L’importanza della logistica e delle infrastrutture del territorio viste con l’occhio della Zanardo Spa, azienda leader nel proprio settore
La logistica, secondo la definizione data dall’Associazione Italiana di Logistica, è “l’insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano nell’azienda i flussi di materiali e delle relative informazioni dalle origini presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti”.La sua evoluzione è andata di pari passo con l’evoluzione del territorio e delle relative attività industriali. Lo sa bene la Zanardo Servizi Logistici, fondata nel 1961 a Marghera, ad opera di Settimo Zanardo, ed oggi presieduta dal figlio Damaso. Nata inizialmente per assicurare alle fabbriche locali il trasporto delle merci si è evoluta espandendosi nel territorio Nazionale come Operatore Logistico distinguendosi con la qualità del servizio nel settore “Beverage and Spirits” e nella Logistica Ospedaliera. Legata e radicata nel territorio veneziano e arrivata oggi a festeggiare il mezzo secolo di attività, la Zanardo Spa è punto di riferimento del settore. Marchi come Campari, Aperol, Civas, Stock, Jagermeister, Heineken, Coca-Cola, Gancia, Ramazzotti, e tanti altri ancora giornalmente sono distribuiti in tutta Italia dalla Zanardo. «Produrre un bene è essenziale, saperlo vendere è altrettanto importante, ma se poi manca la gestione logistica per trasportarlo in giro per il mondo con altrettanta competitività, è chiaro che il percorso non è completo ed anche la produzione e la vendita ne risentono» spiega Damaso Zanardo.
Proprio in questi giorni la Zanardo Servizi Logistici, guardando verso nuovi mercati, ha messo a sistema l’innovativo progetto di trasporto merci su treno Italia-Cina-Italia. Un collegamento ferroviario in partnership con la Far East Landbridge che partendo da Fernetti e attraverso la Russia arriva fino in Cina e Corea e ritorno. «Da giugno ogni settimana è attivo il servizio di collegamento, già sperimentato da alcuni mesi. Inizialmente siamo partiti con la collaborazione dell’Interporto di Fernetti e con le Ferrovie Slovene, ma è chiaro che l’obiettivo in futuro sarebbe di portare il collegamento fino a Venezia trovando un’area con raccordo ferroviario dove investire adeguatamente in strutture e organizzazione. Per quanto possa sembrare semplice come idea posso assicurare che le difficoltà per far partire questo progetto sono state tali che ci si potrebbe scrivere un libro. Basti pensare solo a tutta la burocrazia di cui ci siamo fatti carico per ottenere le autorizzazioni per ciascuno dei numerosi paesi che si attraversano con questo collegamento».
A livello pratico ci può dare un’idea della convenienza di questo collegamento in termini economici e temporali? «L’importanza di un servizio regolare su treno è data dal fatto che il servizio è attivo per tutti i mesi dell’anno, che i tempi rispetto alla nave si riducono del 50%, ossia 24 giorni contro i 50 door to door, con benefici sullo stock di magazzino e oneri finanziari, ultimo e non per ultimo l’aspetto ambientale. Certamente ci rivolgiamo a prodotti a valore aggiunto, anche se devo dire che nella tratta verso la Russia trasportiamo piastrelle e prodotti dell’edilizia in competizione con il trasporto via camion».
Come descrive il rapporto della Zanardo Servizi Logistici con il territorio? «Siamo rimasti a Venezia non solo con la Sede ma anche con importanti attività, perché siamo legati al nostro territorio, nonostante questo ci abbia portato a fare i conti con le difficoltà che qui ci sono per fare qualsiasi cosa. Il legame è poi dato dal fatto che movimentiamo ogni anno 3000 container sul Porto di Venezia, e in questo senso ci sentiamo partecipi a valorizzare il nostro Porto. Lo siamo perché il cliente sa che qui noi rappresentiamo l’operatore logistico di cui ha bisogno. Non ci limitiamo solo a trasportare il container, ma custodiamo e lavoriamo le merci al suo interno, fornendo un servizio di raccolta o distribuzione nazionale a seconda delle necessità».
Lo snodo del Porto di Venezia quanto secondo lei è importante per il nostro territorio e per la logistica più in generale? «Ahimè sono decenni che lo diciamo: abbiamo il più bel Porto naturale del Centro Europa e a malapena gestiamo i volumi della nostra area metropolitana. Geograficamente il Porto di Venezia ha una grandissima rilevanza, ma di fatto non capitalizza tutte le sue potenzialità perché manca di tutta una serie di infrastrutture nel retroporto che vanno dagli spazi logistici, alla ferrovia, alle imprese per operazioni quali transazioni assicurative e transazioni finanziarie. Per fare un esempio se arriva una nave con 4000 container significa che nell’ipotesi migliore dovranno esserci strutture adeguate da permettere il rapido transito di 2000 camion per scaricarla ed altri 2000 per caricarla nuovamente. Se poi però abbiamo un asse ferroviario nella direttrice verso Milano che oggi come oggi è saturo, si capisce quanto la capacità di smaltire le merci qui sia fortemente limitata».
Quanto i porti del Nord Europa ci superano in questo? «Si pensi che nell’ambito della logistica Rotterdam sostiene e valorizza Milano come la sua periferia. Perché la merce che arriva a Rotterdam solo 24 ore dopo è in consegna a Milano grazie all’organizzazione e alla funzionalità delle infrastrutture. In questo senso dovremmo cercare di imitare quello che hanno fatto i porti del Nord Europa. La cosa principale è senz’altro cercare di fare sistema, così come la sinergia dei porti dell’Alto Adriatico, si propone di fare».
Ha citato le infrastrutture: come giudica quelle del nostro territorio paragonandole a quelle del resto d’Europa? «Negli anni Sessanta l’Italia era prima per chilometri di autostrade, oggi credo che in Europa siamo il nono paese. D’altronde negli ultimi 30 anni nel Veneto abbiamo realizzato, e tra mille contrarietà, solo una grande arteria di 32 chilometri che è il Passante. Questo riflette la situazione della viabilità per la logistica. Oggi grazie al “Piano della Logistica per il Paese Italia” c’è sicuramente una presa di coscienza sullo stato delle cose con la speranza che le elencazioni delle iniziativa che il Paese deve mettere in atto possano essere il prima possibile tradotte in pratica».
DI PIETRO POLO
Lavoro +
QUESTIONE DI LOGISTICA
22 Luglio 2011