È nata a Londra ma ha un padre veneziano, precisamente di Mirano, Soundreef: startup di gestione collettiva
di diritti musicali che sta profondamente rivoluzionando il modo delle royalties
«L’idea ispiratrice di fondo è reinventare un sistema di retribuzione delle royalties giusto, trasparente ed efficiente». Nata a Londra, Soundreef è una società di gestione collettiva di diritti musicali che sta profondamente rivoluzionando il modo in cui le royalties sono raccolte, offrendo un’alternativa a SIAE/SCF ed alle altre società collettive europee. A partire dal 2011, la passione per il proprio lavoro, i musicisti e l’industria musicale hanno incoraggiato i due fondatori Francesco Danieli, originario di Mirano in Provincia di Venezia e il romano Davide d’Atri (alla loro seconda startup insieme dopo l’esperienza di Beatpick.com fondata nel 2008), a lanciarsi in una nuova avventura. In poco tempo Soundreef ha riscosso un notevole successo acquisendo, solo in Italia, clienti del calibro di Auchan, Cisalfa, Leroy Merlin, Giochi Preziosi, Prix, Sorelle Ramonda ed espandendo il proprio mercato alla Francia, Svezia, UK, USA, Repubblica Ceca, India, Grecia, Russia, Israele, Irlanda, Costa Rica, Spagna. Incontriamo Francesco Danieli, attuale CEO di Soundreef per saperne di più. «Sono partito per Londra all’età di 19 anni – racconta Francesco Danieli oggi 34enne – al tempo suonavo in una band, con la quale avevo deciso di cercar fortuna nella capitale europea della musica. Londra è da sempre una città dinamica, carica di fascino ed opportunità, dove le ambizioni imprenditoriali, anche le più ardite, possono trovare spazio e molto spesso vengono incoraggiate. Anche le startup che lavorano nell’ambito dei media e della musica si concentrano qui, e lo scambio di idee e talenti è fortissimo, portando un valore aggiunto alla città».
Com’è nata l’idea di Soundreef? «L’idea è nata a partire da un evidente problema avvertito da musicisti e aziende per ciò che concerne la gestione dei diritti musicali d’autore. La gestione delle royalties in Europa avveniva in regime di monopolio (SIAE/SCF). Noi avevamo già fatto esperienza su quel mercato sia con la nostra precedente startup (Beatpick), sia con svariate altre attività sul campo. Abbiamo quindi iniziato a progettare come modificare radicalmente il sistema traducendolo in innovazione e dinamicità. Il nostro team ha elaborato soluzioni che rendono più trasparenti, semplici e analitiche le transazioni riguardanti le royalties, favorendo sia i clienti che gli artisti. In particolare Soundreef offre agli artisti strumenti on-line che permettono di controllare le loro stesse royalties come se stessero accedendo ad un conto corrente online. Inoltre, Soundreef nasce anche dalla constatazione che gli esercizi commerciali percepiscono gli “abbonamenti” come una tassa, invece che una giusta ricompensa per gli aventi diritto e cioè gli artisti che hanno ideato e suonato la loro musica. Questo è indicativo di una comunicazione errata».
Quindi nel concreto come funziona? Cosa offre in più il vostro servizio rispetto a quello offerto da SIAE/SCF ai fruitori di musica? «Soundreef si è specializzata nella musica d’ambiente per catene di commercio alimentare, elettronica, abbigliamento, arredamento, centri commerciali e per la ristorazione. Con un catalogo di oltre 150.000 canzoni nazionali ed internazionali singolarmente selezionate, il nostro team cerca di offrire un’alternativa veloce, trasparente ed economica agli abbonamenti SIAE e SCF per la musica di ambiente. Tuttavia la nostra attività va oltre la gestione delle licenze: il nostro obiettivo è di costruire un palinsesto ottimale per ciascun cliente considerando attentamente i suoi obiettivi di marketing. Seguiamo tutte le interazioni con SIAE e SCF sin dall’inizio del contratto ed utilizziamo tecnologie avanzate per rendere tutti i processi più semplici e tracciabili. Attualmente Soundreef licenzia musica a migliaia di attività commerciali nel mondo e le radio Soundreef raggiungono 145 milioni di persone ogni mese, trasmettendo i nostri palinsesti nei supermercati, centri commerciali, centri sportivi, fiere e ristoranti».
Cosa succede dal lato dell’artista? «L’artista che si appoggia ai nostri servizi sa sempre dove si sta suonando la sua musica, quanto sta guadagnando e quando verrà pagato: può prendere visione di tutti i suoi analytics, in ogni momento, utilizzando una piattaforma online. Per qualunque altro dettaglio, il nostro Radio Channel Locator permette di visualizzare, su una Google Map, esattamente dove la musica viene suonata e i dettagli relativi al canale radio. Tutte le informazioni sono esportabili in un documento Excel: abbiamo creato un servizio che cerca anche di aiutare l’artista nella gestione del suo lavoro».
Com’è stato l’impatto iniziale con un paese straniero e con un mercato del lavoro diverso da quello italiano? «L’impatto culturale è stato certamente complesso. Per quanto concerne il mondo del lavoro, sapendo già arrangiarmi con la lingua, è però stato piuttosto positivo. L’Inghilterra ha un mercato del lavoro flessibile e meritocratico: un giovane con voglia di fare e passione, ha buone possibilità di realizzarsi, di far carriera, oggi come allora».
Nuove attività o sfide? «Il 6 maggio abbiamo lanciato in Italia un progetto pilota per la collezione delle royalties relative agli eventi live: gli artisti che si iscrivono a tale servizio guadagnano online entro 7 giorni ed il pagamento avviene regolarmente entro 90 giorni. Per gli organizzatori di concerti invece la gestione dei permessi per lo spettacolo, i borderò e i pagamenti saranno gestiti completamente online. 30 band si sono già iscritte e i primi concerti si terranno entro il mese di maggio».
Ora che con Soundreef la vostra attività si è decisamente ingrandita come gestisci la tua vita? «Ora che la società è più struttura, con un Board, investitori ed un team di 15 persone distribuito in vari paesi d’Europa, i ritmi sono certamente cambiati. Divido il mio tempo e le mie attività tra Londra e Roma, anche se di fatto la mia vita si svolge prevalentemente a Londra dove vivo con mia moglie e dove risiedono la maggior parte dei miei amici. Vivere a Londra rimane un motivo d’ispirazione: in Inghilterra la burocrazia è marginale, il cliente ha la priorità e la maggior parte dei processi si svolgono online. Questo tipo di mentalità è quella che cerco di attuare anche in Soundreef, semplificando e digitalizzando un mercato, quello del pagamento e della raccolta dei compensi di autori e musicisti, che in particolare in Italia, è percepito come poco chiaro, complicato e per giunta costoso».