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IL MOMENTO DI DIRSI ADDIO

IL MOMENTO DI DIRSI ADDIO

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Il particolare periodo economico ha mutato usi e prassi anche in ambito funerario.
I consigli utili dell’Impresa Funebre Rallo, storica realtà veneziana nata nel 1928

Le particolari congiunture economiche attuali hanno mutato usi e costumi. Ma in qualche caso hanno anche reso più complicato per il normale cittadino districarsi nella complessità di determinati ambiti. Tra questi anche quello funerario. Ci spiega perché, e soprattutto offre utili consigli, Stefano Santinello dell’Impresa Funebre Rallo. Una realtà storica veneziana, nata nel 1928 e attualmente con sede in via Circonvallazione a Mestre, che a testimonianza della sua serietà e professionalità può esibire come un biglietto da visita proprio la longevità dell’azienda.
«Questo periodo economicamente così difficile per la società, porta sempre più frequentemente a fare delle scelte precise anche in ambito funerario. La scelta di pratiche come la cremazione e la sepoltura in campo comune, sono sempre più diffuse, per riuscire a dare, al proprio caro, una degna sepoltura ed un servizio dignitoso ad un prezzo conveniente. Questo porta a girare per gli uffici di tante Imprese Funebri richiedendo preventivi che però spesso risultano di difficile comprensione. Sono infatti numerose le voci che possono caratterizzare un servizio funebre. Se ci si ferma solo al prezzo, a volte si può restare non soddisfatti del servizio ricevuto o della poca professionalità dimostrata da chi esegue un servizio così delicato».
Quali consigli si sente di dare a chi necessita di questo tipo di servizi? «Come detto il costo del servizio è un’insieme di voci, e comprendono dalla vendita della cassa alla concessione cimiteriale. Per poter valutare un preventivo bastano poche ma esplicative domande da porre all’ impresario: in primis si dovrebbe chiedere di mostrare l’autorizzazione del comune per svolgere l’attività di impresario funebre, quindi se è in possesso almeno di un mezzo funebre per i servizi, se ha almeno quattro persone assunte ed in possesso del corso obbligatorio per addetti al servizio funebre, se ha la licenza di pubblica sicurezza, quindi se ha tutti i requisiti che la legge regionale 18 del 4 marzo 2010 impone agli impresari funebri».
I suoi sono consigli che sembrano però anche un monito… «In effetti è così. La disinformazione relativa al settore funebre ha portato purtroppo negli anni alla crescita di “attività” illecite. Penso soprattutto all’ “intermediazione” che dirotta i familiari verso una specifica impresa funebre, a volte con finte referenze del tipo “Ha una convenzione con questa struttura”, “è la più seria”, “è la più onesta”, “solo loro lavorano in questa struttura”. Per sgombrare il campo da dubbi è bene che tutti sappiano che nessuna impresa funebre ha convenzioni di qualsiasi tipo con le strutture sanitarie: tutte le imprese funebri autorizzate possono infatti lavorare liberamente nell’ intero territorio Europeo, come previsto da legge. La questione della scelta di un’impresa funebre è legata quindi ad una serie di personali valutazioni che i cittadini devono saper fare».
Come si potrebbe rimediare a questa poca conoscenza della materia? «Ci vorrebbero apposite campagne di informazione in collaborazione con Comuni, associazioni, autorità, per poter dare al cittadino gli strumenti per essere pronto nel momento del bisogno. Si tratta di una attività che potrebbe avere importanti risvolti importanti non solo dal punto di vista economico ma anche culturale e sociale».
Più precisamente cosa intende? «Ovviamente stiamo parlando di un ambito delicato e legato ad un momento di sofferenza individuale. Ma il settore funebre fa anche parte della cultura, sia spirituale che artistica, e della vita sociale della città. Se pensiamo alla morte solo quando ne siamo colpiti da vicino la temiamo perché non la conosciamo, non la studiamo e non la vediamo sotto altri punti di vista. Visitando per esempio il cimitero di Venezia non si può non notare la presenza di opere d’arte, come sculture e tombe, di rara bellezza. In questo senso l’evento luttuoso può essere, oltre che un momento di grande sofferenza che colpisce il singolo individuo, una possibilità di lasciare un segno anche a livello culturale».

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Tag:  Cultura