Alla scoperta dell’Associazione Padri Separati che offre un supporto a chi si trova a dover affrontare una separazione. Un aiuto non solo psicologico ma anche pratico, mettendo a disposizione strutture abitative per chi ne ha maggiormente bisogno
Costituita nel 1991 a Rimini, l’Associazione Padri separati, A.P.S., si propone di essere un punto di riferimento per quei genitori in difficoltà nel continuare a mantenere una relazione adeguata – e che garantisca reciprocità di diritti e doveri – con i propri figli in seguito a separazione o divorzio. Oltre alla sede nazionale a Bologna, A.P.S. è presente anche a Padova e a Mestre svolgendo attività di consulenza e servizi per l’intero territorio regionale veneto. Insieme con altre associazioni presenti in Italia, l’ A.P.S. ha partecipato ai numerosi movimenti d’opinione e di protesta che hanno condotto il legislatore nel 2006 a modificare la normativa fino ad allora vigente in merito all’affidamento dei figli in caso di separazione che, pur con qualche eccezione, indicava nella madre l’unica affidataria.
La legge n. 54 dell’8 febbraio 2006, promuove l’ “affido condiviso” sancendo il diritto dei figli a continuare a vivere e interagire con entrambi i genitori, i quali potranno esercitare parimenti la potestà genitoriale. Abbiamo incontrato Paolo Calzavara, Responsabile A.P.S. del Veneto (con riferimento al territorio di Venezia, Padova, Treviso).
Quali sono i dati in possesso dell’Associazione e che tipo di realtà descrivono ? «Il nostro territorio ci parla di una realtà tristemente diffusa: ovvero quella delle difficoltà da parte di uno dei genitori, o di altri congiunti, di continuare una relazione sana e soddisfacente con i figli in seguito ad una separazione. Alla nostra associazione si rivolgono non solo i papà ma anche le mamme e spesso i nonni ai quali capita sempre più di frequente che sia tolta loro la possibilità di vedere i nipoti. Questi i numeri relativi alle richieste di consulenza che riceviamo annualmente: per la provincia di Venezia sono circa cento, per la provincia di Padova un’ottantina e per la provincia di Treviso un’altra cinquantina. Tuttavia, noi non misuriamo mai questo “disagio sociale” in termini numerici, quanto piuttosto per il carico di sofferenza che trascina con sé e le conseguenze negative, a volte devastanti, sugli adulti ma soprattutto sui minori».
Quali servizi offre l’Associazione? «Oltre a informazioni di carattere pratico e normativo, in primo luogo l’ A.P.S. è un punto d’ascolto. Tutti noi che siamo in associazione, proveniamo dalla stessa esperienza, pertanto, sappiamo bene qual è il percorso interiore che un genitore in difficoltà si trova ad affrontare. Ascolto vuol dire partecipazione alla sofferenza del nostro interlocutore ma anche opportunità di fare ordine in un momento spesso non solo difficile ma reso anche particolarmente complicato. Infatti, oltre alle tensioni di ordine morale dovuti dalla separazione, si sommano, non di rado, problematiche di tipo economico che vanno a influire negativamente e determinano uno stato di grave sofferenza e disagio. Dobbiamo anche ricordare che molti padri separati provano ancora un senso di vergogna nel cercare aiuto: si sentono falliti, socialmente disorientati, hanno la convinzione di aver perso un ruolo familiare ma anche sociale e sono scoraggiati nell’intraprendere una via, quella legale, che li vede troppo spesso penalizzati e “perdenti” a priori».
Dopo l’ascolto, la raccolta della testimonianza di una vita lacerata, offrite altri supporti? «Il nuovo associato è invitato a partecipare ai nostri incontri serali di auto mutuo aiuto, tre volte in un mese. Durante queste occasioni, offriamo anche un servizio di consulenza con un avvocato e con uno psicologo. Attraversiamo insieme un processo che conduce il genitore in difficoltà dal disorientamento alla consapevolezza: l’unica strada percorribile per intravedere il sereno oltre le nubi. Consapevolezza dei propri doveri, certo, ma anche dei propri diritti».
