Le feste della voga alla veneta aiutano a riscoprire e apprezzare la venezianità, già in una prospettiva metropolitana
Da sempre “veneziani si diventa”. Magari qualche veneziano doc – dei sestieri di Castello o di Cannaregio – si potrebbe offendere rivendicando lo ius soli. Anche se può sembrare bizzarro ricordarlo non è Venezia che dà il nome alla propria regione, ma il contrario. Venetia e Venetie delimitano già in epoca antica un preciso spazio a nord est dell’Italia, una circoscritta comunità, una distinta civiltà. L’insieme delle isole che accolgono una parte di questa comunità che, spostandosi dalle città più importanti come Altino e Padova, verso i più sicuri ambiti lagunari, diventa anfibia e poi marinara, offre l’opportunità di un costante progresso economico, sociale e politico. Questa evoluzione, territoriale e culturale, si declinerà nelle diverse denominazioni da Civitas Rivoalti a Comune Venetiarum, Serenissima… Venezia.
Identità speciale, che solo una comunità che vive sull’acqua speciale della laguna riesce a esprimere. Diego Valeri, intellettuale, saggista e poeta (1887-1976) sintetizza lo speciale stato d’animo lagunare, l’originale spirito umanistico, nella sua fantasmagorica “Guida sentimentale di Venezia”: “Erano veneziani già prima che Venezia nascesse”.
Ma è possibile, oggigiorno, cogliere questo aspetto della venezianità nella sua accezione più nobile? La risposta è sì. Come? Attraverso le feste della voga alla veneta, attraverso le numerose regate, sulle barche tipiche che ancora animano gli spazi lagunari, dalle isole alla terraferma, tra ghebi e barene, tra fiumi e canali. Percorsi da fare in barca, meglio a remi, ma anche a motore, e in qualche caso anche a piedi o in bicicletta. Raggiungere Padova oppure Treviso, nel percorso delle ville venete, tanto per estendersi in una precisa e storica, ma anche attuale, area metropolitana. Partecipando, non necessariamente da sportivi, ma anche da semplici e disincantati spettatori, è possibile scoprire attraverso le regate di voga alla veneta la nostra identità, la nostra storia. Sono significative e incredibilmente attuali le parole di Gino Bertolini, avvocato e saggista veneziano, che un secolo fa (Italia, volume II, “L’ambiente fisico e psichico. Storia sociale del secolo Ventesimo”, Venezia 1912, p. 1043) scriveva: “Ogni anno si dovrebbe bandire quella magnifica gara nella quale si riassumono mirabili motivi della vita della Serenissima: in tale ricorrenza si ravvalora il sentimento popolare, e particolarmente quello delle cerchie più rappresentative della piccola borghesia e del proletariato; sono lezioni di storia all’aria aperta, e vanno ripetute soprattutto in un tempo in cui l’educazione etica, e quindi anche quella artistica, declina più ancora che non sembri; se no, c’è pericolo che le fonti stesse s’estinguano, e quindi le rievocazioni non abbiano più effetto. Ogni anno il Comune, se altro istituto non soccorra, conforme la tradizione deve restaurarne gli auspici: è una spesa di prima necessità, e va equiparata a quella della scuola elementare: a parte i vantaggi finanziari che tante categorie ritraggono, segnatamente per l’affluenza dei forestieri e di stranieri in quell’occasione, che cosa sono trentamila lire, pur di risvegliare nella coscienza di tutto il popolo il senso delle semenza migliori? […]”.
È possibile scoprire, attraverso le regate, le isole lagunari, grandi e piccole, abitate e no, e possono essere esplorate con occhi nuovi. Chiese e palazzi, luoghi archeologici e arte, ma non solo: la nostra cultura del cibo e del vino si apre nell’occasione scoprendo o riscoprendo antichi sapori e ricette tradizionali. Tra mare e laguna sud risaltano i litorali del Lido e di Pellestrina verso Chioggia, oppure tra mare e laguna nord, verso Cavallino-Treporti e Jesolo percorrendo l’ambiente magico di Murano, Burano e Torcello, nello scenario infinito dei canali Pordelìo e San Felice, immersi nella natura, ammirando il volo di aironi e fenicotteri rosa. Nella terraferma a cominciare da Mestre, città d’acqua per tradizione, “trasformata” nel Novecento in “città moderna”, associazioni remiere e gruppi sportivi sono attivi nel continuare l’antica vocazione lagunare: a Mira e Campagnalupia fino a Monselice e Battaglia Terme, a Meolo e Concordia Sagittaria fino alle lagune di Caorle e Grado.
Nel nostro ultimo libro, “Venezia è una regata. Guida alle feste della voga alla veneta in laguna e oltre”, abbiamo censito 91 eventi remieri, dei quali una settantina nella gronda lagunare, una decina sui fiumi e canali delle aree circostanti di Padova e Treviso e altrettante “oltre” i nostri ambiti, per esempio a Rovigno e a Oxford. La prefazione è di Tiziano Scarpa, noto scrittore, i disegni di Maria Gianola, le fotografie di Angelo Feletto, Alessandro Rizzardini, Roberto Catullo e Sante Ballarin. Ha collaborato la regatante Chiara Curto. L’editing è di Elisabetta Borsetti. Editori: San Marco Press di Londra e Supernova di Venezia. Autori e collaboratori hanno rinunciato a qualsiasi compenso: gli utili realizzati dalla vendita della Guida verranno devoluti per attività di promozione e sviluppo culturale della voga alla veneta.