministrazione comunale di Venezia ha dato un notevole contributo ad incrementare il progetto, portando gli iscritti a 1586 al 25 dicembre 2016.
Nel sito www.comune.venezia.it
sono disponibili le informazioni per aderire al controllo del vicinato.