Tante storie di sofferenza, ciascuna collocata in vissuto personale e per questo unico. Vi sono tuttavia dei punti che accomunano le vicende di separazione e di contesa della relazione genitore-figlio? «“Kramer contro Kramer” è, ancora, purtroppo, un film d’attualità e a farne le spese sono sempre i figli in primis ma anche i genitori e i nuclei familiari d’origine: ciascuno perde la possibilità di crescere i figli serenamente, e di vivere la propria esistenza in un contesto rispettoso e riappacificato dopo la separazione. Sì potrebbe, ma per farlo ci vuole una grande forza di volontà. La nostra Associazione offre un supporto a questa intenzione. I punti che accomunano tutti, cioè le principali difficoltà che tutti i genitori che si rivolgano a noi hanno incontrato sono essenzialmente tre. Il primo è il diritto di visita: per lo più ai padri non è concessa la possibilità di frequentare i figli che vengono “usati” come arma di ricatto da parte dell’ex coniuge; il condizionamento talvolta è così significativo che il figlio stesso arriva al punto di non voler più vedere il genitore non domiciliatario. La nostra associazione, a questo proposito, propone azioni di supporto affinché sia possibile riprendere un dialogo. Il secondo punto riguarda l’assegno di mantenimento: la Giurisprudenza in merito a ciò si esprime chiaramente affermando che anche il genitore che non percepisce alcun reddito è obbligato a provvedere con un assegno di mantenimento per il figlio. Non sempre ciò è possibile con conseguenze alienanti per la dignità della persona. Certamente nessuno di noi vuole sottrarsi all’obbligo, che è anche un dovere ma sopratutto un impegno affettivo nei confronti dei figli, tuttavia, le circostanze spesso riducono tanti padri sul lastrico fino a essere impossibilitati a mantenere fede al dovuto, con gravi conseguenze anche per la relazione con i figli. Il terzo punto riguarda l’affido condiviso: di per sé quella del 2006 è una legge buona, che colma un divario di ineguaglianza, tuttavia presenta una falla. Infatti, in sostanza, i figli avranno comunque sempre una domiciliazione prevalente e ci sarà sempre un genitore svantaggiato».
La casa familiare è un luogo importante. La cronaca ci rimanda molti casi di genitori che hanno difficoltà a vivere in modo adeguato l’incontro periodico con i figli così come stabilito dalla sentenza di separazione o divorzio. La crisi economica fa la sua parte. L’Associazione ha una risposta in merito a questo aspetto? «Non è stata un’impresa facile ma con soddisfazione abbiamo oggi la possibilità di mettere a disposizione alcuni appartamenti offrendo, sia pur parzialmente, un segno di vicinanza concreta a tanti genitori, soprattutto padri, che ne abbiano necessità, per vedere i figli in un ambiente domestico e dignitoso. Ci piacerebbe che questa iniziativa si estendesse in tanti comuni poiché il fenomeno dell’assenza di una casa dove incontrare i figli è sempre più diffuso, sempre più spesso almeno uno dei due genitori entra in uno stato di grande disagio economico, non solo per la crisi e la mancanza di lavoro ma anche per quanto si trova a dover corrispondere all’altro coniuge».
Quali sono le altre iniziative in cantiere? «L’ A.P.S. del Veneto si sta dando da fare per modificare la legge regionale sull’assegnazione delle case per avvantaggiare in graduatoria i padri separati in difficoltà o che abbiano dovuto lasciare la loro abitazione coniugale. Come sempre ci muoviamo a piccoli passi ma per ottenere risultati concreti».
Paolo Calzavara lei è un ex …padre separato dai figli. Come vanno oggi le cose? Infine, cosa si sentirebbe di dire rivolgendosi a quanti vivono ora la sua stessa esperienza? «I miei figli oggi sono grandi. Dopo la separazione non è stato facile comunicare loro i miei sentimenti e ridefinire il mio ruolo genitoriale ma alla fine, con il sostegno dell’ Associazione, i risultati sono arrivati e ora sono fiero della nostra relazione: mi sento un uomo e un padre sereno. Ad altri padri, o madri, in difficoltà rivolgo l’invito di avvicinarsi all’ A.P.S. o ad altre associazioni come la nostra perché troveranno aiuto e sostegno adeguato per risolvere al meglio la loro situazione; soprattutto per ritrovare equilibrio e dignità».
Mi chiamo Maurizio Deidda abito in Sardegna esattamente a Villacidro.
È ormai dà cincue anni che nn ho più un ruolo genitoriale, mi trovo adesso senza alcun lavoro, vivo in una casa diroccata, stò seriamente muorendo piano piano di crepacuore sono distrutto, vi chiedo umilmente dì aiutarmi sia psicologicamente e almeno un piccolo sostegno, in quanto mi trovo a nn avere più un soldo x mangiare, là mia storia è drammatica, aiutoooo vi ringrazio con tutto il mio cuore anche se pur spezzato dà così tanto dolore. I miei più sinceri e cordiali saluti