Nell’isola di Murano, simbolo del Made in Italy, tra maestri, laboratori ed eventi, per un anno vissuto intensamente
Nella fornace non si forgia solo il vetro, ma anche le idee. Serve sperimentare, azzardare, coinvolgere, allungare lo sguardo. Così una fornace non è più “solo” un luogo dove si plasma – a regola d’arte – la materia, ma dove sbocciano avanguardie, nascono sinergie, si sviluppano iniziative. È il caso di Abate Zanetti, fornace innanzitutto, ma anche scuola, luogo d’incontro, di formazione, di scambio di idee, in un’isola, Murano, che è diventata uno dei simboli più apprezzati del “Made in Italy” nel mondo. Qui si praticano, e si insegnano, le tecniche di lavorazione a caldo e soffiatura, a lume, la decorazione a smalto e a foglia d’oro, l’incisione, la molatura, la vetro fusione. E si organizzano eventi, ponti gettati per promuovere l’arte del vetro e la cultura che l’accompagna oltre i confini dell’isola. Perché produrre eccellenze non basta, se non si è in grado di farle conoscere. È nato così il calendario di eventi che per tutto il 2014 ha costituito un formidabile veicolo di promozione della cultura del vetro nel mondo. Tra i più recenti, nella prima metà di novembre, si è svolta la mostra “Gioielli di vetro-Glass Jewellery”, nata dal dialogo trasversale fra diverse realtà, dal Dipartimento di Design della Moda del Politecnico di Milano alle Accademie di Belle Arti di Firenze e Venezia, all’Istituto superiore Michelangelo Guggenheim, ed è il risultato di un percorso al quale hanno partecipato cinquecento studenti, età media 25 anni. I lavori scelti, selezionati fra centinaia di inediti, hanno tratto ispirazione dai nuovi linguaggi, tradotti in originali formule di design. Un esito al quale i ragazzi sono giunti dopo aver percorso tutto il tragitto, dal bozzetto al progetto grafico, fino a “sporcarsi le mani” nei laboratori dei loro istituti scolastici per vedere finalmente nascere e solidificarsi le loro “creature”, concepite con la tecnica del vetro soffiato, a lume, in piastra o di murrina.
«Il risultato è stato sorprendente» – dice Martina Semenzato, presidente della Scuola del vetro Abate Zanetti – «in alcuni casi le perle veneziane sono state vivacemente e audacemente accostate al vetro sotto ogni sua forma, manipolato e trasformato da originari oggetti di materia di recupero in raffinati gioielli. È stato come prendere mille anni di storia e renderli contemporanei».
A sancire il legame di Abate Zanetti con il territorio, la produzione legata al Premio Campiello e alla 5° edizione della Mostra del fumetto che si è svolta a metà ottobre a San Dona’ di Piave: suoi gli oggetti artistici consegnati nella cerimonia conclusiva sul palco del Gran Teatro La Fenice ai vincitori di tutte le categorie del premio letterario 2014, suo il premio-simbolo dell’affollatissima mostra dei fumetti.
Il prossimo appuntamento è il 22 dicembre, quando si svolgerà il Premio Murano, in collaborazione con il Centro studio e sviluppo per la cultura muranese, rilanciato nel 2012 dopo 21 anni di sospensione, punto d’incontro tra l’arte contemporanea, lo sconfinato mondo del design e i maestri vetrai muranesi. Una finestra nazionale e internazionale a completa disposizione di giovani designer, artisti affermati e delle aziende e maestranze locali in un momento particolare per Murano e per il suo comparto del vetro.
Cinquecento i progetti che hanno partecipato alle ultime due edizioni, 640 i disegni per la sezione junior e 5mila visitatori per la mostra correlata al premio. Accanto alla rassegna canonica, è stata istituita la sezione Vip con opere realizzate ‘in diretta’ su bozzetti di prestigiosi artisti di fama internazionale. Alle scorse edizioni hanno partecipato, tra gli altri, la stilista londinese Vivienne Westwood con farfalle di vetro su un abito bianco, l’attore Alessandro Gassmann, il Dj Albertino con oggetto del suo bozzetto, prevedibilmente, un microfono, l’eclettica stilista Larisa Katz, il rugbista azzurro Martin Castrogiovanni, la pianista della Fondazione Resonnance Elizabeth Sombart e il premio Nobel Dario Fo.
«L’istituzione ha una doppia anima» – spiega la presidente – «la prima è quella formativa, che trae spunto dalle proprie origini e si concretizza nella realizzazione, il coordinamento e la promozione di attività formative ad alto contenuto innovativo (corsi su tecniche e metodi della lavorazione artistica tradizionale e contemporanea del vetro, nonché su tematiche generali relative alla tecnologia, al design e al marketing). La seconda, in una logica di continuità con la prima, è quella produttiva: la Scuola del vetro è infatti anche centro di eccellenza nella produzione, ricerca e sperimentazione sui temi dell’avanguardia artistica e del design ed è in grado di realizzare opere d’arte partendo anche dal progetto del committente o seguendo le indicazioni del designer».
La continuità tra passato e presente sta anche nelle iniziative di sensibilizzazione e avvicinamento delle nuove generazioni, soprattutto locali, ma anche straniere, all’arte del vetro, con la partecipazione di centinaia di bambini e ragazzi. «Nel 2013» – sottolinea Semenzato – «sono stati più di mille i bambini che hanno visitato la fornace, con gli occhi incollati ai gesti dei maestri vetrai. Nel nostro mondo l’arte e la funzione educativa sono fondamentali, soprattutto in un periodo come questo, in cui l’invasione dei falsi rischia di compromettere un millennio di storia e tradizioni. La diffusione delle eccellenze, attraverso la divulgazione dei metodi e della cultura che li accompagna, è d’importanza vitale».
Sopra:
Martina Semenzato,
Presidente della Scuola del Vetro Abate Zanetti di Murano
Sotto, opere di: Chiara Castelli – Accademia di Belle Arti di Venezia
Andrea Zamuner, Liceo Artistico M. Guggenheim
Omaggio per i finalisti del Premio Campiello 2012
Dario Fò “I buffi del teatro Greco” – Premio Murano 2012
Elizabeth Sombart – Premio Murano 2012