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E poi arriva Kuma

E poi arriva Kuma
Il videogioco dedicato a Kuma

Il cane-simbolo della lotta alla malavita diventa protagonista di un videogioco per mostrare simpaticamente come si può recuperare il controllo del territorio

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Da eroe in carne e… osso, a supereroe digitale. Kuma, il cane antidroga dall’estate scorsa in forza alla Polizia Municipale di Venezia, è ora anche il protagonista di un videogioco multievento realizzato da Attiva Spa. Una app, raggiungibile con QR code e scaricabile gratuitamente su fisso (piattaforme Mac e Windows) e mobile (Android e I-OS), che la società multimediale ha deciso di realizzare proprio per sostenere, con la forza della simpatia e dell’ironia, il rinnovato impegno cittadino in tema di sicurezza.
IL GIOCO. Dotato di una grafica accurata degna dei migliori fumetti, “Kuma – Operazioni speciali” colpisce fin dalla prima schermata, in cui il pastore tedesco fa capolino dalla vetta della Torre dell’orologio di Piazza Ferretto a Mestre. Si tratta, come detto, di un gioco multievento, strutturato su sei fasi successive indipendenti (più una, dedicata al tema del corretto conferimento dei rifiuti negli appositi cestini per mantenere la città pulita) e che quindi, in caso di buon riscontro nell’utenza, potrà via via essere incrementato da nuovi aggiornamenti attraverso livelli ciclici che consentiranno di far crescere la struttura del gioco. “Abbiamo fatto testare – spiega Michele Alzetta, coordinatore del progetto – i vari livelli a diverse persone: la sensazione quasi generalmente diffusa è stata quella di un gran divertimento, anche se non è mancato qualcuno che si è addirittura spaventato vedendo Kuma gettarsi dall’ultimo piano di un palazzo per portare a termine una missione…”.
I LIVELLI. L’eroe-Kuma viene dunque chiamato a varie tipologie di intervento, disposte in un ordine cronologico, ma liberamente accessibili in perfetta autonomia. Nel primo livello, chiamato “L’inseguimento”, il cane è chiamato a inseguire uno spacciatore in fuga sulle fondamente veneziane del centro storico e a tentare di catturarlo entro un tempo limite, cercando di correre più veloce di lui, evitando di incocciare negli ostacoli o di affrontare i ponti in maniera errata, per non perdere velocità. Il secondo livello si chiama “Caduta libera” ed è ambientato in una città che, pur astratta, richiama alla mente un quartiere sullo stile della Cita, a Marghera. Qui, Kuma, si deve lanciare dall’alto di un grattacielo e piombare sullo spacciatore all’opera, evitando, nel suo “volo” le terrazze che si pongono tra sé e il suo obiettivo. È poi la volta di “Olfatto sensibile”: in un magazzino, Kuma è chiamato ad individuare le casse all’interno delle quali si trova materiale illecito, ricordando la segnalazione che (sullo stile del vecchio gioco “Simon” degli anni Ottanta) viene fornita all’inizio dello schema attraverso l’illuminazione delle casse stesse.
Il quarto livello, “Una vasca in piazza”, si incentra invece su una sorta di intervento “sociale”: c’è una vecchina che sta attraversando da via Palazzo a Piazza Ferretto e un pirata della strada che arriva noncurante a grande velocità da via San Rocco. Riuscirà Kuma, che si trova dall’altra parte della piazza, a salvare la donna dall’investimento? In “Flusso costante”, quinto livello, l’eroe è invece chiamato ad utilizzare… “fluidi personali” per spegnere dall’alto di un grattacielo una sigaretta non propriamente lecita che un losco individuo si sta accendendo su una panchina. Infine, al sesto livello, “Una pillola al giorno”, Kuma torna in magazzino, dove deve raccogliere in tempo utile una serie di farmaci illegali sparsi su casse e mensole. Se un livello viene superato, sullo schermo appare un appagante “Missione compiuta” e, se si decide di tornare ad affrontare lo stesso livello già superato una prima volta, si può tentare di riuscirci di nuovo, anche se, proprio per rendere meno ripetitivo il gioco, aumentano le difficoltà.
 

Ma chi è Kuma?

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«Si tratta – spiega Gianni Franzoi, commissario capo della Polizia Locale di Venezia – di un pastore tedesco femmina di tre anni di proprietà di un collega. È stato messo a disposizione dell’Amministrazione comunale, addestrato con il corso spin off a Padova e il metodo “sokks”, specifico per l’individuazione della droga, e dopo sei mesi è diventato operativo con le nostre pattuglie. Lo usiamo soprattutto nelle perquisizioni e negli scenari operativi dove abbiamo certezza che sia presente dello stupefacente occultato.
La parola d’ordine “cerca droga” lo fa entrare in azione. Il suo impiego non va oltre un’ora e finora non ha mai sbagliato un colpo consentendo di recuperare una gande quantità di stupefacente. Stiamo addestrando altri due cani, un labrador e un altro pastore tedesco. E fra poco saranno anche loro a disposizione del reparto per i nostri servizi operativi». (R.R.)

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Tag:  app, cane, polizia

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